PAPA: VENEZIA SIA ANCORA PONTE TRA CULTURE E RELIGIONI DIVERSE
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 7 mag.
Piazza San Marco "e' come la porta di accesso al cuore di Venezia", da qui "lo sguardo abbraccia il sereno bacino di San Marco, l'elegante Palazzo Ducale, la meravigliosa mole della Basilica marciana, l'inconfondibile profilo della citta', giustamente detta 'la perla dell'Adriatico'". Per questo Benedetto XVI, in visita pastorale in Triveneto, ha voluto lanciare da questo luogo simbolo un appello alla pace e al dialogo tra i popoli, le religioni e le culture. "Da questo molo - ha detto - si puo' cogliere quell'aspetto di singolare apertura che da sempre caratterizza Venezia, crocevia di persone e comunita' di ogni provenienza, cultura, lingua e religione. Punto di approdo e di incontro per gli uomini di tutti i continenti, per la sua bellezza, la sua storia, le sue tradizioni civili, questa Citta' ha corrisposto nei secoli alla speciale vocazione - ha scandito - di essere ponte tra Occidente ed Oriente".
"Anche in questa nostra epoca, con le sue nuove prospettive e le sue sfide complesse, Venezia - ha aggiunto Papa Ratzinger - e' chiamata ad assumere importanti responsabilita' in ordine alla promozione di una cultura di accoglienza e di condivisione, capace di gettare ponti di dialogo tra i popoli e le nazioni; una cultura della concordia e dell'amore, che ha le sue solide fondamenta nel Vangelo".
Nel suo discorso, il Pontefice in particolare ha ricordato il "patrimonio di tradizioni civili, culturali ed artistiche" di Venezia, che "ha trovato un fecondo sviluppo anche grazie all'accoglienza della fede cristiana, che affonda le sue radici molto lontano, gia' dalla nascita dei primi insediamenti di questa laguna". "Con il passare dei secoli - ha osservato ancora Benedetto XVI in piazza San Marco - la fede trasmessa dai primi evangelizzatori si e' radicata sempre piu' profondamente nel tessuto sociale, fino a diventarne parte essenziale". "Ne sono visibile testimonianza - ha indicato - le splendide Chiese e le tante edicole devozionali disseminate tra calli, canali e ponti". "Lo splendore dei monumenti e la fama delle istituzioni secolari manifestano - ha concluso il Papa - la storia gloriosa e il carattere delle genti venete, oneste e laboriose, dotate di grande sensibilita', di capacita' organizzative e di quello che nel linguaggio quotidiano viene detto 'buon senso'".
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PAPA: PATRIARCATO DI VENEZIA HA DONATO A CHIESA TANTI PONTEFICI
Salvatore Izzo
(AGI) - Venezia, 7 mag.
Benedetto XVI ha voluto ricordare oggi lo strettissimo legame tra la sede di Roma e quella di Venezia che ha donato alla Chiesa Cattolica dei grandissimi Papi.
Lo ha fatto in piazza San Marco citando "i venerati pastori che da questa Sede patriarcale sono passati a quella di san Pietro: molti di voi - ha detto - conservano vivo il ricordo del Patriarca Albino Luciani, figlio di queste terre venete, che divenne Papa con il nome di Giovanni Paolo I; e come non ricordare il Patriarca Angelo Giuseppe Roncalli, che, divenuto Papa Giovanni XXIII, e' stato elevato dalla Chiesa alla gloria degli altari e proclamato beato? Ricordiamo infine il Patriarca Giuseppe Sarto, il futuro san Pio X, che con il suo esempio di santita' continua a vivificare questa Chiesa particolare e tutta la Chiesa universale".
Il Papa ha ricordato anche "la sollecitudine pastorale dei Papi" che hanno compiuto visite pastorali in questa citta': il servo di Dio Paolo VI e il beato Giovanni Paolo II. "Anch'io, sulle orme di questi miei predecessori - ha spiegato - ho voluto venire oggi in mezzo a voi, per portarvi una parola di amore e di speranza, e confermarvi nella fede della Chiesa, che il Signore Gesu' ha voluto fondare sulla roccia che e' Pietro e ha affidato alla guida degli Apostoli e dei loro successori, nella comunione con la Chiesa di Roma che presiede alla carita'". "Vengo in mezzo a voi - ha concluso - per rinsaldare quel profondo vincolo di comunione che storicamente vi unisce al vescovo di Roma".
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2 commenti:
Comunque mi viene da ridere... devo per forza, non posso trattenermi, scusami Raffaella... :-)
Sarà il Santo Padre che non legge l'OR o viceversa?
Giusto stamattina a proposito delle genti venete...
"L'effetto è di spaesamento e di frustrazione. E un atteggiamento di chiusura e di difesa di «ciò che è nostro», la ricerca di un capro espiatorio per darsi ragione di questo improvviso ripiegamento di prospettive"
E poi questo capolavoro di ermenutica della discontinuità:
"Tutto questo dice in sostanza che nel Nord Est si è usciti da un cristianesimo socialmente determinato, di tradizione, «assorbito con il latte materno», nutrito dalle tradizioni comunitarie e nel quale l'identità religiosa appare data per scontata. E che si sta andando verso un cristianesimo scelto, di elezione, un cristianesimo nel quale l'identità religiosa sarà sempre più il frutto di una scelta e di una appropriazione personale."
:-))))
Per sam: si tratta semplicemente dello schema protestantico (la fede è un "IO credo" irrazionale, non un "NOI crediamo" saldamente fondato), che, dopo aver distrutto i popoli germanici e anglosassoni, viene presentato in Italia come "straordinaria novità".
La Chiesa del 1500/1700 si affidò ai Santuari Mariani prealpini come linea di difesa; oggi abbiamo il Diario di Santa Faustina e Medjugorje.
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