domenica 22 maggio 2011

Lo straordinario dialogo fra il Papa e gli astronauti nel commento di Galeazzi

TRA I DODICI UOMINI DELL’EQUIPAGGIO GLI ITALIANI NESPOLI E VITTORI

Il Papa parla agli astronauti “Ammiro il vostro coraggio”

GIACOMO GALEAZZI

CITTÀ DEL VATICANO

Benedetto XVI siede dietro una scrivania nella saletta in cui solitamente registra i suoi messaggi.
Ha davanti un grande schermo sul quale scorrono le immagini provenienti dal cosmo. Per 20 minuti dialoga con i 12 «apostoli dello spazio» sul futuro del pianeta, il progresso scientifico, l’ambiente e il contributo della scienza alla causa della pace.
Il Papa si è collegato con la Stazione spaziale internazionale che orbita intorno alla Terra: a bordo ci sono anche gli astronauti italiani Roberto Vittori e Paolo Nespoli. «Ammiro il vostro coraggio, cosa si vede da lassù?», domanda il Pontefice. Vittori gli risponde: «Il nostro pianeta è bellissimo, è di colore blu». È stata un’emozione per tutti (una «straordinaria possibilità», la definisce Ratzinger) il primo video-collegamento fra un Papa e la «punta avanzata dell’umanità che esplora nuovi spazi e nuove possibilità per il nostro avvenire».
Gli astronauti si sono presentati uno a uno, mentre Joseph Ratzinger li salutava con la mano e sorrideva divertito agli effetti dell’assenza di gravità, come il volteggiare della medaglia che rappresenta la Creazione dell’uomo di Michelangelo, che il Papa aveva affidato a Vittori. Al termine della missione, il primo giugno, Vittori riporterà la medaglia a Terra e la consegnerà al Pontefice. Cinque le domande di Benedetto XVI, che ha innanzitutto chiesto agli astronauti come la scienza può contribuire alla pace e al futuro del pianeta. Ha risposto il comandante Kelly, confrontando le lotte in corso sulla Terra, spesso scatenate dal controllo delle fonti di energia, e le ricerche in corso nello spazio «che potrebbero un giorno essere adattate alla Terra e ridurre la violenza». Riferendosi alla tutela dell’ambiente, il Papa ha domandato poi: «Dal vostro straordinario punto di osservazione come vedere la situazione della Terra?». La soluzione, per l’americano Ron Garan, è nella forza di saper lavorare tutti insieme per un obiettivo comune. «Quale messaggio vorrete trasmettere al termine della vostra esperienza nello spazio?» ha chiesto ancora il Pontefice. Per l’americano Mike Finke, «i giovani devono sapere che c’è un intero universo da esplorare e che se lo faremo insieme non ci saranno obiettivi che non potremo raggiungere». Quindi Benedetto XVI ha domandato agli astronauti se i tanti impegni scientifici lasciassero loro lo spazio per riflettere sull’origine dell’uomo e «forse anche di rivolgere una preghiera al Creatore». La preghiera, ha risposto Vittori, nasce spontanea ogni volta che si guarda la Terra: «Fa bene al cuore e viene spontaneo pregare».
Il Papa ha rivolto gli auguri di guarigione alla moglie di Kelly, la deputata Usa Gabrielle Giffords ferita in una sparatoria in Arizona. «Caro Paolo», si è rivolto infine in italiano a Nespoli, che ha appreso nello spazio la notizia della morte della madre. «Tutti ti siamo stati vicini - gli ha detto- e anche io ho pregato per lei». Tra le risposte arrivate dallo «Shuttle Endeavour» nella Sala Foconi del Palazzo Apostolico la più apprezzata è sembrata quella di Vittori: «Il nostro pianeta è bellissimo, è di colore blu, come il colore del cielo ma anche come il colore delle forze italiane che mi hanno dato l’opportunità di venire sullo spazio. La bellezza è tridimensionale e cattura la nostra attenzione e il mio cuore e io prego, prego per me, per le nostre famiglie, per il nostro futuro». Commenta l’Osservatore Romano: «Questa conversazione è un evento senza precedenti, un’occasione storica: mai finora si era verificata la singolare inversione di ruoli per la quale è stato Benedetto XVI a porre le domande ai suoi interlocutori, e non viceversa».

© Copyright La Stampa, 22 maggio 2011

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