venerdì 28 gennaio 2011

Card. Bagnasco: in Europa si vuole cancellare la Chiesa Cattolica. Incomprensioni e critiche non ci fanno tacere (Izzo)

BAGNASCO: IN EUROPA SI VUOLE CANCELLARE LA CHIESA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 27 gen.

Il rischio che possa esistere una "volonta' graduale e sottile di presentare la Chiesa Cattolica come incompatibile con lo spirito della Costituzione Europea" e' stato denunciato oggi dal card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei.
"Culla della cultura cristiana, il Vecchio Continente - ha detto il cardinale intervenendo al Circolo di Roma sul tema delle radici cristiane d'Europa - paradossalmente e' anche il luogo dove si e' sviluppata la cultura che piu' radicalmente oggi contraddice le tradizioni religiose. Un rifiuto non solo del cristianesimo ma della dimensione religiosa".
La Costituzione Europea, ha osservato in proposito il presidente della Cei, "e' di fatto caratterizzata da due no, il primo a Dio, citato invece esplicitamente in alcune Carte nazionale come quella della Polonia, e l'altro al riconoscimento delle radici ciristiane".
Per Bagnasco, "le ragioni invocate per dire questi no, cioe' il non voler ferire la sensibilita' delle minoranze, in realta' non convincono". "L'Europa - ha rilevato - e' la zona del mondo a piu' alto rischio dal punto di vista dell'umanesimo, in quanto perseguito il disegno di costruire un mondo senza Dio". "Se non ci sara' - ha osservato ancora il cardinale - lo scontro tra religioni, nonostante tutti segnali che ci addolorano, certo assistiamo a uno scontro tra la visione, che avanza, di una radicale emancipazione dell'uomo fino a negare Dio e le grandi culture umanistiche che sono tutte di tradizione religiosa.
Si costruisce infatti una societa' che esclude sistematicamente il Divino proprio nel Continente dove il cristianesimo ben prima del Rinascimento ha affermato la dignita' piena di ogni uomo in quanto appartenente alla famiglia umana".

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BAGNASCO: INCOMPRENSIONI E CRITICHE NON CI FANNO TACERE

Salvatore Izzo

(AGI) - Ancona, 27 gen.

I vescovi italiani, nonostante i loro "limiti e debolezze", sono "sollecitati a rispondere all'attesa non solo della comunita' cattolica, ma anche dell'intera societa' che esige le parole che echeggiano quelle del Signore, che sono testimoniate da duemila anni di storia cristiana, che sono bagnate dal sangue dei martiri di ieri e di oggi". Lo ha detto il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, nell'omelia della messa celebrata questa mattina nella Cattedrale di Ancona a conclusione del Consiglio Episcopale Permanente.
Benedetto XVI, che "segue con puntualita' e affetto grandi la Chiesa che e' in Italia", ci spinge, ha affermato Bagnasco, a "non avere paura, paura delle possibili incomprensioni, delle critiche" e "ci insegna l'umilta' del tratto, la chiarezza disarmata della verita', la sapienza lucida del dialogo, la prudenza ardita dei gesti, la liberta' di fronte al mondo, il coraggio che deriva dal sapersi nelle mani di Dio".
Nell'omelia il cardinale ha ricordato anche la promessa di Gesu' "con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi". "Forse dobbiamo commisurare - si e' chiesto - la verita' evangelica sul piccolo metro delle nostre forze o delle nostre personali coerenze? Sappiamo che non e' questo lo scopo del Maestro: si tratta, infatti, di restare fedeli alla Luce, alla Verita' tutta intera, con le sue altezze esigenti e affascinanti, con i suoi richiami inderogabili, ma senza mai scoraggiare o, peggio, condannare l'uomo, rinchiudendolo nelle sue prigioni interiori, privandolo del futuro". "Come sacerdoti che hanno la grazia di essere ministri della riconciliazione, sappiamo - ha aggiunto il porporato - che le anime desiderano avere indicate le mete sublimi e senza sconti della vita cristiana, riconoscere i propri peccati, rinnovare il cammino della conversione; ma nel contempo sono, come tutti, mendicanti di misericordia e di fiducia, chiedono di essere rassicurate circa la forza della grazia, la fedelta' di Dio, l'amore di Cristo, la maternita' della Chiesa".
"Il Santo Padre - ha ricordato ancora Bagnasco - non manca di esortare tutta la Chiesa ad un'opera di rinnovamento del cuore e della vita, come il fondamento e la condizione di ogni vera riforma: ce lo insegnano nella storia innumerevoli santi, basta pensare a san Francesco, santa Caterina, santa Teresa d'Avila.
E noi, pastori della Chiesa, siamo chiamati - ha poi concluso il cardinale - ad essere davanti alle nostre comunita' per dare l’esempio e segnare la strada dietro a Benedetto XVI. Si', dobbiamo tutti lottare contro l'abitudine che scolora la vita, indebolisce la ferialita' del bene, rende opaca la fede, smorza la vibrazione dell'anima".

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Il prof. Beckwith: La meditazione sulla Transustanziazione e il mio ritorno a Roma dal protestantesimo.

http://www.france-catholique.fr/La-Transsubstantation-la-pierre.html

Alberto