50° MATER ET MAGISTRA
Urge un pensiero morale
Benedetto XVI su economia e finanza di fronte agli squilibri globali
“La verità, l’amore, la giustizia, additati dalla ‘Mater et Magistra’, assieme al principio della destinazione universale dei beni, quali criteri fondamentali per superare gli squilibri sociali e culturali, rimangono i pilastri per interpretare e avviare a soluzione anche gli squilibri interni all’odierna globalizzazione”: lo ha detto il Papa, ricevendo in udienza in Vaticano i partecipanti al congresso internazionale su “Giustizia e globalizzazione: dalla ‘Mater et Magistra’ alla ‘Caritas in veritate’”, promosso in occasione del 50° dell’enciclica di Giovanni XXIII “Mater et Magistra” da parte del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace. Nella parte introduttiva del suo discorso, il Papa ha notato che “a fronte di questi squilibri c’è bisogno del ripristino di una ragione integrale che faccia rinascere il pensiero e l’etica. Senza un pensiero morale che superi l’impostazione delle etiche secolari, come quelle neoutilitaristiche e neocontrattualiste, che si fondano su un sostanziale scetticismo e su una visione prevalentemente immanentista della storia, diviene arduo per l’uomo d’oggi accedere alla conoscenza del vero bene umano”. Nel discorso, rivolto ai 200 partecipanti venuti a Roma da tutto il mondo, ha poi esortato a “sviluppare sintesi culturali umanistiche aperte alla Trascendenza mediante una nuova evangelizzazione... a cui più volte ci ha sollecitati il beato Giovanni Paolo II”.
Finanza, energia, ambiente. “Dai vari squilibri globali, che caratterizzano la nostra epoca – ha proseguito il Papa –, vengono alimentate disparità, differenze di ricchezza, ineguaglianze, che creano problemi di giustizia e di equa distribuzione delle risorse e delle opportunità”. Nella sua analisi dell’odierna condizione economica, Benedetto XVI ha dedicato un’attenzione particolare al sistema finanziario. “Non sono meno preoccupanti – ha detto – i fenomeni legati ad una finanza che, dopo la fase più acuta della crisi, è tornata a praticare con frenesia dei contratti di credito che spesso consentono una speculazione senza limiti. Fenomeni di speculazione dannosa si verificano anche con riferimento alle derrate alimentari, all’acqua, alla terra, finendo per impoverire ancor di più coloro che già vivono in situazioni di grave precarietà”. “Analogamente – ha proseguito – l’aumento dei prezzi delle risorse energetiche primarie, con la conseguente ricerca di energie alternative guidata, talvolta, da interessi esclusivamente economici di corto termine, finiscono per avere conseguenze negative sull’ambiente, nonché sull’uomo stesso”. Secondo Benedetto XVI, quindi, “la questione sociale odierna è senza dubbio questione di giustizia sociale mondiale” ed è “inoltre, questione di distribuzione equa delle risorse materiali e immateriali, di globalizzazione della democrazia sostanziale, sociale e partecipativa”.
Serve una “autorità proporzionata”. Parlando della “realizzazione” della giustizia sociale, Benedetto XVI ha poi affermato che essa “va attuata nella società civile, nell’economia di mercato, ma anche da un’autorità politica onesta e trasparente ad essa proporzionata, pure a livello internazionale”, aggiungendo che su questi argomenti si può registrare “un legittimo pluralismo tra i cattolici”. Esortando a salvaguardare “il reciproco rispetto e la buona disposizione a individuare i punti di incontro per un’azione tempestiva ed efficace”, ha quindi ammonito che “sotto il pretesto del meglio e dell’ottimo, non si trascuri di compiere il bene che è possibile e perciò doveroso”. Nella parte conclusiva del discorso, Benedetto XVI ha poi fatto riferimento alle realtà che sono a “servizio della nuova evangelizzazione del sociale”, citando “associazioni di volontariato e organizzazioni non governative cristiane o di ispirazione cristiana, le Commissioni giustizia e pace, gli Uffici per i problemi sociali e il lavoro, i Centri e gli Istituti di dottrina sociale”, molti dei quali mettono in atto “sperimentazioni dei contenuti del magistero sociale, come – ha precisato – nel caso di cooperative sociali di sviluppo, di esperienze di microcredito e di un’economia animata dalla logica della comunione e della fraternità”.
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