martedì 21 dicembre 2010

Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede sulla banalizzazione della sessualità. A proposito di alcune letture di «Luce del mondo»

Leggiamo e poi commentiamo (sono "leggermente" imbufalita):

NOTA DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE SULLA BANALIZZAZIONE DELLA SESSUALITÀ - A PROPOSITO DI ALCUNE LETTURE DI "LUCE DEL MONDO", 21.12.2010

Viene pubblicata questo pomeriggio su L’Osservatore Romano una Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede sulla banalizzazione della sessualità, a proposito di alcune letture del libro-intervista di Papa Benedetto XVI "Luce del mondo".
Riportiamo di seguito il testo della Nota nelle diverse lingue, al fine di favorirne la corretta lettura:


In occasione della pubblicazione del libro-intervista di Benedetto XVI, Luce del mondo, sono state diffuse diverse interpretazioni non corrette, che hanno generato confusione sulla posizione della Chiesa cattolica riguardo ad alcune questioni di morale sessuale. Il pensiero del Papa non di rado è stato strumentalizzato per scopi e interessi estranei al senso delle sue parole, che risulta evidente qualora si leggano interamente i capitoli dove si accenna alla sessualità umana. L'interesse del Santo Padre appare chiaro: ritrovare la grandezza del progetto di Dio sulla sessualità, evitandone la banalizzazione oggi diffusa.

Alcune interpretazioni hanno presentato le parole del Papa come affermazioni in contraddizione con la tradizione morale della Chiesa, ipotesi che taluni hanno salutato come una positiva svolta e altri hanno appreso con preoccupazione, come se si trattasse di una rottura con la dottrina sulla contraccezione e con l'atteggiamento ecclesiale nella lotta contro l'Aids. In realtà, le parole del Papa, che accennano in particolare ad un comportamento gravemente disordinato quale è la prostituzione (cfr. Luce del mondo, prima ristampa, novembre 2010, pp. 170-171), non sono una modifica della dottrina morale né della prassi pastorale della Chiesa.

Come risulta dalla lettura della pagina in questione, il Santo Padre non parla della morale coniugale e nemmeno della norma morale sulla contraccezione. Tale norma, tradizionale nella Chiesa, è stata ripresa in termini assai precisi da Paolo vi nel n. 14 dell'enciclica Humanae vitae, quando ha scritto che è «esclusa ogni azione che, o in previsione dell'atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione». L'idea che dalle parole di Benedetto xvi si possa dedurre che in alcuni casi sia lecito ricorrere all'uso del profilattico per evitare gravidanze indesiderate è del tutto arbitraria e non risponde né alle sue parole né al suo pensiero. A questo riguardo il Papa propone invece vie umanamente e eticamente percorribili, per le quali i pastori sono chiamati a fare «di più e meglio» (Luce del mondo, p. 206), quelle cioè che rispettano integralmente il nesso inscindibile di significato unitivo e procreativo in ogni atto coniugale, mediante l'eventuale ricorso ai metodi di regolazione naturale della fecondità in vista di una procreazione responsabile.

Quanto poi alla pagina in questione, il Santo Padre si riferiva al caso completamente diverso della prostituzione, comportamento che la morale cristiana da sempre ha considerato gravemente immorale (cfr. Concilio Vaticano ii, Costituzione pastorale Gaudium et spes, n. 27; Catechismo della Chiesa cattolica, n. 2355). La raccomandazione di tutta la tradizione cristiana — e non solo di quella — nei confronti della prostituzione si può riassumere nelle parole di san Paolo: «Fuggite la fornicazione» (1 Corinzi, 6, 18). La prostituzione va dunque combattuta e gli enti assistenziali della Chiesa, della società civile e dello Stato devono adoperarsi per liberare le persone coinvolte.

