Padre Lombardi: l'economia in crisi ha bisogno di aprirsi a un orizzonte di gratuità
Parlare della gratuità come di un elemento innovatore del mondo della finanza può apparire una sterile provocazione. Eppure, in un momento in cui la corsa senza limiti al profitto attuata dai mercati e da chi vi specula ha gettato il mondo nella palude di una grave crisi, in molti si interrogano su quali possano essere dei validi modelli economici alternativi, in grado di garantire equità e sviluppo. Anche Benedetto XVI, nella Caritas in veritate, si è interrogato sulla questione, proponendo la visione della Dottrina sociale della Chiesa. Lo ricorda il nostro direttore, padre Federico Lombardi, in questo editoriale per il settimanale “Octava dies” del Centro Televisivo Vaticano:
Mentre la crisi economica travaglia il continente europeo e suscita tensioni, preoccupazioni e angosce in buona parte del mondo, sfidando le menti e le capacità di politici ed economisti, un piccolo contributo per ritrovare un punto di appoggio per la speranza comune potrebbe venire anche dal discorso del Papa ai giovani, riuniti a Roma in occasione dell’Anno europeo del volontariato. Si tratta di ricordarsi della “gratuità”, cioè del non vivere di soli interessi, ma anche di dono. Quella gratuità di cui il Papa aveva già parlato nell’ultima Enciclica scrivendo: “Il mercato della gratuità non esiste e non si possono disporre per legge atteggiamenti gratuiti. Eppure sia il mercato sia la politica hanno bisogno di persone aperte al dono reciproco”. E aggiungeva: “Perché vi sia vera giustizia è necessario aggiungere la gratuità e la solidarietà”; “bisogna andare oltre la logica degli equivalenti e del profitto fine a se stesso”.
Sono verità che non restano fra le nuvole, ma si radicano nell’esperienza quotidiana migliore, a cominciare dalla vita in famiglia. Per ispirare i giovani, il Papa ricorda anche le parole di Gesù: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date!” (Mt 10.8). Insomma, non di solo pane vive l’uomo. Ma anche di rapporti fra persone libere che si rispettano e si preoccupano le une delle altre e si amano, al di là dei calcoli. Di qui si ricostruisce la fiducia reciproca fra le persone e fra i popoli. E’ il punto di appoggio di cui c’è bisogno per risollevare il mondo.
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