venerdì 9 settembre 2011

Una giornata con Benedetto XVI. L'attesa di Ancona (Senigalliesi)

Una giornata con Benedetto XVI

Roberto Senigalliesi

Ancona
Arriva il Papa ed Ancona è pronta ad accoglierlo. Una presenza che caratterizzerà domenica l’ultima giornata del Congresso Eucaristico nazionale per cui la presenza del Pontefice diventa un atto dovuto, seppure non scontato. È da Paolo VI che è iniziata la consuetudine che Sua Santità sia presente nell’ultima giornata del Congresso, quella più solenne.
“Una presenza che ha un forte significato spirituale, proprio perché il Congresso è un evento religioso ma anche sociale”, afferma il cardinale Giovanni Battista Re, Legato pontificio per tutta questa settimana. Una presenza, discreta ma forte, col il sorriso sempre pronto ed una grande disponibilità, diventata familiare per gli anconetani ed i congressisti.
“La presenza del Pontefice è anche un omaggio alla Chiesa italiana ed all’Eucaristia, che è stata al centro del dibattito dell’intera settimana. Un’Eucaristia, peraltro, calata nella quotidianità. Che porta anche ad aprirsi agli altri, ad essere solidali con il prossimo”.
E proprio in quest’ambito diventa significativo il fatto che al pranzo di Colle Ameno, come commensali Benedetto XVI avrà anche alcuni poveri, cassaintegrati e detenuti: uomini alla ricerca di una loro identità.
“Si tratta di un gesto molto significativo da parte del Pontefice. Proprio a significare la vicinanza alla realtà sociale ed economica di tutti giorni. Rafforzata dall’incontro che avrà con le famiglie ed i fidanzati nel pomeriggio. Viviamo un tempo in cui è presente la grande povertà ed il disagio sociale. Ed è tempo di sollecitare le coscienze per far crescere il senso della fraternità. Il gesto di Benedetto XVI va in questo senso: non una Chiesa ed un clero arroccato su sé stessi ma aperti alle istanze della società civile. Vedete - prosegue il cardinale Re - la globalizzazione che sta imperando avvicina le persone ma non le rende fratelli e sorelle. Le rende più vicine ma non le affratella. Da ciò nasce l’esigenza della fraternità e della socialità. La solidarietà non deve crescere a parole ma essere concreta. In questi giorni di frequentazione nella città di Ancona ho potuto toccare con mano come, su questo territorio, esistono concreti atti solidali e sono lieto che nel Congresso l’Eucaristia ci fa incontrare Cristo ed avvicinare ai fratelli”.
Ma il pensiero, è ovvio, scivola sull’esito del Congresso. Sui suoi contenuti e sugli aspetti organizzativi. “Questo è il quinto Congresso che ho avuto la possibilità di frequentare - spiega il Legato pontificio -. Non faccio classifiche: dico solo che questo di Ancona mi ha lasciato una splendida impressione. Ben organizzato, capace di suscitare grande interesse, denso di significati. Poi - sorride - si svolge in un posto molto bello. Sapevo che Ancona era una città con importanti ricordi storici ma non pensavo fosse così bella. Con il suo mare, con la sua storia millenaria a cui è legata. E poi la zona Fincantieri è un posto splendido, con il mare alle spalle e la Cattedrale dall’alto. La gente è cordiale, l’accoglienza sincera. So che questa terra attraversa un momento difficile sul piano sociale. Il Congresso è un evento religioso ma può portare suoi benefici influssi anche in altri campi. Ecco, mi auguro che questo evento porti ad una ripresa religiosa ma che arrivi anche ad incidere dal punto di vista lavorativo. E questo augurio è senza dubbio quello che esprimerà il Santo Padre che sta per arrivare ad Ancona”.

© Copyright Corriere Adriatico, 9 settembre 2011

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