martedì 8 novembre 2011

Il problema dell'atteggiamento dei vescovi di fronte agli attacchi contro il Cristianesimo e contro i suoi simboli (La Croix)

Clicca qui per leggere la traduzione dell'articolo.

Analizziamo alcune affermazioni (in corsivo i miei commenti):

Intervenire, rischiando di gettare olio sul fuoco? O invece tacere, e farsi superare da cattolici “più attivisti”?

Beh, fra il gettare l'olio sul fuoco e l'atteggiamento dello struzzo c'e' una bella differenza.

“Gesù non ha sguainato la spada”, ricorda ad esempio Mons. Laurent Ulrich, arcivescovo di Lilla.

Si', ma non e' rimasto in silenzio rispetto ai vizi della societa'.

Neanche il termine di “cristianofobia” per definire un clima anticristiano trova sostenitori tra i vescovi, salvo poche eccezioni.

Complimenti!

Da qui deriva la collera dell'arcivescovo di Digione, Mons. Roland Minnerath, che ritiene che sia responsabilità del vescovo, in quanto pastore, farsi carico dello smarrimento del popolo cattolico...

Finalmente!

Il vescovo di Digione afferma di aver ricevuto molte lettere di persone che gli rimproverano “un assordante silenzio” della Chiesa.

Sacrosanto! Bravissimi fedeli!

Una novità che preoccupa l'arcivescovo di Bordeaux, il cardinale Jean-Pierre Ricard: “È sempre esistita una corrente di estrema destra cattolica e politica, caratterizzata da azioni violente. Ma oggi, quelle azioni vengono legittimate e giustificate da cattolici sconcertati dalla secolarizzazione, e che hanno l'impressione di essere sbeffeggiati”.

E allora cessi il lassismo della gerarchia cattolica!

Vingt-Trois ha tuttavia messo in guardia contro il ricorso ad una “strategia di minoranza”.

Il Cattolicesimo e' religione di minoranza!
R.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

I tuoi commenti sono un'ottima sintesi, Raffa. La maggioranza di loro è tiepida, timorosa del giudizio dei media e, apparentemente, indifferente a ciò che di loro possono pensare i fedeli che, giustamente, iniziano a seccarsi di fronte all'ignavia dei loro pastori. Sotto certi versi si comportano da partito politico e non da apostoli di Cristo di cui, evidentemente, non temono il giudizio, più preoccupati che il prossimo sondaggio li descriva come integralisti. Si rassegni il card. 23 siamo una minoranza, ma creativa, come dice il nostro Benedetto, e con un potenziale enorme donatoci da Cristo.
Alessia

Raffaella ha detto...

Si', cara Alessia!
La maggioranza dei vescovi si comporta come la classe politica o attua i principi della diplomazia.
Cristo non era ne' diplomatico ne' politico ed era cosi' scomodo e poco "mediatico" per l'epoca da essere condannato ad una morte atroce.
Forse e' davvero consigliabile liberarsi dai lacci diplomatici ed imparare a parlare chiaro.
R.

Anonimo ha detto...

Raffaella,
io farei una piccola proposta ai reverendissimi vescovi, cardinali ecc ecc ecc.
Penso ci ricordiamo tutti quanti il detto "quello che avete fatto a uno dei miei fratelli, l'avete fatto a me".
Invertiamo i termini: "quello che avete fatto a me, l'avete fatto a tutti i miei fratelli".
I reverendissimi di cui sopra sarebbero cosi' felici di essere presi a "pietre e oggetti"?