Il discorso dell'ambasciatore
Stretta cooperazione con la Santa Sede
Santità
è per me una straordinaria gioia ed un onore poterLe presentare oggi le Lettere Credenziali con le quali il Presidente della Repubblica Federale di Germania mi accredita come Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica Federale di Germania presso la Santa Sede. Mi permetto di consegnarLe al contempo la lettera di richiamo del mio predecessore, Ambasciatore Dr. Walter Rirgen Schmid.
Mi consenta in primo luogo di trasmetterLe, Santo Padre, i più cordiali saluti del Presidente Federale Christian Wulff e dell'intero Governo Federale. Il Presidente Federale, ancora nel vivissimo ricordo degli incontri personali intercorsi durante la Sua visita ufficiale in Germania nel mese di settembre, mi ha pregato di esprimerLe il suo profondo interesse ad un prosieguo dello scambio di opinioni.
La Sua visita nella Sua Patria ha potuto consolidare ulteriormente l'eccellente stato dei rapporti fra la Santa Sede e la Repubblica Federale di Germania. Questo viene evidenziato non solo dalla intensità e dalla molteplicità dei Suoi colloqui con gli organi costituzionali della Repubblica Federale di Germania. Molte persone in Germania sono state felici e grate che Lei -- sia come Capo della Chiesa Cattolica che come connazionale abbia fatto visita alla Germania.
Ne hanno dato altresì conferma le numerose presenze alle sante messe da Lei celebrate e il forte interesse dei mezzi di comunicazione sociale nonché dell'opinione pubblica. Al termine della Sua visita, il Presidente Federale Wulff ha concluso: «La Sua visita in Germania ha entusiasmato e stimolato tanta gente a continuare a dialogare sulle questioni importanti anche della fede -- ovvero ad istaurare un nuovo dialogo».
Nel Suo discorso dinnanzi al Bundestag tedesco Lei ha esposto che il diritto e ciò che è giusto attingono da fonti subordinate non solo a quanto è umanamente possibile e al puro positivismo delle circostanze. La Repubblica Federale di Germania quale Stato di diritto democratico il cui popolo nella Legge Fondamentale evidenzia la «consapevolezza della sua responsabilità davanti a Dio e agli uomini» ed esprime la sua volontà «di servire la pace nel mondo quale membro a pari diritti di un'Europa unita», sente l'impegno che emana dalle Sue riflessioni. Indubbiamente queste riflessioni riecheggeranno nella discussione pubblica in Germania.
Anche il Suo appello ad «ascoltare il linguaggio della natura e rispondervi coerentemente» incontra in Germania una disponibilità ampiamente condivisa a cercare un nuovo stile nella gestione del creato e dell'ambiente. I rapporti bilaterali sono buoni e fiduciosi, sostenuti da intensi contatti fra gli organi decisionali del Bund nonché dei Länder e della Santa Sede, soprattutto però anche dal possente flusso di pellegrini tedeschi in visita ai luoghi santi ed i partecipanti alle preghiere dell'Angelus nonché alle udienze generali. Le relazioni poggiano su una consolidata rete di intese e accordi concordatari che creano i presupposti di diritto pubblico sui rapporti Stato-Chiese per la cura pastorale dei credenti cattolici in Germania e la collaborazione fra Chiesa cattolica e autorità statali nel Bund e nei Länder. Le strutture fra Stato e Chiesa cattolica ed evangelica istauratesi nella Repubblica Federale di Germania sono il risultato di un processo di crescita storica e, nei lunghi anni di prassi, hanno dato prova della loro validità. La Repubblica Federale di Germania nel suo complesso è grata per i notevoli contributi resi dalla Chiesa cattolica alla coesione sociale e alla società in Germania. Nel suo messaggio di benvenuto rivolto a Lei a Berlino, il Presidente Wulff li ha definiti «irrinunciabili». In virtù della Legge Fondamentale, Chiesa e Stato sono separati.
La Chiesa non è però una società parallela. Vive, come ha detto il Presidente Federale, «al centro di questa società, al centro di questo mondo e al centro di quest'epoca». Per il Governo Federale l'impegno a favore dei diritti universali dell'uomo riveste un'importanza estremamente elevata. In questo senso è consapevole di concordare in larga misura con le mete della Santa Sede. Nel Suo ultimo messaggio in occasione della Giornata Mondiale della Pace e nel Suo discorso dinnanzi al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, Lei ha menzionato i pericoli mondiali per la libertà di religione e fede. Il Suo pensiero è rivolto soprattutto al destino delle minoranze cristiane in tutto il mondo, in particolare nel Medio e Vicino Oriente, che negli scorsi mesi attraversa sconvolgimenti, ma anche rivolgimenti pieni di speranza. Il Governo Federale condivide la Sua preoccupazione e, unitamente ai suoi partner nell'Unione Europea, è disponibile in questo campo ad una stretta cooperazione con la Santa Sede.
