lunedì 9 maggio 2011

L'abbraccio dei 300 mila a Benedetto XVI (Roberta Bassan)

L'abbraccio dei 300 mila a Benedetto XVI

LA VISITA DEL PAPA. Al Parco S. Giuliano di Mestre l'incontro con la gente arrivata dalle Diocesi trivenete, ma anche da Croazia, Slovenia, Austria, Germania, Ungheria

Roberta Bassan

INVIATA A MESTRE
La spianata verde si riempie sempre più velocemente fino alle collinette, di erbetta non ne rimane neppure un filo in quei 70 ettari di parco in riva alla laguna di Venezia. Un mare di folla. Cento, duecento, quasi trecentomila persone diranno alla fine gli organizzatori, tutte con il sorriso sulle labbra, nonostante il sole picchi a cento e senza il cappellino e le bottigliette d'acqua gratis per tutti si rischi di svenire, non bastasse l'alzataccia che ha visto i più lontani partire quando faceva ancora buio.
I chierichetti di Chiuppano si sono alzati alle 5.30 e alle 8 mangiano di gusto pane e formaggio. Tutti con le bandierine, i palloncini, gli striscioni, le mani in tripudio quando Benedetto XVI varca la porta rossa di Parco San Giuliano sulla papamobile protetto da una cortina di uomini, con quella mano scarna che esce dalla veste bianca e benedice incessante tutti e tutte e carezza con un velo la minuscola Giuditta, fagottino di un mese che arriva tra le sue mani per una benedizione. «Benvenuto al successore di Pietro nelle terre di San Marco», scandiscono ai microfoni.
Ecco il Papa nel momento culminante della visita apostolica in Triveneto partita sabato dalla Chiesa madre di Aquileia, proseguita ieri mattina a Mestre con la messa in mondovisione e un mare di folla, terminata nel pomeriggio a Venezia. Ecco lo straordinario abbraccio delle genti del Nordest, ancora impensabile pochi giorni fa quando i pass distribuiti erano "appena" centomila. Triplicate davanti all'altare del Papa, roba da far schiattare d'invidia i concerti musicali di maggior richiamo dell'Heineken Jammin' Festival che al Parco vengono organizzati.
Una folla arrivata così numerosa in Veneto, crocevia di popoli e di Diocesi nate grazie all'evangelizzazione di San Marco e ancor oggi attive, come Vicenza, ma bisognose di rilancio e di nuovi stimoli.
Per questo il Papa è stato invitato a Nordest dal Patriarca Angelo Scola in una visita organizzata nei minuziosi dettagli dal suo vice Beniamino Pizziol, imminente vescovo di Vicenza: per confermare e stimolare la fede di queste terre di antica tradizione cristiana, non estranee al disorientamento di fronte alla crisi economica, alla modernità, alle «inquietanti problematiche che pongono in crisi i fondamenti dell'essere e agire» dell'uomo moderno.
Davanti all'altare ci sono il Governatore della Regione Luca Zaia, i ministri veneti Giancarlo Galan e Maurizio Sacconi. A rappresentare Vicenza c'è l'assessore Pierangelo Cangini con la fascia da sindaco.
«Siamo guidati dal fascino di questo incontro - aveva esordito il Patriarca nel suo saluto al Pontefice -, il Nordest aspetta di svolgere un nuovo compito». Benedetto XVI non tradisce le aspettative. Questi nuovi compiti, ha spiegato, chiedono una fede che non si «svuoti della sua verità e dei suoi contenuti più profondi», non diventi «orizzonte» che «solo superficialmente abbraccia la vita», non si riduca ai soli aspetti «sociali e culturali».
«Vi incoraggio - ha detto il Papa - a non cedere mai alle ricorrenti tentazioni della cultura edonistica e ai richiami del consumismo materialista». Ratzinger non si sottrae al tema caldo e pressante dell'immigrazione, e auspica una fede che allontani la «paura degli estranei, dei lontani che giungono nelle nostre terre e sembrano attentare a ciò che siamo». E che di fronte a «immigrazione e nuove circostanze geopolitiche» rinsaldi quella «unità spirituale» che nei primi secoli cristiani emanò dalla Chiesa di Aquileia oltre i confini, generando chiese in Croazia, Slovenia, Austria, Germania e Ungheria, ieri tutte presenti nel grande abbraccio al Pontefice. Ieri come oggi, un passato a cui guardare non solo con nostalgia di un'antica e vigorosa forza cristiana, ma come spinta per «una nuova evangelizzazione, guardando con attenzione alle numerose sfide del presente e ripensando il futuro di questa regione».
Benedetto XVI ha richiamato l'esempio di cattolici innervati nel tessuto sociale, sul modello di Giuseppe Toniolo di cui ha ribadito l'ormai prossima beatificazione. E ha citato anche Pio X e Giovanni XXIII «la più grande ricchezza del vostro territorio», invitando a coniugare «esempi e insegnamenti con le esigenze attuali». Sono le 12.15 quando il Papa lascia il Parco diretto a Venezia. Le tre campane di Vicenza lo salutano, il popolo del nuovo Nordest continua la festa.

© Copyright Il Giornale di Vicenza, 9 maggio 2011 consultabile online anche qui.

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