PAPA: CARITA' E' BENE FONDAMENTALE, NESSUNO PUO' SOTTRARSI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 12 feb.
"La carita' e' il bene fondamentale che nessuno puo' mancare di mettere a frutto e senza il quale ogni altro dono e' vano". Lo ha affermato Benedetto XVI nel breve discorso che ha preceduto l'Angelus.
"Solo praticando la carita' - ha spiegato - anche noi potremo prendere parte alla gioia del nostro Signore".
In merito, il Pontefice teologo ha ricordato un commento di san Gregorio Magno, per il quale "a nessuno il Signore fa mancare il dono della sua carita', dell'amore".
"E' percio' necessario - ha scandito rivolgendosi ai 40 mila fedeli presenti oggi con le parole di quel suo grande predecessore vissuto tra il sesto e il settimo secolo - che poniate ogni cura nella custodia della carita', in ogni azione che dovete compiere".
Per Benedetto XVI, che ha usato ancora le parole di Gregorio I, "la vera carita' consiste nell'amare tanto gli amici quanto i nemici e se uno manca di questa virtu', perde ogni bene che ha, e' privato del talento ricevuto e viene buttato fuori, nelle tenebre", come accadde al "servo stolto e infedele" protagonista della parabola dei talenti letta nella liturgia odierna.
"La Vergine Maria - e' stato l'auspicio conclusivo di Papa Ratzinger - ci sia maestra di operosa e gioiosa vigilanza nel cammino verso l'incontro con Dio".
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PAPA: DOBBIAMO IMPARARE A USARE BENE LA VITA, DOPO C'E' GIUDIZIO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 12 nov.
Il Vangelo ci insegna ad usare bene i doni di Dio che "chiama ogni uomo alla vita e gli consegna dei talenti, affidandogli nel contempo una missione da compiere".
Lo ha affermato Benedetto XVI prima dell'Angelus, in un breve discorso dedicato alla parabola dei talenti.
"Sarebbe da stolti - ha spiegato - pensare che questi doni siano dovuti, cosi' come rinunciare ad impiegarli sarebbe un venir meno allo scopo della propria esistenza".
"Cari fratelli - ha esortato il Pontefice rivolto ai ai 40 mila fedeli presenti oggi in piazza San Pietro - accogliamo l'invito alla vigilanza, che e' l'atteggiamento di chi sa che il Signore ritornera' e vorra' vedere in noi i frutti del suo amore".
"La Parola di Dio di questa domenica - ha rilevato il Papa teologo - ci ammonisce circa la provvisorieta' dell’esistenza terrena e ci invita a viverla come un pellegrinaggio, tenendo lo sguardo rivolto alla meta, a quel Dio che ci ha creato". "Dio - ha scandito - e' il nostro destino ultimo e il senso del nostro vivere", mentre "passaggio obbligato per giungere a tale realta' definitiva e' la morte, seguita dal giudizio finale".
E se l'apostolo Paolo ricorda che "il giorno del Signore verra' come un ladro di notte", cioe' senza preavviso, per Papa Ratzinger, "la consapevolezza del ritorno glorioso del Signore Gesu' ci sprona a vivere in un atteggiamento di vigilanza, attendendo la sua manifestazione nella costante memoria della sua prima venuta".
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PAPA: RENDE ONORE A DON LAMPERT, MARTIRE AUSTRIACO DEL NAZISMO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 13 nov.
Benedetto XVI ha voluto rendere omaggio oggi alla memoria del sacerdote martire austriaco Carl Lampert, "ucciso - ha detto - nel tempo oscuro del nazionalsocialismo".
Decapitato a Halle sulla Saale, in Sassonia, alle 16 del 13 novembre 1944, Carl Lampert, il sacerdote diocesano austriaco al quale durante la seconda guerra mondiale era stata affidata come vicario l’Amministrazione Apostolica di Innsbruck, sara' beatificato questo pomeriggio nella citta' del Tirolo dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Protagonista dopo l'annessione del conflitto tra Chiesa tirolese e Amministrazione regionale nazista, fu arrestato nel 1939 e tradotto nel campo di concentramento di Dachau. Liberato e confinato a Stettino fu poi riarrestato nel '43 insieme ad altre 40 persone con l’accusa di favoreggiamento ostile, diffusione di informazioni militari ed ascolto di trasmittenti nemiche.
I due processi che seguirono si conclusero con la condanna a morte per spionaggio. Venne decapitato insieme ad altri due sacerdoti, Herbert Simoleit e Friedrich Lorenz e mori' pronunciando i nomi di Gesù e di Maria.
Benedetto XVI che ne ha riconosciuto il martirio, ha ricordato oggi che in "un interrogatorio che avrebbe potuto portarlo alla liberta', testimonio' con convinzione: 'Io amo la mia Chiesa. Io rimango fedele alla mia Chiesa e anche al sacerdozio. Io sto dalla parte di Cristo e amo la sua Chiesa'".
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