L'impegno congiunto a favore dei diritti dell'uomo e della libertà di religione viene integrato dagli sforzi -- nell'ambito del dialogo interreligioso e interculturale oltre i confini delle comunità di fede e delle culture -- per ascoltarsi vicendevolmente, per conoscersi meglio, per dare prova di solidarietà e misericordia. E questo è un obiettivo sia della Repubblica Federale di Germania che della Santa Sede: come in quasi tutti i Suoi viaggi all'estero, anche nel corso del Suo soggiorno in Germania Lei ha segnalato in innumerevoli colloqui il Suo forte interesse particolarmente verso una collaborazione delle grandi religioni monoteistiche mondiali -- Cristianesimo, Ebraismo, Islam. Il Governo Federale ne è grato, attribuendo al dialogo delle religioni e delle culture un'alta priorità di politica estera.
La Sua visita al Convento degli Agostiniani di Erfurt nonché il Suo incontro con esponenti sia della Chiesa evangelica che ortodossa hanno rappresentato importanti espressioni ecumeniche e segnali ai cristiani di tutte le confessioni cristiane verso la ricerca di una maggiore comunanza e unità. L'unità della cristianità continua ad essere per la realtà sociale in Germania, anche in un ambito secolare, di massima importanza. Il Governo Federale saluta con favore i contributi congiunti delle Chiese in merito a questioni etiche fondamentali che danno orientamento e giovano alla coesione sociale, e pertanto considera auspicabili ulteriori progressi nell'ambito dell'ecumenismo.
In passato le eccellenti relazioni fra la Repubblica Federale di Germania e la Santa Sede sono state di frequente integrate da misure particolari e progetti bilaterali. Questi rapporti dovrebbero venire ulteriormente potenziati, soprattutto in ambito culturale e universitario. Mi preme ricordare espressamente il Suo gesto di grande generosità compiuto in occasione della Sua visita in Germania a favore del prestito della Madonna di Foligno di Raffaello proveniente dai Musei Vaticani. In questo modo Lei ha reso possibile la Mostra di Dresda Himmlischer Glanz, in Germania una delle più straordinarie esposizioni di arti figurative di quest'anno.
Santo Padre, la presentazione delle mie Lettere Credenziali avviene in un periodo di perdurante crisi finanziaria ed economica, in Europa e nel mondo. In Europa dobbiamo affrontare grandi sfide che penetrano fino al cuore delle nostre società. In una tale situazione, le riflessioni della Sua Enciclica Caritas in veritate rivestono un'importanza particolare. L'economia di mercato sociale, consolidatasi in Germania per anni, deve molto alla dottrina sociale cattolica. Il Suo appello per il bene comune come forma istituzionale dell'amore per il prossimo rafforza l'inclusività di una politica della giustizia sociale, che intende contrastare una semplice dinamica dei mercati e quindi la frammentazione delle società. Anche le Sue osservazioni presentate dinnanzi al Bundestag tedesco sull'identità interiore dell'Europa e sul comune patrimonio spirituale e culturale sono da collocarsi in questo contesto. Pertanto, il Governo Federale ribadisce con convinzione la sua politica dell'integrazione europea e il suo impegno a favore della pace e dello sviluppo. Santo Padre, mi permetta di cogliere l'occasione per ringraziarLa per la fiducia sempre concessa al mio predecessore Ambasciatore Dr. Walter Jurgen Schmid. Allo stesso tempo La prego di accordare anche a me questa fiducia personale. Gli eccellenti rapporti fra la Repubblica Federale di Germania e la Santa Sede rappresentano per me un compito e un dovere che mi onorano. Le assicuro la mia piena volontà a cooperare strettamente e fiduciosamente, come si confà alla tradizione degli ottimi rapporti che legano la Repubblica Federale di Germania e la Santa Sede nonché la mia più alta stima per l'operato di Sua Santità.
(©L'Osservatore Romano 7-8 novembre 2011)
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