mercoledì 4 maggio 2011

Caso Cantini, archiviate le accuse di abusi perché i reati sono prescritti secondo la legge italiana. Il Vaticano fa pervenire richiesta di rogatoria accolta dalla Procura di Firenze. Benedetto XVI ridusse Cantini allo stato laicale nel 2008

La tolleranza zero di Papa Benedetto XVI sulla pedofilia nel clero: il "caso" Cantini (Firenze)

Don Cantini, reati prescritti
“Ma le violenze ci furono”


Archiviata l’inchiesta per pedofilia a carico di don Lelio Cantini. Dalle carte dei magistrati emerge però una storia devastante.

L’inchiesta penale a carico di don Lelio Cantini è stata archiviata dal giudice per le indagini preliminari su richiesta dello stesso pubblico ministero.
L’ex sacerdote, ridotto allo stato laicale da papa Benedetto XVI per essere stato riconosciuto colpevole di abusi su minori quando era parroco alla Regina della Pace (Rifredi), è accusato di violenze sessuali su giovani fra i 10 e i 17 anni, che, ha spiegato il pm Paolo Canessa, “ci sono state”. Si è trattato di “abusi sessuali gravi, protrattisi per circa 20 anni”, fino ai primi anni ‘90. Allora perché è stato tutto archiviato? I reati sono prescritti o senza querele.

“Chiesa inerte e omissiva”

Canessa però sostiene che da parte delle autorità religiose ci sono stati “comportamenti omissivi” e “una lunga inerzia”, che hanno provocato “il perpetuarsi delle condotte” di don Cantini.

“Bambini come schiavi”

Secondo il gip, Paola Belsito, molti fedeli che si erano affidati a don Cantini “erano stati resi schiavi”.
“Il prete - scrive il gip - riuscì a far credere a molti di essere il Signore”, mentre la sua aiutante “Rosanna Severi otteneva potere e obbedienza dichiarandosi la Madonna”. Per plagiarli e renderli docili di fronte alle violenze il sacerdote “utilizzava spesso in confessione il Cantico dei cantici”.
Dalle carte non esce bene neppure mons. Claudio Maniago, attuale vescovo ausiliario di Firenze e pupillo di don Cantini. Secondo testimoni avrebbe minacciato le vittime delle violenze.
Ma si tratta “di condotte prive di oggettivo riscontro, per le quali non risulta presentata tempestiva querela”.
“Adesso sarebbe opportuno un gesto di riconciliazione, una pubblica ammissione di responsabilità - è il commento di Francesco Aspettati, portavoce delle vittime di don Cantini -: la Chiesa non può continuare a dire che la colpa è solo dell’ex prete”.

http://city.corriere.it/2011/05/03/firenze/prima-cronaca/don-cantini-reati-prescritti-ma-violenze-ci-furono-301141018082.shtml

CASO CANTINI: PROCURA FIRENZE, RICHIESTA ROGATORIA DA VATICANO

(AGI) - Firenze, 4 mag.

"Con riferimento alla pubblicazione odierna, da parte di alcuni organi di stampa, di notizie concernenti la richiesta di archiviazione formulata da questa Procura e del conseguente provvedimento del Gip presso il Tribunale di Firenze al termine delle indagini del procedimento a carico di Don Lelio Cantini, si ritiene opportuno precisare quanto segue: La richiesta di archiviazione e' stata formulata da questo ufficio al Gip, ai sensi dell'art. 408 C.P.P., con la dovuta elencazione dei singoli elementi di prova acquisiti nel corso delle indagini in merito alla sussistenza dei fatti addebitati all'indagato ed alle condotte di terze persone unitamente ai motivi per cui non e' stato possibile esercitare l'azione penale, o per estinzione del reato per prescrizione (fatti addebitati al Cantini), o per mancanza di querela (fatti relativi alle asserite minacce ricevute da alcune parti offese ed agli abusi sessuali patiti da persona compiutamente identificata)".
E' quanto si legge in una nota della procura di Firenze.
Tra le altre precisazioni quella che "nel corso delle indagini e' pervenuta alla Procura di Firenze richiesta di rogatoria da parte del Promotore di Giustizia presso il Tribunale della Congregazione per la Dottrina della Fede del Vaticano volta ad ottenere copia degli atti relativi agli accertamenti svolti da questa Procura in merito alle dichiarazioni rilasciate spontaneamente al PM dalla persona di cui sopra e con riferimento ad analoghi accertamenti in corso presso quell'organo di giustizia".
E infine, "la richiesta e' stata doverosamente accolta da questa Procura".

© Copyright (AGI)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Leggi anche qui, Raffa. Per una volta Federico Tulli, non certo tenero con il Vaticano e il Papa, ha dovuto ammettere obtorto collo che nell'ambito della prescrizione dei reati la Santa Sede ha norme assai più avanzate e rispettose delle vittime del nostro paese.
http://www.terranews.it/news/2011/05/l%E2%80%99arma-piu-dei-pedofili-si-chiama-prescrizione
Alessia

Bastardlurker ha detto...

Nonostante che le denunce contro Don Cantini siano cominciate nel 1992 le autorità ecclesiastiche si sono guardate bene dal riferire alcunchè alla magistratura.

Per questo silenzio non hanno subito conseguenze con il cavillo giuridico che i Vescovi non rivestono il ruolo di "pubblici ufficiali".

Non si tratta quindi di allungare i termini di prescrizione, il Vaticano li ha allungati solo per salvare la faccia e prendere provvedimenti tardivi quando certi casi sono diventati di dominio pubblico, ma di rendere responsabili penalmente i componenti del clero cattolico che omettono di denunciare i casi di pedofilia, fatto salvo il segreto confessionale.

Visto che la Curia fiorentina, attraverso il settimanale Toscana Oggi-Osservatore Toscano, ha smentito l'esistenza di un fascicolo aperto sul Vescovo ausiliare di Firenze presso la Congregazione per la Dottrina della Fede non si capisce a quale titolo sia stata presentata una rogatoria.

Caso Cantini: un'archiviazione che sa di condanna impropria alla Chiesa
DI RICCARDO BIGI
http://www.toscanaoggi.it/notizia.php?IDNotizia=14227&IDCategoria=1

Raffaella ha detto...

Cavillo?
Ricordo in Italia che vige obbligo di denuncia solo per i pubblici ufficiali. Non solo i vescovi non sono pubblici ufficiali ma non lo e' nemmeno il singolo cittadino.
La legge non piace? Perfetto!
Si raccolgano le firme necessarie (50mila), si faccia pressione su deputati e senatori legittimamente eletti e si cambino le norme giuridiche.
Non si parli di cavilli.
Vanno piuttosto "educate" le vittime a denunciare immediatamente gli abusi alle autorita' statali prima che a quelle ecclesiastiche.
Si puo' girare intorno all'argomento finche' si vuole ma i fatti sono sotto gli occhi di tutti: la Chiesa ha condannato Cantini, non lo Stato, proprio in virtu' di norme piu' restrittive.
Per obbligare un vescovo italiano a denunciare un prete va cambiata le legge (dello Stato, non della Chiesa).
Se le prime denunce risalgono al 1992, la competenza non era della CDF ma della curia fiorentina. Non e' escluso che la rogatoria sia stata chiesta proprio per verificare le responsabilita' della diocesi che, dal 2001, doveva riferire alla Santa Sede.
R.