lunedì 21 novembre 2011

A conclusione del viaggio in Benin il Papa affida alla Chiesa in Africa il compito di essere sale e luce del mondo (O.R.)

A conclusione del viaggio in Benin il Papa affida alla Chiesa in Africa il compito di essere sale e luce del mondo

Terra di speranza

La vicinanza e l'incoraggiamento di Benedetto XVI ai poveri, ai malati di Aids e a tutti i dimenticati della società

L'Africa "è una terra di speranza": è questa l'"intima convinzione" che ha spinto Benedetto XVI a visitare per la seconda volta un continente verso il quale nutre "una stima e un affetto particolari". È stato lui stesso a confidarlo domenica pomeriggio, 20 novembre, proprio al momento di congedarsi dal Paese a conclusione del viaggio iniziato venerdì 18. "Autentici valori, capaci di ammaestrare il mondo - ha affermato nel discorso conclusivo pronunciato all'aeroporto di Cotonou - si trovano qui e non chiedono altro che di sbocciare con l'aiuto di Dio e la determinazione degli Africani".
Al Benin, in particolare, il Papa ha chiesto di farsi artefice di "fraternità" per costruire l'unità tra le persone, le etnie e i popoli. "Vivere insieme da fratelli, nonostante le legittime differenze - ha sottolineato - non è un'utopia. Perché un paese africano non potrebbe indicare al resto del mondo la strada da prendere per vivere una fraternità autentica nella giustizia fondandosi sulla grandezza della famiglia e del lavoro?".
Significativo, in tal senso, è il contributo che offre l'esortazione apostolica post-sinodale Africae munus, consegnata dal Papa alla Chiesa del continente nel corso della celebrazione eucaristica di domenica mattina, nello stadio dell'Amicizia di Cotonou. "Essa apre prospettive pastorali e interessanti iniziative" ha detto il Pontefice, aggiungendo: "La affido a tutti i fedeli africani che sapranno studiarla con attenzione e tradurla in azioni concrete nella loro vita quotidiana".
Proprio alla luce di questa consegna, Benedetto XVI ha invitato i credenti a vivere il battesimo seguendo la via del servizio indicata da Cristo, che "è diventato uomo facendosi il servo del più piccolo dei suoi fratelli". Allo stesso modo il cristiano è chiamato a essere attento "al grido del povero, del debole, dell'emarginato". Il pensiero del Papa è andato in particolare ai malati, soprattutto quelli di Aids, e a tutti gli emarginati della società. "Ogni malato, ogni povero - ha ricordato - merita il nostro rispetto e il nostro amore, perché attraverso di lui Dio ci indica la via verso il cielo". Un richiamo del quale si è avvertita l'eco già sabato pomeriggio durante l'incontro, singolare e toccante, con i bambini del Benin nella parrocchia di Santa Rita a Cotonou. Ai piccoli il Pontefice ha chiesto di sostenerlo con la preghiera, ricordando in particolare tutti i bambini del mondo "che soffrono la malattia, la fame e la guerra".

(©L'Osservatore Romano 21-22 novembre 2011)

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