sabato 21 maggio 2011

La decisione, clamorosa, di cancellare la presenza dei monaci a Santa Croce in Gerusalemme è un altro dei segni di come il «governo gentile» di Benedetto XVI sappia essere decisionista e drastico quando si tratta di eliminare la «sporcizia» nella Chiesa (Tornielli)

Vedi anche:

L'Abbazia degli intrighi. Il Vaticano sopprime i cistercensi di Santa Croce in Gerusalemme a Roma (Rodari)

Il Papa ha soppresso l’Abbazia di Santa Croce e disposto il trasferimento dei monaci. A Santa Croce in Gerusalemme in Roma abusi liturgici e poca disciplina (Galeazzi)

Un altro colpo di Ratzinger alla "sporcizia" nella Chiesa

ANDREA TORNIELLI

La decisione, clamorosa, di cancellare la presenza dei monaci nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme, dov’erano presenti da cinque secoli, è un altro dei segni di come il «governo gentile» di Benedetto XVI sappia essere decisionista e drastico quando si tratta di eliminare quella «sporcizia» nella Chiesa la cui presenza proprio il cardinale Ratzinger denunciò durante la Via Crucis di sei anni fa.
Il decreto della Congregazione per i religiosi che ha stabilito la soppressione dell’abbazia segue di due anni l'allontanamento dell’abate, chiacchierato per le una gestione non limpida della sua comunità e per sue amicizie.
Di fronte all’emergere di vecchi e nuovi scandali di ogni genere, il Papa non ha mostrato tentennamenti.
Ha stabilito, ad esempio, norme ancora più severe di quelle che lui stesso, dieci anni fa, aveva suggerito a Giovanni Paolo II. Ha mostrato prima con il suo personale atteggiamento, e ora anche con le nuove linee guida sugli abusi destinate alle conferenze episcopali pubblicate lunedì scorso, come sia prioritaria l’attenzione per le vittime.
Ha responsabilizzato i vescovi, che devono essere «padri e fratelli» dei loro sacerdoti. Ma soprattutto, in questi primi sei anni di pontificato ha agito, lontano dai riflettori, con determinazione.
A un mese di distanza dall’elezione, nel maggio 2005, Ratzinger ha revocato ogni facoltà sacerdotale a padre Gino Burresi, fondatore dei Servi del Cuore immacolato di Maria, per abusi sessuali su alcuni giovani seguaci.
Il sacerdote aveva goduto per anni di importanti coperture e i reati che aveva commesso erano prescritti.
Poco dopo è arrivata anche la famosa decisione su padre Macial Maciel, l’anziano fondatore dei Legionari di Cristo, riconosciuto colpevole di gravi abusi.
Nel settembre 2008 Benedetto XVI ha ridotto allo stato laicale don Lelio Cantini, il carismatico prete fiorentino guida di una vivace comunità dalla quale sono usciti vari sacerdoti, anch’egli colpevole di ripetuti abusi su minori.
Nel luglio dell’anno dopo è toccato a un religioso tedesco, appartenente ai Missionari della Sacra Famiglia di Magonza, mentre nel febbraio 2010 Ratzinger con decreto inappellabile, ha tolto l’abito a don Marco Dessì, missionario in Nicaragua, prima della conclusione dei processi civili a suo carico per abuso sessuale di minori.
Il mese successivo è stato dimesso dallo stato clericale don Andrea Agostini, prete della diocesi di Bologna che gestiva un asilo cattolico nel ferrarese, sempre per pedofilia. Nell’ottobre 2010 la stessa sentenza è toccata a don Nello Giraudo, della diocesi di Savona, mentre all’inizio di quest’anno è stato imposto di ritirarsi al potente e influente sacerdote cileno Fernando Karadima, nonostante i reati fossero prescritti.
Ed è prevedibile che una decisione venga in tempi rapidi anche nei confronti di don Riccardo Seppia, il parroco genovese cocainomane e predatore di ragazzini.
Un anno fa, al culmine degli scandali provenienti soprattutto dagli Stati Uniti, dall’Irlanda e dalla Germania, Benedetto XVI aveva pronunciato parole drammatiche, affermando che «la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori», ma «nasce dal peccato» interno, e ha collegato questi eventi al messaggio delle apparizioni mariane avvenute in Portogallo nel secolo scorso, affermando: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa».
Nel libro intervista «Luce del mondo» il Papa ha spezzato anche una lancia in favore dei mezzi di informazione e del loro ruolo nella vicenda: «I media non avrebbero potuto dare quei resoconti se nella Chiesa stessa il male non ci fosse stato… Sin tanto che si tratta di portare alla luce la verità, dobbiamo essere riconoscenti». Una lezione di grande umiltà, che vista dall’esterno potrebbe essere compresa ancor meglio dentro la stessa Chiesa.

