A Venezia, l'incontro del Papa con il mondo della cultura: nella società liquida in cui viviamo, non abbiate paura di annunciare il Vangelo
La visita pastorale di Benedetto XVI nel Nord Est si è conclusa con il significativo incontro con il mondo della cultura e dell'economia, nella Basilica della Salute a Venezia.
Nel suo intervento, il Papa ha messo l'accento sullo straordinario patrimonio culturale che la terra veneta può vantare. Quindi, ha esortato i fedeli ad annunciare con coraggio il Vangelo, "la più grande forza di trasformazione del mondo". L’indirizzo d’omaggio al Papa è stato pronunciato dal rettore dello Studium Generale Marcianum, mons. Brian Edwin Ferme. Il servizio del nostro inviato a Venezia, Luca Collodi:
Bisogna respingere l’idea di una cultura liquida, cioè instabile, mutevole. Venezia, ha detto il Papa incontrando, ieri, i rappresentanti della società civile nella Basilica della Salute raggiunta in gondola, per la sua storia e tradizione è “la città della vita e della bellezza”. Sta all’uomo, nella sua libertà di compiere delle scelte, di fare scelte politiche che non siano instabili o inconsistenti:
“Si tratta di scegliere tra una città liquida, patria di una cultura che appare sempre più quella del relativo e dell’effimero, e una città che rinnova costantemente la sua bellezza attingendo dalle sorgenti benefiche dell’arte, del sapere, delle relazioni tra gli uomini e tra i popoli”.
Dalla Basilica della Salute, dove un tempo erano ospitati i malati di peste che nel 1630 colpì Venezia e dove oggi sorge una delle Chiese più famose in Laguna, edificata come voto alla Madonna per la liberazione della città dall'epidemia, il Papa si è poi soffermato sul significato del termine salute. Che va dallo “stare bene” fisico, alla “salute dell’anima” da cui dipende il destino eterno dell’uomo. Per questo, Gesù stesso si può chiamare “Salute” dell’uomo:
“Lo immerge in questa corrente pura e vivificante che scioglie l’uomo dalle sue paralisi fisiche, psichiche e spirituali. Lo guarisce dalla durezza di cuore, dalla chiusura egocentrica e gli fa gustare la possibilità di trovare veramente se stesso perdendosi per amore di Dio e del prossimo”.
Ma l’attesa di una terra nuova non deve distrarre dalle situazioni storiche del presente dove si è esaurita la forza delle utopie ideologiche:
“Venezia ha una lunga storia ed un ricco patrimonio umano, spirituale ed artistico per essere capace anche oggi di offrire un prezioso contributo nell’aiutare gli uomini a credere in un futuro migliore e ad impegnarsi a costruirlo. Ma per questo non deve avere paura di un altro elemento emblematico, contenuto nello stemma di San Marco: il Vangelo. Il Vangelo è la più grande forza di trasformazione del mondo, ma non è un’utopia, né un’ideologia”.
Piuttosto, ha concluso il Papa pensando alle origini del cristianesimo, il Vangelo è la via, cioè il modo di vivere che Cristo ha praticato per primo e che ci invita a seguire. E’ la via della carità e della verità da seguire “nelle circostanze ordinarie della vita” ben sapendo che sull’esempio di Cristo talvolta “è necessario anche portare la Croce” per raggiungere la pace e la giustizia.
Da Venezia, Luca Collodi, Radio Vaticana.
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1 commento:
Altro titolo falso: il Papa esorta esplicitamente a RIFIUTARE la "liquidità" (magmaticità) della società, tanto cara allo spirito massonico.
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