domenica 13 novembre 2011

Lectio di Bagnasco all'inaugurazione del master su religione e società: la mediazione serve non si può mediare su tutto. E' dovere della Chiesa dare giudizi su ordine politico. Ci sono umanesimi diversi e nei fatti inconciliabili (Izzo)

BAGNASCO: CON LECTIO INAUGURA IL MASTER SU RELIGIONE E SOCIETA'

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 12 nov.

Con la sua lectio magistralis su Chiesa e politica, il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, ha inaugurato questa mattina il nuovo Biennio Specialistico e Master di I livello su "Religione e Societa’" promosso dall’Istirtuto di Scienze Religiose Sant’Apollinare che fa capo alla Pontificia Universita’ della Santa Croce. Questa nuova iniziativa, afferma una nota, intende contribuire, tra le altre cose "al processo della nuova evangelizzazione dando una specifica attenzione all’attuale crisi antropologica ed etica
della politica e dell’economia e cercando nel contempo di approfondire le questioni al centro del dibattito scientifico".
Promosso dal cardinale Pietro Palazzini, storico prefetto della Congregazione delle cause dei santi, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose fu eretto dalla Congregazione dell’Educazione Cattolica il 17 settembre 1986. Nel 1988 monsignor Alvaro del Portillo, primo gran cancelliere della Pontificia Universita’ della Santa Croce oltre che prelato dell’Opus Dei, accolse la richiesta del cardinale Palazzini di porre l’Istituto sotto la tutela accademica della Facolta’ di Teologia del medesimo Ateneo.
Tra i curricula proposti dall’Istituto, ci sono gia’ il Corso Superiore di Scienze Religiose (laurea, al termine dei tre anni, e laurea magistrale, al termine del biennio specialistico) e il Corso biennale "Amore, Famiglia, Educazione" che rilascia il diploma in Cultura Cristiana della famiglia e dell’educazione.

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BAGNASCO: LA MEDIAZIONE SERVE MA NON SI PUO' MEDIARE SU TUTTO

Salvatore Izzo

(AGI) - CDV, 12 nov.

Anche "se non ci fosse pluralismo politico, ideologico, etico e culturale", in politica la mediazione resterebbe "uno strumento indispensabile", perche’ rende possibile il passaggio "tra il valore e la storia". Ma per il cardinale Angelo Bagnasco, che ha aperto questa mattina l’anno accademico della Pontificia Universita’ della Santa Croce, "non tutto puo’ essere oggetto di mediazione: ci sono delle frontiere". E oggi, ha scandito il porporato, "in Italia e ancor di piu’ in Europa, siamo su una frontiera dove la categoria della mediazione diventa l’uccisione dei valori che si vogliono mediare".
"Mediare su questa frontiera - ha spiegato il presidente della Cei - e’ uccidere l’umano, non e’ piu’ buona politica.
Per questo quando si dice ’lasciamo stare i valori divisivi, non parliamo solo di carita’, la Chiesa non e’ d’accordo: essa non puo’ tradire l’umano e il Signore". La mediazione, dunque, e’ "certamente una categoria importante, tanto che la politica e’ stata definita come l’arte della mediazione. E’ uno strumento necessario della vita politica e sociale, e deve pertanto essere utilizzato bene, sapendo che su moltissime cose ci possono e devono essere mediazioni, sintesi, buone sintesi, per servire non gli interessi di parte ma non si puo’ mediare su tutto". Tra i docenti dell’ateneo romano dell’Opus Dei, sedeva questa mattina anche la deputata dell’Udc Paola Binetti.

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BAGNASCO: E' DOVERE DELLA CHIESA DARE GIUDIZI SU ORDINE POLITICO


Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 12 nov.