A questo riguardo occorre rilevare che la situazione creatasi a causa dell'attuale diffusione dell'Aids in molte aree del mondo ha reso il problema della prostituzione ancora più drammatico. Chi sa di essere infetto dall'Hiv e quindi di poter trasmettere l'infezione, oltre al peccato grave contro il sesto comandamento ne commette anche uno contro il quinto, perché consapevolmente mette a serio rischio la vita di un'altra persona, con ripercussioni anche sulla salute pubblica. In proposito il Santo Padre afferma chiaramente che i profilattici non costituiscono «la soluzione autentica e morale» del problema dell'Aids e anche che «concentrarsi solo sul profilattico vuol dire banalizzare la sessualità», perché non si vuole affrontare lo smarrimento umano che sta alla base della trasmissione della pandemia. È innegabile peraltro che chi ricorre al profilattico per diminuire il rischio per la vita di un'altra persona intende ridurre il male connesso al suo agire sbagliato. In questo senso il Santo Padre rileva che il ricorso al profilattico «nell'intenzione di diminuire il pericolo di contagio, può rappresentare tuttavia un primo passo sulla strada che porta ad una sessualità diversamente vissuta, più umana». Si tratta di un'osservazione del tutto compatibile con l'altra affermazione del Santo Padre: «questo non è il modo vero e proprio per affrontare il male dell'Hiv».

Alcuni hanno interpretato le parole di Benedetto xvi ricorrendo alla teoria del cosiddetto «male minore». Questa teoria, tuttavia, è suscettibile di interpretazioni fuorvianti di matrice proporzionalista (cfr. Giovanni Paolo ii, enciclica Veritatis splendor, nn. 75-77). Un'azione che è un male per il suo oggetto, anche se un male minore, non può essere lecitamente voluta. Il Santo Padre non ha detto che la prostituzione col ricorso al profilattico possa essere lecitamente scelta come male minore, come qualcuno ha sostenuto. La Chiesa insegna che la prostituzione è immorale e deve essere combattuta. Se qualcuno, ciononostante, praticando la prostituzione e inoltre essendo infetto dall'Hiv, si adopera per diminuire il pericolo di contagio anche mediante il ricorso al profilattico, ciò può costituire un primo passo nel rispetto della vita degli altri, anche se la malizia della prostituzione rimane in tutta la sua gravità. Tali valutazioni sono in linea con quanto la tradizione teologico-morale della Chiesa ha sostenuto anche in passato.

In conclusione, nella lotta contro l'Aids i membri e le istituzioni della Chiesa cattolica sappiano che occorre stare vicini alle persone, curando gli ammalati e formando tutti perché possano vivere l'astinenza prima del matrimonio e la fedeltà all'interno del patto coniugale. Al riguardo occorre anche denunciare quei comportamenti che banalizzano la sessualità, perché, come dice il Papa, proprio questi rappresentano la pericolosa ragione per cui tante persone nella sessualità non vedono più l'espressione del loro amore. «Perciò anche la lotta contro la banalizzazione della sessualità è parte del grande sforzo affinché la sessualità venga valutata positivamente e possa esercitare il suo effetto positivo sull'essere umano nella sua totalità» (Luce del mondo, p. 170).

Bollettino Ufficiale Santa Sede

Trovo francamente irritante, fastidioso e ormai noioso leggere continui chiarimenti delle parole del Santo Padre, di per se' CHIARISSIME ED ILLUMINANTI (oltre che illuminate).
Trovo questa nota inutile ed anche un tantino offensiva nei confronti di Benedetto XVI
.
R.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Offensiva? Non mi stupirei se l'avesse chiesto il Papa alla CDF di scriverla.

Purtroppo non pochi in questi giorni hanno interpretato le parole del Papa come una "svolta", o altre robe strane.

Raffaella ha detto...

Per ogni affermazione bisogna fare precisazioni?
Chissa' come mai tutte queste puntualizzazioni non sono state pubblicate quando il Papa veniva accusato di tutto e di piu' dal NYT e giornali affini.
R.

Caterina63 ha detto...

Cara Raffella, concordo con te, se fossimo UNA CHIESA CHE PARLA UNA VOCE SOLA.... purtroppo così non è e queste specificazioni, avendo una rilevanza UFFICIALE E MAGISTERIALE, le trovo di grandissima importanza dal momento che... ho già dovuto SUBIRMI nientemeno che RIMPROVERI di catechisti e sacerdoti, nel dirmi che "TU hai capito male, il Papa invece si è spiegato benissimo: SI ALL'USO DEI PROFILATTICI ANCHE FRA I FIDANZATI E I CONIUGI"... sic! sic!!

