giovedì 19 maggio 2011

Studio del John Jay College sugli abusi dei preti: il commento di Paolo Rodari

Studio americano: fu Woodstock a scatenare la pedofilia dei preti

di Paolo Rodari

Roma. C’è una chiesa che alle notizie degli abusi sessuali commessi da preti su minori risponde cercando di comprendere la causa del fenomeno. E’ la chiesa americana i cui vescovi hanno commissionato uno studio al John Jay College (è la principale istituzione accademica degli Stati Uniti in materia di criminologia) che il New York Times ha definito come “il più autorevole effettuato fino a oggi dalla chiesa cattolica”.
L’arco di tempo preso in esame va dal 1950 al 2010 e il risultato è uno: la causa della pedofilia nel clero cattolico non è né il celibato né l’omosessualità, bensì “the blame Woodstock”, l’effetto Woodstock e cioè il clima permissivo e liberal della fine degli anni Sessanta.
Secondo lo studio il prete pedofilo non ha caratteristiche psicologiche precise. Non è possibile, dunque, farne un identikit partendo dalle sue vere, o presunte, “devianze” sessuali o disturbi psicologici. Tra l’altro, alla fine degli anni Settanta è aumentato il numero di sacerdoti con inclinazioni (dichiarate o volutamente celate) omosessuali. Ma, contestualmente, gli abusi sui minori sono diminuiti.
La maggior parte delle denunce, infatti, si riferisce a casi degli anni Cinquanta-Sessanta. In quegli anni i preti avevano molto a che fare coi bambini mentre alle suore venivano affidate le bambine. E’ per questo, dice lo studio, che gli abusati erano per la maggior parte minori di sesso maschile.
Secondo il John Jay College, inoltre, molti dei casi di abusi su minori non si possono definire casi di pedofilia. Soltanto il cinque per cento di questi casi è così definibile, mentre per il restante 95 per cento si tratta di abusi su adolescenti che già hanno superato l’età della pubertà.
I risultati dello studio sono destinati a far parlare molto la chiesa. Al suo interno è forte la convinzione che la pedofilia dei preti sia principalmente un problema legato all’omosessualità. Un anno fa questo stesso concetto venne espresso dal cardinale segretario di stato Tarcisio Bertone. In Cile Bertone disse: “Molti sociologi, molti psichiatri hanno dimostrato che non c’è relazione tra celibato e pedofilia e invece molti altri hanno dimostrato, me lo hanno detto recentemente, che c’è una relazione tra omosessualità e pedofilia. Si tratta di una patologia che interessa tutte le categorie sociali, e preti in minor grado in termini percentuali”.
Bertone parlava basandosi su statistiche diffuse qualche anno prima proprio dal John Jay College. Secondo queste statistiche si evinceva l’opposto di quello che si evince oggi. E cioè che il rischio pedofilia è maggiore tra gli omosessuali: “Mentre sarebbe ingiusto e assurdo sostenere che tutti gli omosessuali sono pedofili, è un dato di fatto che molti pedofili sono omosessuali”. Il dato riportato era questo: l’81 per cento dei preti accusati di rapporti con minori nel periodo 1950-2002 avevano un orientamento omosessuale.
E’ anche per questo che Benedetto XVI nel 2008 ha raccomandato ai vescovi americani maggiore cautela prima di ordinare quei preti seminaristi che manifestano un orientamento omosessuale.

Pubblicato sul Foglio giovedì 19 maggio 2011

© Copyright Il Foglio, 19 maggio 2011 consultabile online anche qui, sul blog di Rodari.

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