Il Papa ai volontari cattolici europei riuniti in Vaticano
Strumenti dell’amore di Dio per una società più umana
La bontà esiste ed è in mezzo a noi.
I volontari cattolici sono il segno evidente di questa presenza nel momento in cui si fanno strumenti dell’amore di Dio al servizio dell’umanità.
Lo ha riconosciuto il Papa esprimendo «profonda gratitudine» ai milioni di volontari cattolici che contribuiscono, con regolarità e generosità, alla missione caritativa della Chiesa nel mondo.
L’occasione è stata l’udienza concessa venerdì mattina, 11 novembre, ai partecipanti all’incontro promosso dal Pontificio Consiglio Cor Unum nei giorni 10 e 11 novembre, nell’auditorium del palazzo San Pio X in Vaticano.
«Nel momento attuale caratterizzato da crisi e incertezza — ha detto il Pontefice rivolgendosi ai rappresentanti del volontariato cattolico europeo — il vostro impegno è motivo di fiducia perché mostra che la bontà esiste e che sta crescendo in mezzo a noi». E in questa testimonianza si intuisce «qualcosa della grandezza della vocazione umana a servire gli altri con le stesse libertà e generosità che caratterizzano Dio stesso».
In questo senso, i cristiani diventano anche strumenti visibili dell’amore divino in un mondo che, scosso dalla povertà, dalla solitudine, dall’emarginazione e dall’ignoranza, «anela profondamente a quell’amore».
Il Papa si è detto consapevole che il lavoro dei volontari cattolici non può rispondere a tutte le necessità dell’umanità. Tuttavia non ci si può scoraggiare, tanto meno ci si può lasciare sedurre da ideologie che vogliono cambiare il mondo secondo una visione puramente umana. «Il poco che possiamo riuscire a fare per alleviare i bisogni umani — ha evidenziato il Pontefice — può essere considerato come il buon seme che germoglierà e recherà molti frutti».
Oggi, il volontariato come servizio di carità è effettivamente divenuto un elemento universalmente riconosciuto della cultura moderna. Tuttavia non si possono dimenticare le sue origini legate alla particolare sollecitudine cristiana per la tutela, senza discriminazioni, della dignità della persona umana, creata a immagine somiglianza di Dio.
«Se queste radici spirituali vengono negate o oscurate — ha ammonito Benedetto XVI — e i criteri della nostra collaborazione divengono meramente utilitaristici, quel che c’è di più caratteristico nel servizio che offrite rischia di andare perduto, a detrimento della società nella sua interezza».
(©L'Osservatore Romano 12 novembre 2011)
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