Anche se "la Chiesa in nessuna maniera si confonde con la comunita’ politica e non e’ legata a nessun sistema politico", essa ha il dovere di "dare il suo giudizio morale anche su cose che riguardano l’ordine politico, quando cio’ sia richiesto dai diritti fondamentali della persona e
dalla salvezza delle anime". Lo ha ricordato oggi il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, nella lectio magistralis con la quale ha aperto l’anno accademico della Pontificia Universita’ della Santa Croce, l’ateneo romano dell’Opus Dei.
La Chiesa, ha sottolineato il porporato, "incoraggia e sollecita i fedeli laici a partecipare alla vita politica della societa’, ma nello stesso tempo ribadisce la necessita’ di una giusta visione dei rapporti tra Comunita’ ecclesiale e comunita’ politica". Esiste, ha spiegato in proposito Bagnasco, una distinzione, riaffermata dal Concilio, "tra le azioni che i fedeli, individualmente o in gruppo, compiono in proprio nome, come cittadini guidati dalla coscienza cristiana, e le azioni che essi compiono in nome della Chiesa in comunione con i loro pastori". Ma, ha aggiunto, ci sono "specifici contributi" che "la Chiesa offre alla societa’ e all’ordine politico in ordine al perseguimento del bene comune, scopo specifico dell’azione politica".
"In primo luogo - ha elencato il presidente dei vescovi italiani - la Chiesa, nella luce di Cristo Sapienza del Padre mantiene vivo nel mondo il senso della verita’". Infatti, "fa parte della sua missione l’educazione alla verita’ nella duplice realta’ del gusto e della fatica della ricerca, e della verita’ scoperta". E questo aspetto e’ particolarmente urgente in "un temo nel quale la ricerca e’ orientata prevalentemente verso il mondo empirico, considerato l’unica realta’, e la ragione e’ usata in modo riduttivo, incompleto, nella prospettiva positivista". Inoltre, "la Chiesa svolge una funzione pedagogica rispetto alla coscienza". E in questo modo "la Chiesa salvaguardia il carattere trascendente della persona umana".
Insomma, per il cardinale Bagnasco, "la Chiesa non ha solo da fare, come a volte si vorrebbe: fare la carita’, essere un’agenzia sociale, creare reti di pronto intervento e di solidarieta’, perche’ questo unisce e non divide. La Chiesa ha anche da dire, ha innanzitutto da dire perche’ il suo fare e’ radicato nell’annuncio". E deve farlo "perche’ la societa’ non diventi disumana e la politica non diventi potere fine a se stesso". Questo, tanto piu’ oggi che "una certa cultura radicale, ispirata al diffuso nichilismo culturale, insiste sulla autonomia assoluta della politica dai valori etici oggettivi e quindi universali, e sostiene un’autonomia individuale priva di limiti salvo quello di non disturbare gli altri".
La Chiesa si rivolge con i suoi richiami a tutti, e in particolare ai cristiani impegnati in politica, che il presidente della Cei ha invitato pero’ a non cadere nel "confessionalismo". "Il credente - ha spiegato il presidente della Cei - non puo’ mettere mai tra parentesi la sua fede,
perche’ sarebbe mettere tra parentesi se stesso, vivere separato da se’". "Proprio perche’ la fede e’ totalizzante - ha ricordato il presidente della Cei - vale a dire salva tutto l’uomo - e l’uomo e’ un essere sociale aperto alle relazioni - la fede non puo’ non ispirare ogni ambito e azione, privato o pubblico che sia". "Chiedere o pretendere che i cristiani che hanno responsabilita’ pubbliche - ha aggiunto - sospendano la loro coscienza cristiana quando esercitano i loro doveri, e’ non solo impossibile ma anche ingiusto".
Una riflessione che Bagnasco ha voluto poi "completare perche’ non si concluda erroneamente che il cristiano impegnato in politica fa del confessionalismo e non rispetta il pluralismo culturale e la giusta laicita’ dello Stato e delle Istituzioni". "Quando diciamo - ha chiarito infine - che il credente non puo’ mettersi tra parentesi in nessun ambito di vita, neppure quello pubblico e politico, significa che nessun fedele puo’ compromettere o attenuare la salvaguardia delle esigenze etiche fondamentali".

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BAGNASCO: CI SONO UMANESIMI DIVERSI E NEI FATTI INCONCILIABILI

Salvatore Izzo

"La Chiesa e’ araldo di quell’umanesimo personalista e relazionale di cui gode l’Europa e l’Occidente intero". Lo ha affermato il cardinale Angelo Bagnasco nella lectio magistralis tenuta oggi in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico della Pontificia Universita’ Santa Croce, ateneo romano dell’Opus Dei.
"Gli umanesimi - ha ricordato il presidente della Cei con trasparente riferimento all’ideologia marxista - non sono equivalenti: da una visione antropologica immanente e individualista scaturisce una societa’ chiusa e appiattita sull’immediato". In proposito, il porporato ha citato le parole del Papa al Parlamento tedesco: "senza il fondamento trascendente dove troveranno ancora i valori etici? Per quale ragione impegnare la vita e fare sacrifici? Come rispondere al quesito insidioso: ha ancora senso essere onesti e dediti?".
Per il cristianesimo, ha spiegato Bagnasco, "l’uomo viene dal cuore della Trinita’ Santa e porta l’impronta della comunione trinitaria: l’uomo e’ relazione con Colui che lo crea, ed e’ relazione con il mondo e gli altri. E’ dunque un essere ontologicamente aperto". "Ne consegue - ha scandito il cardinale di Genova, che da giovane sacerdote e’ stato a lungo docente universitario e ha tenuto corsi sull’ateismo e il marxismo - un tipo di citta’ e di societa’ solidale nel segno del dono e dell’amore. Per questo il mondo ancora vive e puo’ sperare". "E’ l’umanesimo plenario aperto alla Trascendenza - ha concluso - quello che ha fatto storia e che tutt’ora promuove un grado altissimo di civilta’. Tutti ne godiamo, anche se non pochi oggi ne rinnegano le radici".

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