mercoledì 4 maggio 2011

Il Papa: pregare è un bisogno profondo di ogni uomo (Izzo)

PAPA: UDIENZA GENERALE PER OLTRE 50MILA FEDELI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 4 mag.

Benedetto XVI e' tornato oggi in piazza San Pietro per l'Udienza Generale. Prima di raggiungere il sagrato della Basilica Vaticana, il Papa ha compiuto un lungo giro con la jeep scoperta tra i settori centrali della piazza che erano tutti gremiti di fedeli, da una folla, dunque, che supera oggi i 50 mila fedeli.

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PAPA: PREGARE E' UN BISOGNO PROFONDO DI OGNI UOMO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 4 mag.

La vita umana "e' un intreccio di bene e male, di sofferenza immeritata e di gioia e bellezza, che spontaneamente e irresistibilmente ci spinge a chiedere a Dio quella luce e quella forza interiori che ci soccorrano sulla terra e dischiudano una speranza che vada oltre i confini della morte". Benedetto XVI ha spiegato cosi', nell'Udienza Generale di oggi, il bisogno profondo di spiritualita' avvertito dall'uomo.
"Negli esempi di preghiera delle varie culture - ha detto - possiamo vedere una testimonianza della dimensione religiosa e del desiderio di Dio iscritto nel cuore di ognuno", espressione in sostanza di "un'invocazione che dalla terra attende una parola dal Cielo". Secondo Ratzinger, che ha inaugurato con queste riflessioni un ciclo di catechesi del mercoledi' dedicato alla preghiera, "la Rivelazione cristiana purifica e porta alla sua pienezza l'anelito originario dell'uomo a Dio, offrendogli, nella preghiera, la possibilita' di un rapporto piu' profondo con il Padre celeste".
Tra gli esempi di preghiera non cristiana, il Papa teologo ha ricordato quella di un uomo cieco dell'antico Egitto, che "attesta qualcosa di universalmente umano, qual e' la pura e semplice preghiera di domanda da parte di chi si trova nella sofferenza".
All'interno della religione pagana dell'antica Grecia le preghiere, "si orientano - poi - progressivamente verso le richieste piu' disinteressate, che consentono all'uomo credente di approfondire il suo rapporto con Dio e di diventare migliore". Anche nelle tragedie greche "sono contenute delle preghiere che esprimono il desiderio di conoscere Dio e di adorare la sua maesta'". E nel mondo romano "la preghiera, pure se associata a una concezione utilitaristica e fondamentalmente legata alla richiesta della protezione divina sulla vita della comunita' civile, si apre talvolta a invocazioni ammirevoli per il fervore della pieta' personale, che si trasforma in lode e ringraziamento". In proposito ha citato l'imperatore Marco Aurelio che "afferma la necessita' di pregare per stabilire una cooperazione fruttuosa tra azione divina e azione umana".
Questo consiglio dell'imperatore filosofo - ha commentato Benedetto XVI - e' stato effettivamente messo in pratica da innumerevoli generazioni di uomini prima di Cristo, dimostrando cosi' che la vita umana senza la preghiera, che apre la nostra esistenza al mistero di Dio, diventa priva di senso e di riferimento". Secondo il Papa, "in questi esempi di preghiere delle diverse epoche e civilta' emerge la consapevolezza che l'essere umano ha della sua condizione di creatura e della sua dipendenza da un Altro a lui superiore e fonte di ogni bene". L'uomo di tutti i tempi prega "perche' non puo' fare a meno di chiedersi quale sia il senso della sua esistenza, che rimane oscuro e sconfortante, se non viene messo in rapporto con il mistero di Dio e del suo disegno sul mondo". Per Benedetto XVI, pero', anche se e' connaturata alla dimensione umana la preghiera "non va data per scontata: occorre imparare a pregare, quasi acquisendo sempre di nuovo quest'arte; anche coloro che sono molto avanzati nella vita spirituale sentono sempre il bisogno di mettersi alla scuola di Gesu' per apprendere a pregare con autenticita'". Come cristiani, ha ricordato, "riceviamo la prima lezione dal Signore attraverso il suo esempio. I Vangeli ci descrivono Gesu' in dialogo intimo e costante con il Padre: e' una comunione profonda di colui che e' venuto nel mondo non per fare la sua volonta', ma quella del Padre che lo ha inviato per la salvezza dell'uomo". "All'inizio di questo nostro cammino - ha concluso il Pontefice - vogliamo allora chiedere al Signore che illumini la nostra mente e il nostro cuore perche' il rapporto con Lui nella preghiera sia sempre piu' intenso, affettuoso costante. Ancora una volta diciamogli: 'Signore, insegnaci a pregare'".

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