lunedì 23 maggio 2011

Don Seppia, 17 anni fa un’indagine per telefonate oscene a minori. Accuse alla curia di Genova (Il Fatto)

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Non sarebbe il caso di rispondere a questo tipo di accuse?

10 commenti:

mariateresa ha detto...

i due articoli fanno vomitare per quel che mi riguarda. Oltre a rispondere li denuncerei per diffamazione.

Raffaella ha detto...

Ecco! Si impari dai vescovi tedeschi che non hanno avuto problemi a denunciare i media.
R.

Anonimo ha detto...

E chi era arcivescovo 17 anni fa?
Io lo so...
Jacu

Raffaella ha detto...

Ecco qui:

http://www.diocesi.genova.it/documenti.php?idd=1505

Nel 1994 l'arcivescovo di Genova non era il card. Tettamanzi.
R.

laura ha detto...

Non ho parole

Anonimo ha detto...

E se oltre a Bertone e Bagnasco non ci fosse anche Tettamanzi a quest'ora già gli indignati strillerebbero ancora di più. Canestri nessuno se lo ricorda e se anche fosse inizialmente responsabile, Tettamanzi ha avuto il tempo più lungo a disposizione per correggere il prete deviante.Eufemia

DANTE PASTORELLI ha detto...

Se han la coscienza a posto i chiamati in causa denuncino i media. E se non li denunciano cosa si deve pensare?

Luisa ha detto...

E se quei media avessero ragione? Anche solo parzialmente?
Risulta dalle testimonianze che le deviazioni di Seppia erano conosciute, che il suo comportamento non era passato inosservato ed era anche stato denunciato.
Perchè ha potuto continuare indisturbato?
A questo dovranno rispondere i suoi superiori e altrimenti che con un: "non sapevamo".

DANTE PASTORELLI ha detto...

Appunto Luisa! Se han la coscienza a posto procedano per le vie legali in modo da far chiarezza. Sui preti e soprattutto sui vescovi non ci dovrebbero esser ombre di sorta. E invece, a torto o a ragione, le ombre, e pesanti, ci sono.

Raffaella ha detto...

Concordo! A certe accuse si deve rispondere con le parole ed i fatti. Fare finta di nulla non solo non risolve la situazione, ma fa perdere fiducia nei fedeli.
Il "caso" ha assunto un risvolto imprevisto e penso che i media lo "molleranno".
R.