giovedì 10 novembre 2011

Incomprensioni. Chiesa cattolica e media: il commento di Giovanna Chirri

Incomprensioni. Chiesa cattolica e media: il commento di Giovanna Chirri

(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 10 NOV

Gli ''uomini di Chiesa'' devono volgere in ''virtu''' i cinque ''vizi'' del giornalismo, e devono essere piu' ''comprensivi nei confronti del lavoro'' dei giornalisti'': se e' vero che Dio ci ha dato gli occhi per vedere le violazioni alla verita', ''ci ha dato anche le palpebre per chiudere un occhio''.
Mano tesa del cardinale Gianfranco Ravasi al mondo dell'informazione, nel tirare le conclusioni della giornata di studi che l'Osservatore romano, per i suoi 150 anni, ha dedicato a ''Incomprensioni. Chiesa cattolica e media'', affidando a relatori internazionali il compito di disegnare lo stato dell'arte su questo tema sensibile nel pontificato di Benedetto XVI e nei precedenti. E nella ricerca di dialogo tra Chiesa e media, rileva il direttore del giornale del Papa, Giovanni Maria Vian, ''e' in gioco l'immagine non solo della Chiesa ma anche della stampa''.
''Incidenti'' o addirittura ''disastri'' tra Chiesa e media risalgono gia' ai tempi di Paolo VI, dopo l'Humanae vitae, e la possibilita' della Chiesa di comunicare con il mondo non potra' mai prescindere dalla propria inattualita', dal proprio essere sempre su una lunghezza d'onda parzialmente diversa dal mondo, dal dover confrontarsi con le logiche del tempo che non sono mai completamente sue. Queste le due chiarificazioni principali della giornata di studi, voluta dagli organizzatori per un fornire un contributo sereno, di studio e di riflessione, alla discussione su temi a volte scabrosi, le ''spine'', come le ha definite Vian, che hanno messo in difficolta' la Chiesa. Al tavolo dei relatori si sono alternati, dopo le relazioni degli storici Lucetta Scaraffia e Andrea Riccardi, Jean Marie Genois del Figaro, Antonio Pelayo, per anni presidente della stampa estera in Italia, Paul Badde del Welt e John Hooper del Gardian, mentre John Allen del National Catholic Reporter, bloccato da un aereo non partito a Den Denver, ha inviato la sua relazione su ''lo scandalo degli abusi, una tempesta perfetta'', che e' stata letta in aula e molto apprezzata dal pubblico.
Lucetta Scaraffia ha tracciato la fine della ''luna di miele'' tra media e papi, dopo il periodo conciliare, identificando la ''cesura'' nella Humanae vitae di Paolo VI. e Andrea Riccardi ha analizzato la percezione, all'inizio tutt'altro che positiva, di Giovanni Paolo II nella opinione pubblica. Pelayo ha analizzato la genesi dell'''incidente'' di Ratisbona: ''gli inviati al seguito del Papa - ha detto -cercano una lettura comune che renda spendibile sui media il discorso del Papa, ma cosi' si perde la autonomia del proprio giudizio''. ''C'e' un problema di preparazione dei giornalisti - gli fa eco Vian - e un problema di situazione culturale generale, c'e' un problema nei desk''.
''I giornalisti - osserva Marco Politi - cercano un elemento di interesse e essenzializzazione, se la Santa Sede lo accetta sulle cose positive, deve riconoscerlo anche nei momenti critici''.
Primo vizio da volgere in virtu', ha dunque tirato le fila il presidente del Pontificio consiglio per la cultura Ravasi, e' la ''semplificazione'', che puo' essere trasformata in ''essenzialita'''. Secondo vizio, ''trovare subito qualcosa ad effetto'', ebbene, gli ecclesiastici si ricordino che Cristo parlava partendo dal concreto, dai segni. Se poi i media cercano sempre il ''piccante, lo scandalistico'' e si innamorano del solo fatto che un Papa possa parlare di condom, la Chiesa curi l'incisivita' del messaggio. Il vizio della ''approssimazione'', della disinformazione e delle mitologie sulla religione, insegni alla Chiesa a ''tener conto anche di coloro che hanno bisogno di spiegazioni''. Infine, se vogliono combattere il ''pregiudizio'' gli uomini di Chiesa facciano in modo che ''nella comunicazione ci sia gia' consistenza, altrimenti il pregiudizio trionfa''.

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8 commenti:

Anonimo ha detto...

politi era presente in sala stampa?
io questo vaticano non lo capisco.

Raffaella ha detto...

:-)
A chi lo dici...
R.

Fabiola ha detto...

Si tratterà di "porgere l'altra guancia". Purchè non porgano la guancia degli altri!

Anonimo ha detto...

Meglio non polemizzare

Anonimo ha detto...

Il problema e' che puoi "porgere l'altra guancia" solo una volta... poi le guance sono finite. :)

Raffaella ha detto...

Si', ma qui si tende a offrire sempre la guancia del Papa :-)
R.

Anonimo ha detto...

Altro che sbatterli fuori dalla sala stampa a calci e ridurre gli accrediti a coriandoli. Qui fra un po' li faranno santi P & Co. Dove siete Seewald e Navarro-Valls. Possibile che, escluso Papa Benedetto e pochissimi altri, il vaticano sia bazzicato da gente senza attributi?
Alessia

Anonimo ha detto...

Comunque Politi non era tra i relatori e nessun altro mi sembra lo citi. Si vede che per l'Ansa e la Chirri è imprescindibile sapere sempre che ne pensa lui.
Alberto