Questa Nota, mi auguro, venga diffusa ora nelle Parrocchie, ed usata per evitare di strumentalizzare ancora le parole del Pontefice....
le ritengo una difesa alle parole del Papa che esprimendosi PRIVATAMENTE, come è appunto un libro-intervista, erano oggetto di più interpretazioni sbagliate...

Buon Natale a tutti!
^__^

anonimo della boemia ha detto...

ma chi è quell'aquila che ha deciso di pubblicare questa nota a pochi giorni dal natale?
ora si parlerà solo di questo.
che bravi.

Anonimo ha detto...

Secondo me ha ragione Raffa.
Se il problema sono i giornali perchè nessuno ha scritto note in difesa del Papa quando veniva accusato di insabbiamenti vari?
La verità nuda e cruda è che non si vogliono intaccare i precedenti pontificati.
Per questo non si difende l'operato del Papa contro i pedofili e per questo si minimizzano quelle che sono comunque delle aperture inedite.
Max

SERAPHICUS ha detto...

La nota era necessaria. Basta guardarsi in giro e confrontarsi con i vari commenti (cfr.innanzitutto uno Colafemmina, cfr. i testi autorevoli riportati da Magister) allora uno si può rendere conto quanto sia stata (ed è) deviata e talvolta isterica la discussione.

In questo caso: il libro, il Vaticano, il Papa sono stati chiarissimi (certamente rimangono deplorevoli gli errori di traduzione della 1a edizione), ma era veramente sconcertante quanti si sono auto-eletti a "critici" saccenti senza avere la minima competenza. Dunque: una nota più che giustificata (considerando poi la mano che l'ha redatta).

mariateresa ha detto...

chi ha voluto capire ha capito subito le parole del Santo Padre. Anch'io trovo penose queste continue richieste di chiarimenti.
E tutti questi solerti precisatori che basta leggere il blog di Magister per vedere quanto hanno imperversato, io mi sono stancata di leggerli.Personalissimo parere.
Penso che la Congregazione sia intervenuta perchè ha ricevuto pressioni da questi solerti di cui sopra. Come fecero pressioni perchè venisse bastonato Monsignor Fisichella, reo per i fatti di Recife.
Non penso proprio che il Papa abbia chiesto precisazioni su se stesso, vale la risposta che diede a Padre Lombardi, un bel sorriso.
Io invece non sono così buona e mi chiedo se non sia ora di darci un taglio.

SERAPHICUS ha detto...

Esatto. il taglio l'ha dato il Papa.

gemma ha detto...

non mi pare ci sia molto di diverso dalla spiegazione data da padre Lombardi in questa nota, se non l'ufficialità magisteriale, e personalmente il riferimento al preservativo non l'ho mai interpretato nella risposta del Papa come relativo al suo uso come contraccettivo, visto che in quel contesto si parlava di aids. Ed era chiaro il riferimento al caso estremo dell'amore mercenario, non quello responsabile del progetto di coppia e di vita caro alla Chiesa.
Mi dispiace molto che tutte le volte che il Papa parla si ritenga poi di dover intervenire per rettificare e precisare (anche se sia lui in persona a volerlo, come probabile) . Sarà che a me pare sempre molto chiaro e limpido quel che dice, fin dal discorso di Ratisbona. Anzi, ritengo un peccato offrire il fianco all'ennesima polemica sul preservativo proprio sotto Natale. Ha tolto spazio al viaggio in Africa e fatto da padrone al Sinodo per l'Africa, ha concentrato su di sè tutta l'attenzione togliendola ad altri argomenti trattati nel libro del Papa, ora, nei prossimi giorni, non ci sarà discorso o omelia o messaggio al mondo che troveranno spazio per pubblicazione, analisi o riflessione sui media, al cospetto del preservativo. Fornire l'ennesimo pretesto per gli onori della cronaca a questa specie di divinità pagana proprio quando il centro dovrebbe essere Gesù Bambino è qualcosa di cui avrei fatto a meno.

Anonimo ha detto...

Io non la trovo sbagliata questa precisazione ufficiale proprio perchè nonostante le parole e l'esempio fatto dal Papa fossero chiarissimi,il fatto che fosse un'intervista dava a tutti (e mi riferisco in modo particolare a tanti appartenenti alla Chiesa stessa) la possibilità di interpretarle secondo il proprio interesse.
Sonia