lunedì 31 gennaio 2011

Il web deve favorire spirito e onestà. Il commento di don Antonino Denisi al Messaggio del Papa per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali

Il web deve favorire spirito e onestà

Don Antonino Denisi

Il coinvolgimento, soprattutto dei giovani, nell'arena della comunicazione creata dai social network, influisce sulla percezione di sé e pone questione non solo della correttezza del proprio agire, ma anche dell'autenticità del proprio essere. La presenza di questi spazi virtuali può essere il segno di una ricerca autentica di incontro con l'altro e si fa attenzione a evitarne i pericoli, quali il rifiuto di una sorta di mondo parallelo o l'eccessiva esposizione al mondo virtuale. Nella ricerca di condivisione, di amicizie, ci si trova senza cedere all'illusione di costruire artificialmente il proprio profilo pubblico. Questa precisa diagnosi di quanto sta avvenendo nella realtà mediatica si trova nel messaggio del Vaticano per la 45. Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.
Di fronte al diffondersi della comunicazione con internet, Benedetto XVI esprime la convinzione che, come la rivoluzione industriale ha prodotto un profondo cambiamento della società, allo stesso modo la trasformazione in atto nel campo delle comunicazioni guidi i grandi mutamenti culturali e sociali a cui assistiamo oggi. Da ciò scaturisce l'invito alla coerenza con il comportamento da mantenere e testimoniare nell'era digitale. Con le nuove tecnologie sta nascendo un tipo di uomo che instaura un nuovo modo di apprendere e di pensare, con inedite capacità e opportunità di stabilire relazioni interpersonali, di costruire comunione e coesione sociale. Trattasi di una condizione positiva offerta all'umanità, di fronte alla quale non ci si può porre che in un atteggiamento di stupore per le sue straordinarie potenzialità. Anzi, se utilizzata saggiamente, osserva il Papa, può contribuire a soddisfare il desiderio di senso, di verità e di unità che rimane l'aspirazione più profonda dell'essere umano. E, tuttavia, quanti sono pensosi del destino dell'uomo sulla terra non possono nascondere anche i rischi di questo mondo virtuale, il più concreto dei quali è costituito dai limiti propri della comunicazione digitale: la parzialità dell'interazione, la tendenza a comunicare solo alcuni aspetti del proprio mondo interiore, la tentazione di cadere in una sorta di costruzione dell'immagine di sé che può indulgere all'autocompiacimento, con la possibilità di cadere in un pericoloso narcisismo. E' perciò importante ricordare sempre che il contatto virtuale non può e non deve sostituire il contatto umano diretto con le persone a tutti i livelli della nostra vita.
In sostanza il Pontefice mette in collegamento tre aspetti della vita odierna: la comunicazione digitale, l'immagine di sé e la coerenza della vita. Le dinamiche comunicative nel mondo digitale suscitano modalità nuove di costruire l'identità personale. Da qui il richiamo alla coerenza e all'autenticità definite come lo stile umano e cristiano di rendersi presenti agli altri e agli avvenimenti. Perciò il messaggio esorta a essere consapevoli che la verità non trae il suo valore dall'attenzione che riceve e tantomeno dalla popolarità o dal consenso. Ogni uomo è chiamato a servire e far conoscere la verità nella sua integrità.
In conclusione, il messaggio incoraggia la comunicazione a riscoprire il desiderio di trascendenza, la nostalgia di tornare a forme di vita autenticamente umana, la tensione spirituale che sta dietro la sete di verità e di comunione, che ci spinge a comunicare con integrità e onestà.

© Copyright Gazzetta del sud, 30 gennaio 2011

Nessun commento: