lunedì 21 novembre 2011

Ultimo giorno in Benin, bagno di folla per il Papa allo stadio (TMNews)

Ultimo giorno in Benin, bagno di folla per il Papa allo stadio

Messa colorata a Cotonou per consegnare l'esortazione apostolica sul 'continente nero'

Roma, 19 nov. (TMNews)

Terza ed ultima giornata oggi per la visita in Benin di Papa Benedetto XVI. Il Pontefice ha lasciato questa mattina la Nunziatura Apostolica, per trasferirsi in auto allo "Stade de l'Amitié" di Cotonou, dove sta per iniziare a la Messa da lui presieduta, in occasione della pubblicazione dell'Esortazione Apostolica post-sinodale Africae munus della II Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi.
Concelebrano con il Papa oltre duecento Vescovi da tutta l'Africa e un migliaio di sacerdoti del Benin. Sono presenti fedeli da tutta la Nazione, e gruppi di pellegrini anche dalla Nigeria,dal Togo, dal Ghana e dal Burkina Faso. Assiste al sacro rito il Presidente della Repubblica con altre personalità istituzionali. Nel pomeriggio, intorno alle 16,30, è previsto il decollo del Pontefice da Cotonou per far rientro a Roma e,quindi, in Vaticano. Quella firmata ieri dal Pontefice (l'"Africae munus" ovvero 'L'impegno dell'Africa'), e consegnata oggi a clero e fedeli accorsi in Benin è una sorta di "road map" per la Chiesa in Africa che pone l'accento sulla "liberazione delle donne" in un continente che, per Benedetto XVI, ancora non valorizza a sufficienza quello che Wojtyla chiamava il "genio femminile". Papa Ratzinger ha firmato oggi un'esortazione apostolica che verrà consegnata ai vescovi africani domani, nel terzo ed ultimo giorno del suo viaggio in Benin.
"Quando mi sono recato in terra africana - scrive il Papa in riferimento al suo viaggio in Camerun e Angola nel 2009 - ho ricordato con forza che bisogna riconoscere, affermare e difendere l'uguale dignità dell'uomo e della donna: sono ambedue persone, a differenza di ogni altro essere vivente del mondo attorno a loro. L'evoluzione delle mentalità in questo campo è, purtroppo, eccessivamente lenta. La Chiesa ha il dovere di contribuire a questo riconoscimento e a questa liberazione della donna seguendo l'esempio dato da Cristo che la valorizzava. Creare per lei uno spazio in cui poter prendere la parola e in cui poter esprimere i suoi talenti, attraverso iniziative che rafforzino il suo valore, la sua autostima e la sua specificità, le permetterebbe di occupare un posto uguale a quello dell'uomo nella società - senza confusione, né livellamento della specificità di ciascuno -, dato che entrambi sono immagine del Creatore". Scrive ancora Benedetto XVI: "Se è innegabile che dei progressi sono stati compiuti per favorire la promozione e l'educazione della donna in certi Paesi africani, ciononostante, nell'insieme, la sua dignità, i suoi diritti così come il suo apporto essenziale alla famiglia ed alla società continuano a non essere pienamente riconosciuti, né apprezzati. Così la promozione delle ragazze e delle donne è spesso meno favorita di quella dei ragazzi e degli uomini. Troppo numerose sono ancora le pratiche che umiliano le donne e le avviliscono, in nome della tradizione ancestrale. Con i Padri sinodali, invito insistentemente i discepoli di Cristo a combattere ogni atto di violenza contro le donne, a denunciarlo e a condannarlo.93 In questo contesto, converrebbe che i comportamenti all'interno stesso della Chiesa siano un modello per l'insieme della società".

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