domenica 30 gennaio 2011

Il Papa: Il Vangelo indica "a tutto il mondo, nel presente e nel futuro", un "nuovo programma di vita, per liberarsi dai falsi valori del mondo e aprirsi ai veri beni, presenti e futuri" (Izzo)

PAPA: CHIESA NON FA IDEOLOGIA MA DENUNCIA FALSI VALORI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 30 gen.

Il Vangelo indica "a tutto il mondo, nel presente e nel futuro", un "nuovo programma di vita, per liberarsi dai falsi valori del mondo e aprirsi ai veri beni, presenti e futuri" .
Lo ricorda Benedetto XVI che ha commentato le "Beatitudini" nel discorso rivolto ai fedeli presenti in piazza San Pietro per l'Angelus, precisando che "non si tratta di una nuova ideologia, ma di un insegnamento che viene dall'Alto e tocca la condizione umana, proprio quella che il Signore, incarnandosi, ha voluto assumere, per salvarla".
Nel predicarlo, tiene a rimarcare Papa Ratzinger, "la Chiesa non teme la poverta', il disprezzo, la persecuzione in una societa' spesso attratta dal benessere materiale e dal potere mondano". Con le parole di Gesu', infatti, "proclama beati i poveri in spirito, gli afflitti, i misericordiosi, quanti hanno fame della giustizia, i puri di cuore, i perseguitati". Percio', spiega il Pontefice, "il Discorso della montagna puo' essere compreso e vissuto solo nella sequela di Gesu', nel camminare con Lui". "Il Vangelo delle Beatitudini - infatti - si commenta con la storia stessa della Chiesa, la storia della santita' cristiana, perche' come scrive san Paolo, quello che e' debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che e'
ignobile e disprezzato per il mondo, quello che e' nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono".
"Quando Dio consola, sazia la fame di giustizia, asciuga le lacrime degli afflitti, significa che - rileva il Papa teologo - oltre a ricompensare ciascuno in modo sensibile, apre il Regno dei Cieli. Le Beatitudini - cioe' - sono la trasposizione della croce e della risurrezione nell’esistenza dei discepoli. Esse rispecchiano la vita del Figlio di Dio che si lascia perseguitare, disprezzare fino alla condanna a morte, affinche' agli uomini sia donata la salvezza".
In proposito, Ratzinger cita un antico eremita per sottolineare che "le Beatitudini sono doni di Dio, e dobbiamo rendergli grandi grazie per esse e per le ricompense che ne derivano, cioe' il Regno dei Cieli nel secolo futuro, la consolazione qui, la pienezza di ogni bene e misericordia da parte di Dio, una volta che si sia divenuti immagine del Cristo sulla terra".
Rivolgendosi poi ai pellegrini polacchi, il Papa torna sul messaggio delle Beatitudini, sottolineando che esse rappresentano "il fondamento della moralita' dell'uomo nuovo, il programma di vita dei discepoli di Cristo e di quanti credono in Lui".
"E' una nuova dimensione - scandisce - delle relazioni e dei reciproci comportamenti". Da qui l'invito ai fedeli "a seguire tale programma, destinato a ognuno di noi".

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