Pechino-Vaticano, un passo verso il dialogo
ANDREA TORNIELLI
Quello sulla Cina è uno dei dossier che più stanno a cuore alla Santa Sede, a motivo della difficoltà dell’ultimo anno e delle possibili nuove consacrazioni episcopali illegittime dei prossimi mesi.
In questo contesto è importante la stretta di mano che potrebbe avvenire il prossimo 2 giugno al Quirinale tra il «primo ministro» vaticano Tarcisio Bertone e il presidente in pectore della Repubblica popolare cinese Xi Jinping, attuale numero due del presidente Hu Jintao. Quel giorno, sul Colle, si terrà il tradizionale ricevimento per la festa della Repubblica italiana, preceduto da un concerto e reso particolarmente solenne a motivo delle celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia. Vi parteciperanno una settantina di capi di Stato stranieri, tra i quali il vicepresidente americano Joe Biden e il suo omologo di Pechino.
Si è parlato anche di questo nel corso dell’incontro di ieri mattina in Vaticano tra il segretario di Stato Tarcisio Bertone e il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini. L’udienza tra il titolare della Farnesina e il Segretario di Stato è iniziata con dieci minuti di colloquio a tu per tu, per poi continuare per oltre tre quarti d’ora in presenza del capo gabinetto di Frattini, Pasquale Terracciano, dell’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede Francesco Maria Greco e del sottosegretario vaticano per i Rapporti con gli Stati Ettore Balestrero.
Il ministro ha aggiornato Bertone sull’allarme terrorismo dopo l’uccisione di Bin Laden e sull’impegno del governo italiano per la salvaguardia dei cristiani nei Paesi in cui vivono situazioni di rischio. Si è parlato della guerra in Libia e delle rivolte in Siria, ma anche dell’Egitto, dove l’imprenditore copto Naguib Sawiris, magnate delle telecomunicazioni, vuole far nascere un partito che difenda i cristiani. Si è accennato con preoccupazione alla situazione in Pakistan. Per quanto riguarda l’Iraq, il governo ha comunicato alla Santa Sede l’intenzione di favorire investimenti per la ricostruzione in zone nelle quali sono presenti anche i cristiani, per evitare che emigrino dal Paese.
Vista la situazione oggettivamente complicata dei rapporti tra Cina e Vaticano, dopo la crisi dello scorso anno, gli interlocutori d’Oltretevere si sono dimostrati molto interessati alla presenza, tra gli ospiti del presidente Giorgio Napolitano al Quirinale, di Xi Jinping, l’uomo che nel giro di due anni dovrebbe essere eletto alla guida del Partito comunista cinese e quindi Presidente della Repubblica cinese. Si farà in modo che Bertone, anch’egli invitato al ricevimento, possa salutarlo e scambiare qualche battuta con lui.
Ieri intanto il Papa ha cambiato il suo «ministro degli Interni», nominando come nuovo Sostituto al posto dell’arcivescovo Fernando Filoni il nunzio a Cuba Giovanni Becciu. Filoni, promosso Prefetto di Propaganda Fide, dovrà occuparsi del dossier Cina, dato che la sua nuova Congregazione è competente sulle Chiese delle terre di missione. Filoni, che si trova ad avere come numero due l’arcivescovo cinese Savio Hon Tai-Fai, conosce già bene la situazione per aver prestato servizio nella nunziatura delle Filippine.
© Copyright La Stampa, 11 maggio 2011 consultabile online anche qui.
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