© Copyright La Stampa, 21 maggio 2011 consultabile online anche qui.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

a me risulta che il nuovo parroco sia stato mandato per gestire il lucroso Albergo -prima gestito dai monaci- che accoglie pellegrini da tutto il mondo...
Inoltre, appena nominato, ha tolto in malo modo l'altare della cripta al 'gruppo stabile', che lo aveva in prestito per un'ora ogni sabato mattina, per la Messa Gregoriana. Ed ora i sabati della Vergine celebrati col rito antico non ci sono più da oltre un anno...

Anonimo ha detto...

Domanda: e chi ci mette adesso?

Anonimo ha detto...

E il gruppo stabile ha scritto all´ecclesia dei?

jacu

Raffaella ha detto...

Esatto! Ogni abuso va segnalato.
Il vescovo non e' Papa nella sua diocesi e, a maggior ragione, il parroco non lo e' nella parrocchia.
R.

Anonimo ha detto...

Considerando le sporcizie di ieri e di oggi(credetemi,non sono finite!)...forse sarebbe stato meglio che lo stato italiano ne avesse incamerato i beni nel i870!
Senza soldi...niente scandali!

Anonimo ha detto...

In mezzo a tanto male voglio esprimere la solidarietà el'affetto a tutti i cari sacerdoti genovesi che svolgono con dedizione eroica e impegno il loro apostolato.
Sanctae Michael Arcangele defende nos in proelio contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium.
Imperet illi Deus supplices deprecamur .
Tuque Princeps militiae caelistis Satanam aliosque spiritos malignos qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo divina virtute in infernum detrude!Amen!
Oh la visione terrificante di Papa Leone XIII si sta realizzando.
Preghiamo,preghiamo il Sacro Cuore di Gesù e la SS. Vergine .

Anonimo ha detto...

È ormai abitudine facile e abusata quella di rispondere al clamore di uno scandalo con uno scandalo più grande e di segno opposto, di "pulire" una macchia e un'onta dolorose con un titolo di giornale altisonante e rassicurante.
Quasi a dire: «tranquilli, stiamo vigilando....»
E così, per un parroco di provincia che perso dentro il buio di una vita gettata nell'equivoco e nel peccato disonora un'intera comunità, ecco la trovata, lo scoop, la facile e abusata via d'uscsita: l'abate dalla gestione allegra, il convento che non chiude e quindi va chiuso, cinquecento anni di storia di una comunità pronti ad essere sacrificati.
Senonchè la memoria esige sempre, prima o poi, il rispetto che è dovuto alla vita spesa con onore e dignità. Prima o poi, la memoria, presenta il conto: e allora, a quasi due anni dalla rimozione dell'Abate Don Simone, occorre che qualcuno cominci a ricordare che, per vent'anni, Simone, Luca e Ryan si sono spesi con vocazione, dedizione e silente sacrificio per far rivivere una comunità che, vent'anni fa, era più simile al deserto che al rigoglioso giardino che oggi tanto scalpore fa, a cominciare da una comunità di credenti ritrovata e rinsaldata grazie a loro. Il resto è abitudine, facile e abusata

Raffaella ha detto...

Non capisco la polemica.
C'e' stata una visitazione apostolica ed una conseguente decisione. I giornali non c'entrano nulla.
R.

Anonimo ha detto...

Titolo di Dagospia:

RATZINGER METTE UNA CROCE SU SANTA CROCE - BENEDETTO XVI CHIUDE LA BASILICA DEI CISTERCENSI CHE NEGLI ANNI ERA DIVENTATA UNA VIA DI MEZZO TRA UN SALOTTO DI DAMAZZE E UN CIRCOLO DI ARISTOCRATICI, UN HOTEL DE CHARME E UN ORTO DA BIO CHE AVEVA ATTRATTO ORDE DI VIP (COMPRESA MADONNA) E POLITICI - TUTTI SBATTUTI FUORI A COMINCIARE DALL’ABATE EX STILISTA E DALLA SUORA EX CUBISTA SPECIALIZZATA IN LAP DANCE E BALLI FUNKY CHE ORA BALLAVA IN NOME DI DIO - IL PUGNO DURO DEL PAPA: DAI LEGIONARI DI CRISTO AI PRETI PEDOFILI…

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-25941.htm#Scene_1