giovedì 27 gennaio 2011

Tornare al dialogo. Intervista al patriarca copto-cattolico, card. Antonios Naguib (Sir)

Tornare al dialogo

Intervista al patriarca copto-cattolico, card. Antonios Naguib

Lo scorso 20 gennaio, con una decisione inaspettata, l’accademia di Al Azhar, il massimo centro dell'Islam sunnita, ha deciso di “congelare” il dialogo con il Vaticano a causa delle dichiarazioni, ad inizio anno, di Benedetto XVI a difesa dei cristiani - dopo le stragi nelle chiese di Iraq, Nigeria e Egitto - ritenute “una interferenza negli affari egiziani” e un “insulto verso l'Islam”. Secondo Al Azhar, riferisce l’agenzia Mena, il Papa “ha mancato di neutralità nel trattare le violenze contro i musulmani in certi paesi come Iraq e Afghanistan e questo per intervenire negli affari interni dei loro Paesi”. Il SIR ha fatto il punto sulla vicenda con il card. Antonios Naguib, patriarca copto-cattolico di Alessandria d’Egitto.

Rileggendo le parole di Benedetto XVI, come è possibile parlare di “interferenza”? E’ stato solo un problema di comunicazione o c’è dell’altro?

“Non c’é dubbio che le parole del Papa, con cui ha richiamato i responsabili delle nazioni e tutti i governi del mondo, e non solo una parte di esso, a intraprendere sforzi per la pace e la libertà, siano state travisate e capite in modo errato. Il problema della comunicazione è stato l’attore principale di tale incomprensione. Anche il fatto di non risalire ai testi originali, e di basarsi sull’interpretazione dei giornali e dei canali televisivi, certamente non ha aiutato a intendere il giusto senso del messaggio”.

In che modo la Chiesa egiziana ha cercato di spiegare il vero senso delle parole del Pontefice?

“La Chiesa Cattolica d’Egitto ha intrapreso varie iniziative per far conoscere le parole giuste del Santo Padre. Una delegazione formata dai due vescovi ausiliari del Patriarca di Alessandria, mons. Youhanna Golta e mons. Boutros Fahim, e del direttore dell’Ufficio della stampa cattolica, padre Rafic Greiche, ha incontrato l’imam di Al-Azhar, Ahmad Al Tayyb, riportandogli le parole esatte del Pontefice. Hanno fatto notare anche che l’interpretazione sbagliata è partita da un canale arabo non egiziano. Purtroppo è stata ripresa da tutti i media egiziani ed altri. E su questa base Al-Azhar ha deciso il congelamento del dialogo con il Vaticano. D’altra parte il patriarca greco-melkita, Gregorios III, ha fatto un passo simile con il ministro dei Beni Musulmani. Il settimanale cattolico ‘Le Messager’ ha pubblicato una nota in questo senso. Al-Azhar dice che la sua decisione è motivata da ripetuti atteggiamenti negativi verso l’Islam. Si tratta probabilmente di altre frasi del Sommo Pontefice, che sono state anche misinterpretate”.

Ci sono stati incontri diretti tra al Azhar e la Santa Sede per giungere ad un chiarimento?

“Due giorni dopo il discorso del Pontefice al Corpo Diplomatico il 10 gennaio, il Nunzio apostolico in Egitto, mons. Michael Fitzgerald ha pubblicato un messaggio sul giornale principale del paese “Al-Ahram” precisando e chiarificando il senso delle parole del Papa. L’11 gennaio, l’ambasciatore d’Egitto presso il Vaticano, Lamia Aly Hamada Mekhemar, ha incontrato mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede. Mons. Mamberti ha dichiarato che il Vaticano condivide ‘pienamente la preoccupazione del governo egiziano di evitare l’escalation dello scontro e delle tensioni per motivazioni religiose’” ed “apprezza gli sforzi che esso fa in tale direzione’”.

Con il congelamento del dialogo la condizione dei cristiani egiziani, che già sono in qualche modo discriminati, rischia di aggravarsi?

“La costituzione egiziana pone la cittadinanza come base dell’appartenenza al Paese, e quindi dell’uguaglianza tra tutti i cittadini. Afferma anche esplicitamente la libertà religiosa per tutti. Essendo una minoranza di non più del 10% della popolazione, i cristiani incontrano alcune difficoltà nell’applicazione di questi principi. Molti casi sono risolti volta per volta. Desideriamo delle regole stabili per eliminare tali difficoltà. Ma non penso che il congelamento del dialogo da parte di Al-Azhar abbia delle conseguenze negative sulla condizione dei cristiani. Non dimentichiamo poi che la maggioranza assoluta dei cristiani appartiene alla Chiesa Copto Ortodossa”.

Al Azhar ha detto di non voler partecipare in ottobre all’incontro di Assisi. Ritiene che possa cambiare questa decisione e tornare così a dialogare?

“Spero che il congelamento del dialogo non duri molto. Dobbiamo innanzitutto pregare il Signore della Pace, che ha unito nel Suo Corpo tutti gli uomini affinché guidi i nostri passi verso l’incontro, l’accettazione reciproca, e la collaborazione per il bene dell’uomo e delle patrie. Spetta anche a noi di esaminare i punti di incomprensione e di chiarirli, per ritornare a un dialogo più profondo e fruttuoso. Spero proprio che Al-Azhar partecipi all’incontro di Assisi in Ottobre. Personalmente credo fermamente al dialogo, non solo al dialogo ufficiale ma soprattutto al dialogo di vita, di ogni giorno. Perciò non mi stancherò mai di sperare”.

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