giovedì 17 novembre 2011

Il Papa in Benin per esaltare l'impegno dell'Africa ignorato dai media (Izzo)

PAPA: IN BENIN PER ESALTARE L'IMPEGNO DELL'AFRICA IGNORATO DAI MEDIA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 nov.

A 84 anni compiuti, Benedetto XVI si sottopone eroicamente da domani alle fatiche del suo 22 esimo viaggio apostolico all'estero, tornando in Africa per consegnare domenica prossima ai rappresentanti delle 40 Conferenze Episcopali del Continente riuniti a Cotonou, in Benin, l’Esortazione Apostolica "Africae munus" (in italiano "L’impegno dell’Africa"), che in un’ottantina di pagine raccoglie quanto emerso nel Sinodo Africano dell’ottobre 2009, che fu preceduto nel marzo di quell'anno da un primo pellegrinaggio papale in Camerun e Angola per la consegna dell'Instumentum Laboris che fu poi la base dei lavori presieduti con grande assiduita' dallo stesso Papa Ratzinger in Vaticano. Ma sia quel viaggio che il Sinodo Africano furono oscurati da un "incidente" che per mesi polarizzo' l'attenzione dell'opinione pubblica spostandola dai problemi reali che Papa e vescovi coraggiosamente denunciavano: una risposta sul tema dell'Aids, riferita in modo incompleto da alcuni media internazionali, i quali omisero di riferire quanto Ratzinger aveva detto circa il grande "si'" all'aiuto ai malati e ai poveri che la Chiesa pronuncia ogni giorno in Africa, fu utilizzata (anche da esponenti di diversi governi e parlamenti europei) per riproporre le solite polemiche riguardo all'uso del preservativo, che tra l'altro il Pontefice si era guardato bene dal demonizzare sottolineando invece semplicemente che la sua diffusione non ha risolto il dramma della diffusione dell'epidemia. Una risposta che risulta ancora oggi "censurata" in alcuni libri dedicati al Pontificato e i cui contenuti, prima di tutto proprio il richiamo all'impegno che da il titolo al docuimento papale, arricchiti dal dibattito sinodale, saranno ora al centro del nuovo viaggio.
Nel suo intervento al termine del Sinodo - pronunciato completamente a braccio - due anni fa il Papa teologo defini' "una sfida non facile" il tema "Riconciliazione, giustizia e pace" perche' implica certamente una forte dimensione politica, anche se è evidente che riconciliazione, giustizia e pace non sono possibili senza una profonda purificazione del cuore, senza un rinnovamento del pensiero, una 'metanoia', senza una novità che deve risultare proprio dall’incontro con Dio.
Ma anche se questa dimensione spirituale è profonda e fondamentale, pure la dimensione politica è molto reale, perché senza realizzazioni politiche, queste novità dello Spirito comunemente non si realizzano. Perciò la tentazione poteva essere di politicizzare il tema, di parlare meno da pastori e più da politici, con una competenza, così, che non è la nostra". "L’altro pericolo - disse il Papa tedesco riassumendo bene le difficolta' emerse nelle discussioni tra i vescovi africani - è stato proprio per fuggire da questa tentazione: quello di ritirarsi in un mondo puramente spirituale, in un mondo astratto e bello, ma non realistico. Il discorso di un pastore, invece, deve essere realistico, deve toccare la realtà, ma nella prospettiva di Dio e della sua Parola. Quindi questa mediazione comporta da una parte essere realmente legati alla realtà, attenti a parlare di quanto c’è, e dall’altra non cadere in soluzioni tecnicamente politiche; ciò vuol dire indicare una parola concreta, ma spirituale". «Alzati, Chiesa d'Africa», esortò poi Joseph Ratzinger nella messa concelebrata in San Pietro al termine del Sinodo affermando che la Nuova Evangelizzazione «assume oggi il nome della riconciliazione» e richiede di «instaurare rapporti di giustizia tra gli uomini per costruire una pace equa e duratura...». In sostanza, dunque, Benedetto XVI intende valorizzare il ruolo del continente africano come «polmone spirituale» di un mondo in crisi di spiritualità e come portatore di una cultura e una religiosità su cui il cristianesimo può innervarsi positivamente, come testimonia l'appello fortissimo lanciato nelle scorse settimane, ricevendo i vescovi angolani, ai quali ha chiesto la difesa di bimbi e anziani, vittime della stregoneria e delle pratiche magiche.
La consegna dell'Esortazione Apostolica avverra’ nello "Stade de l’amitie’" dove Papa Ratzinger celebrera’ una messa che sara' trasmessa in diretta anche da Rai Uno.La firma, invece,
riunira' i vescovi dell'Africa il giorno prima, nella Cattedrale dell’Immacolata Concezione di Maria a Ouidah, l’altra citta’ del Benin toccata dal Pontefice, che approfittera' della circostanza anche per pregare sulla tomba di un suo amico carissimo, il cardinale Bernardin Gantin. Il porporato africano, scomparso nel 2008 a 86 anni, a lungo e’ stato decano del Collegio Cardinalizio e prefetto della Congregazione dei Vescovi, portando il suo paese all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale, come ricorda la decisione di intitolargli l’aeroporto internazionale di Cotonou, dove Benedetto XVI atterrera’ il 18 novembre alle 15 e da dove ripartira’ alla volta di Ciampino domenica 20 alle 16,30.
"Il viaggio non e’ lungo ma e’ molto impegnativo per una persona di 84 anni", ha sottolineato il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, presentando il programma ai giornalisti.
Il Benin sara’ il terzo paese dell’Africa visitato da Benedetto XVI, nei 27 anni del suo Pontificato Giovanni Paolo II ne visito’ invece 42. Ma - come ha fatto notare nei giorni scorsi padre Lombardi rassicurando i giornalisti sulle buone condizioni di salute di Papa Ratzinger - Karol Wojtyla aveva un’eta’ "decisamente piu’ giovane" quando affrontava viaggi impegnativi che in Africa lo portavano in piu’ Paesi, moltiplicando cosi’ i voli e gli impegni di protocollo che ovviamente appesantiscono in modo notevole i viaggi pastorali.
"Benedetto XVI - ha detto il suo portavoce - continua a fare questi viaggi impegnativi per motivi importanti e non troppo locali, misurando le forze e le possibilita’ per farli bene. Personalmente - ha aggiunto - io sono ammirato della sua disponibilita’ ad intraprendere missioni cosi’ faticose. Il programma del viaggio e’ dunque proporzionato alla forza e all’eta’". Benedetto XVI, in Benin, parlerà prevalentemente in francese. In qualche momento anche in inglese e in portoghese, cioe' le altre lingue piu' parlate nel Continente e i discorsi saranno in tutto dodici. C'e' attesa in particolare per quello che il Papa dira' nel palazzo presidenziale di Cotonou, alle autorità istituzionali e politiche, al corpo diplomatico, a uomini di cultura e a rappresentanti delle principali religioni. «L'Occidente parla solo dei mali dell'Africa o parla dell'Africa solo se sono coinvolti i propri interessi, come nel caso della Libia e di Gheddafi, anche per questo per noi africani è importante che il Papa venga in Africa e manifesti la vicinanza della Chiesa», ha detto da parte sua padre Jean Pierre Bodijoko, responsabile del programma africano della Radio Vaticana «Il prossimo viaggio del papa sarà una occasione per incoraggiare il continente africano nel suo insieme, consapevoli che i problemi ci sono, ma per l'Africa c'è anche il futuro», gli ha fatto eco il portavoce padre Federico Lombardi.

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1 commento:

laura ha detto...

Veramente eroica la fatica a cui i sottopone il Papa. esempio di coraggio e di ficucia totale nel Signore che Lo ha chiamato a servire e a confermare i frateli nella fede. Papa Benedetto è Grandissimo! preghiamo per Lui!