MESSA IN LATINO: S.SEDE,PER ORDINAZIONI RITO SIA QUELLO ORDINARIO
Salvatore Izzo
(AGI) – CdV, 13 mag. -
Nell’Istruzione circa l’uso dell’antico messale pubblicata oggi non e’ previsto che il vescovo possa ordinare sacerdoti utilizzando il rito extraordinario tranne per “gli Istituti che dipendono dalla Commissione Ecclesia Dei”, la cui spiritualita’ cioe’ e’ caratterizzata proprio dalla liturgia latina tradizionale.
E’ questa l’unica “proibizione” contenuta nelle nuove norme, che si spiega con l’esigenza di non creare un clero parallelo nelle diocesi (tuttavia si incoraggiano i seminari a preparare i futuri sacerdoti anche alla celebrazione con il rito tradizionale).
Per il resto la forma extraordinaria e’ utilizzabile in tutte le celebrazioni liturgiche, compreso “il Triduo Sacro nella Settimana Santa per i gruppi di fedeli che chiedono il rito antico”.
Ovviamente non puo’ essere intesa come una restrizione la sottolineatura che per chiedere il rito extraordinario occorre essere in comunione con il Papa, trattandosi di un requisito generale necessario per qualunque attivita’ pastorale come per l’insegnamento sottoposto alla responsabilita’ delle autorita’ ecclesiastiche e ancora di piu’ per le celebrazioni liturgiche.
Da notare, invece, che e’ autorizzato l’uso del messale e dei libri liturgici antichi (come il Rituale, il Pontificale, il Cerimoniale dei vescovi) anche se si ritiene poi di usare la lingua vernacola per le letture, a complemento di quella latina, o anche in alternativa nelle “messe lette”. Infine e’ prevista anche la possibilita’ per i chierici che lo desiderano di usare il breviario precedente alla riforma liturgica, senza che debbano chiedere nessuna autorizzazione specifica.
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MESSA IN LATINO: PADRE LOMBARDI, GRANDE EQUILIBRIO E APERTURA
Salvatore Izzo
(AGI) – CdV, 13 mag.
L’Istruzione sull’uso del messale antico pubblicata oggi “rappresenta un testo di grande equilibrio, che intende favorire, secondo l’intenzione del Papa, il sereno uso della liturgia precedente alla riforma da parte di sacerdoti e fedeli che ne sentano il sincero desiderio per il loro bene spirituale; anzi, che intende garantire la legittimita’ e l’effettivita’ di tale uso nella misura del ragionevolmente possibile”. Lo sottolinea il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi. “Allo stesso tempo – osserva padre Lombardi – il testo e’ animato da fiducia nella saggezza pastorale dei vescovi, e insiste molto fortemente sullo spirito di comunione ecclesiale che deve essere presente in tutti, fedeli, sacerdoti, vescovi, affinche’ la finalita’ di riconciliazione, cosi’ presente nella decisione del Santo Padre, non venga ostacolata o frustrata, ma favorita e raggiunta”.
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