domenica 8 maggio 2011

Il Papa: «l'Adriatico porta il Mediterraneo nel cuore dell'Europa» (Il Giornale)

Il Papa: «Troppe crisi coniugali Ridiamo un senso alla famiglia»

di Redazione

L'Europa di Benedetto XVI riparte da Aquileia.
È la prima tappa della due giorni del Papa in Veneto. Città tra le più importanti dell'impero romano, centro spirituale al pari della Milano di Ambrogio e della Ippona di Agostino, è madre di 57 chiese, tra cui Venezia, Monaco e Vienna, e quelle di Slovenia, Croazia, Ungheria. È «terra benedetta, irrorata dal sangue e dal sacrificio di tanti testimoni» ricorda il Papa, a partire dai Pastori: Ermagora, Fortunato, Cromazio, che la difesero dalle eresie. A tale eredità i cristiani devono attingere per essere «coraggiosi e fedeli», «convinti e convincenti» in una terra sostanzialmente cristiana, ma segnata da un «materialismo diffuso». A tale eredità devono guardare i Pastori: con la visita di Benedetto XVI si apre «Aquileia 2», sorta di mini-sinodo delle Chiese figlie di Aquileia (ne sopravvivono 36). Venti anni fa, il primo convegno mise all'ordine del giorno la freschezza dell'annuncio evangelico, l'educazione alla fede, la costruzione di una casa comune nel rispetto delle diversità. Temi che il Papa riconsegna a queste chiese rinnovando il mandato missionario: «Testimoniare l'amore di Dio per l'uomo». Esso si esprime come «amore alla vita, dal concepimento fino al suo termine naturale», nella «promozione della dignità della persona» e della famiglia segnata dalla «crisi sempre più diffusa della vita coniugale e dal crollo della natalità». E si riflette nell'impegno dei cristiani a livello culturale, sociale e politico, con personalità pronte ad «assumersi responsabilità dirette» e a offrire il loro contributo per «umanizzare gli spazi della convivenza civile». Davanti alla «Chiesa dei pagani», che unisce il Battistero alla Basilica, il Papa parla ai fedeli, ma anche a popoli e culture diversi, in una terra da sempre crocevia di genti e religioni, oggi davanti alla sfida dell'immigrazione e della multiculturalità. «Meticciato» per dirla con una fortunata espressione del cardinale di Venezia, Angelo Scola, al fianco del Papa in questa visita. Sotto il suo impulso sono nati lo Studium Generale Marcianum, polo pedagogico del patriarcato, e la rivista Oasis, veri e propri strumenti di nuova evangelizzazione. Non si tratta più solo di essere ponte tra Est e Ovest, ma arteria tra Nord e Sud: «l'Adriatico porta il Mediterraneo nel cuore dell'Europa» dice il Papa. Che oggi parla a Venezia: «La vita umana è nelle mani di Dio e senza la Sua benedizione l'uomo costruisce invano» ha detto sbarcando in laguna. Ieri ha venerato le reliquie di San Marco, nel pomeriggio il santuario della Salute diventerà l'Aula magna dell'incontro con le autorità culturali e civili. A loro ricorderà che solo nel rapporto con Dio è la «salute», la salvezza, la vera realizzazione: «L'uomo non può rinunciare alla verità su di sé, senza che ne soffrano il senso della responsabilità personale, la solidarietà verso gli altri, l'onesta nei rapporti economici e di lavoro».

© Copyright Il Giornale, 8 maggio 2011 consultabile online anche qui.

6 commenti:

mariateresa ha detto...

cara, buona domenica. Io mi sveglio presto, ma, ostregheta,al tuo confronto sono una poltrona.
Grazie per tutto il tuo lavoro, te l'ho già detto,ma è bene ripassare il concetto ogni tanto.

Raffaella ha detto...

Grazie carissima e buona domenica a te :-))
R.

Andrea ha detto...

Secondo il cardinale Scola, a quanto intendo, il multiculturalismo ha fallito mentre il METICCIATO (mescolanza di persone e di culture) può riuscire. In concreto, si tratterebbe di perseguire la mescolanza fra Cattolici e Musulmani.
Siamo, ahinoi, nel campo della totale rinuncia a evangelizzare (e perciò a SALVARE) i Musulmani e nel campo del puro schematismo intellettualistico. La realtà (vedi Germania, Inghilterra, Francia, Spagna...) è che veniamo ogni giorno " ricoperti" dall'ondata islamica, fondata sulla indistinzione popolo-cultura-istituzioni-religione.
Vedi esperienza dei matrimoni misti (con sposa cattolica) e vedi Cristiano Allam: dialogo con il Musulmano sempre, con l'Islam mai.

Fabiola ha detto...

Caro Andrea, dove hai mai sentito, dal card. Scola, predicare la rinuncia ad evangelizzare?
Leggiti le varie interviste al Patriarca di questi giorni, in particolare quella a La Croix.
Il "meticciato" è un fatto, non un progetto, un incontro tra uomini che hanno in comune la struttura fondamentale dell'umano, da cui è possibile partire per un "dialogo" che non esclude affatto anzi che suppone la comunicazione della propria identità e, quindi, l'annuncio di Cristo.

Andrea ha detto...

Adesso non ho tempo, cara Fabiola.
Spero di vedere le interviste e di scrivere due parole entro sera. Grazie

Andrea ha detto...

Ho dato uno sguardo all'intervista a "La Croix" e ad altre due, cara Fabiola.
Purtroppo "non ci siamo"! (sia detto, ovviamente, con tutto il rispetto).

Si potrebbero fare moltissime osservazioni; mi limito a riportare l'espressione "meticciato di civiltà" e "capacità culturale del cristianesimo di accogliere dei cambiamenti".
Siamo qui in un orizzonte, come dicevo, puramente intellettualistico: esisterebbe il "cristianesimo-religione", che potrebbe e dovrebbe meticciarsi con altre "civiltà-religioni". A parte l'evidenza della falsità di tale tesi di fronte all'Islam "occupante" (= in fase di occupazione progressiva), è proprio la struttura di pensiero a essere sbagliata: non è mai esistito il "cristianesimo" (uno dei tanti "-ismi"), mentre è sempre esistita, ed esiste, la "Cristianità", cioè una realtà di uomini resi nuovi dall'incontro con Cristo (evangelizzazione e Battesimo). Il volto secolare, cioè culturale, della Cristianità è proprio l'insieme delle istituazioni e delle realizzazioni pratiche di sapore cristiano, cioè la Civitas Christiana (ovviamente sempre imperfetta, ma altrettanto ovviamente luminosissima e unica al mondo nel dare "gloria a Dio e pace all'uomo").

Se invece esistesse il "cristianesimo", esso dovrebbe immediatamente riconoscersi non come liberante (o meglio "restauratore") dell'uomo sfigurato dal peccato, ma come una delle mille opzioni sottoposte al controllo dell'autorità "democratica", cioè esprimente l'opinione maggioritaria, come Scola (catastroficamente) dice.

In definitiva: o il Papa è il Vicario di Cristo-Re, oppure è il "punto di riferimento di un filone culturale".