martedì 10 maggio 2011

Wojtyla sacro show. Così l’ex maestro delle cerimonie (Marini Piero) svela che era il Papa polacco a volere tutte quelle novità (Rodari)

Wojtyla sacro show. Così l’ex maestro delle cerimonie (Marini Piero) svela che era il Papa polacco a volere tutte quelle novità

di Paolo Rodari

Nella curia romana di Karol Wojtyla monsignor Piero Marini non è stato semplicemente il maestro delle cerimonie pontificie. E’ stato il continuatore di una scuola che negli anni del post Concilio ha riformato al liturgia spingendola oltre i canoni e le regole dell’antica tradizione. In sostanza quanto iniziò il padre lazzarista Annibale Bugnini sotto Paolo VI, Marini continuò nell’era del Papa polacco.
Cercò a suo modo senza riuscire a non trascinarsi dietro una scia di feroci critiche mosse principalmente dall’area conservatrice della curia che vedeva nelle innovazioni “imposte” al Papa un tradimento della Tradizione.
Qui sta il punto. Piero Marini ha imposto la spettacolarizzazione della liturgia pontificia al suo protagonista principe, il Papa, oppure si è adeguato a un desiderio espresso dallo stesso capo della chiesa universale? A tre anni e mezzo dalle dimissioni da maestro delle cerimonie pontificie – al suo posto Benedetto XVI ha voluto un altro Marini, Guido, della nobile e rigorosa scuola siriana – è lo stesso monsignor Piero a prendere carta e penna e a scrivere in “Io sono un Papa amabile. Giovanni Paolo II”, un volume appena pubblicato per San Paolo e scritto assieme a Bruno Cescon, la sua versione dei fatti.
Marini dedica ampie pagine alla controversia che l’ha investito negli anni addietro fino a dire che le spinte in avanti delle liturgie papali erano volute da Wojtyla il quale, anzi, “avrebbe voluto qualcosa di più” nella strada che portava le sue celebrazioni a inglobare elementi appartenenti alle diverse culture del mondo ma estranei ai rigidi canoni romani. Questo, dice Marini, è stato Wojtyla: un Papa che ha spezzato la rigidità della liturgia romana introducendo nel suo recinto sacro nuove culture.
Ogni viaggio una nuova liturgia. Ogni viaggio i mugugni del seguito papale. E’ il 1991. A San Luis de Maranhao, in Brasile, il vescovo del luogo propone di introdurre nella messa papale una danza. Al momento del Vangelo escono due ballerine in abiti fini, forse di seta. Danzano. Il vento scompiglia i vestiti e scopre molte delle rispettive nudità.
In sagrestia i cardinali commentano: “Possibile che debbano accadere questi fatti?”. Dice Marini che così commentò il presidente dei vescovi brasiliani, Luciano Mendez de Almeida: “Ma io ho visto gli angeli della risurrezione”. E che più volte il Papa si girò dicendo: “Bello, bello”. Come a dire: il Papa sapeva delle novità e approvava. In molti mugugnavano. Tra questi, forse, anche Joseph Ratzinger che oggi, divenuto Papa ad altre liturgie sta abituando la sua chiesa.

Pubblicato sul Foglio sabato 7 maggio 2011

© Copyright Il Foglio, 7 maggio 2011 consultabile online anche qui, sul blog di Rodari.

21 commenti:

Fabio ha detto...

I santi sono uomini e gli uomini non sono perfetti...
Infatti su questo modo di concepire la liturgia Giovanni Paolo II ha sicuramente sbagliato.

Anonimo ha detto...

Nel lontano 2003 il grande Beato Giovanni Paolo II , assunse come un leone una presa di posizione forte...

E da allora a quanto sembra, non glie l'hsnno perdonata...

Chi può intendere intenda...

Gianpaolo1951 ha detto...

Tra questi, forse, anche Joseph Ratzinger che oggi, divenuto Papa ad altre liturgie sta abituando la sua chiesa.

Già…, e che dire di quanto riportato oggi dal Gazzettino di Venezia?!?
http://carta.ilgazzettino.it/MostraStoria.php?TokenStoria=1683698&Data=20110510&CodSigla=VE

PARLANO I SACERDOTI
«Clima indimenticabile Ma perché tanto latino?»
Religiosi entusiasti per la partecipazione, qualche critica alla scelta della lingua ufficiale per la Messa e i canti
… Più di qualcuno, però, non lesina critiche a una liturgia a tratti un po’ fredda, con i passaggi in latino, soprattutto, che hanno faticato a raggiungere le persone. …
«Tutte queste persone dimostrano che la fede resta un luogo di ricerca e risposta: tutto è andato alla perfezione anche se la liturgia è stata un po’ troppo priva di ritmo», spiega monsignor Dino Pistolato, delegato patriarcale per la carità.
… asserisce don Narciso Danieli pastore di Santa Maria Goretti - I giovani, in particolare, hanno saputo cogliere la bellezza di un respiro universale. Personalmente avrei preferito una liturgia meno ingessata per favorire il coinvolgimento e per permettere al calore presente di manifestarsi completamente all’esterno».
Però sarebbe stato meglio evitare il latino visto che se non si celebra nella lingua parlata, il rito è incomprensibile e rischia di non esser un gesto evangelico», condivide don Gianni Fazzini, amministratore di Altino e direttore dell’ufficio pastorale per i nuovi Stili di vita che al parco ha distribuito 60 mila volantini contro la privatizzazione dell’acqua. …

Anonimo ha detto...

che la spettacolarizzazione delle liturgie papali sia stata voluta dal beato Giovanni Paolo II o da mons. Piero Marini poco cambia la realtà di una liturgia papale semplicemente meschina, miserevole e spesso insulsa. Se prima della riforma la liturgia papale poteva esser troppo fastosa, e per molti aspetti lo era, dopo la riforma è diventata uno spettacolino di bassa lega; i ragazzi di un quartiere malfamato riuscirebbero a fare spettacoli migliori!
Quando la Chiesa riacquisterà il senso del sacro, il senso del bello e pure il senso del ridicolo, si inorridirà per gli spettacolini firmati da mons. Piero Marini. Che restano squallidi indipendentemente da chi li ha voluti.

Raffaella ha detto...

Troppo latino?
Basterebbe ricordare il fatto che nel Parco di San Giuliano c'erano italiani, croati, tedeschi, austriaci e sloveni.
In quale lingua si doveva pronunciare il "canone romano"? In italiano? E perche' non in tedesco? O in croato?
Il latino e' la lingua universale della Chiesa ed e' necessario, soprattutto nelle celebrazioni "internazionali".
Finiamola con le polemicucce.
Don Fazzini faccia meno politica.
R.

Andrea ha detto...

Ovvero: mons. P.Marini aspetta il momento della Beatificazione per schizzare veleno e contrapporre il Papa santo "multiculturale" (non "romano") a quello pesante "monolitico".

Per la realtà dei fatti, vedasi
http://www.cantualeantonianum.com/2011/05/una-basilica-cielo-aperto-la-messa-del.html

luigic ha detto...

Ho seri dubbi della veridicità di tali affermazioni. E' una tesi che mons. Marini il "vecchio" propala da anni (anche in un intervento in GB qualche anno fa).
I miei dubbi hanno questi fondamenti: 1- Nelle sue celebrazioni private GPII era molto tradizionale (altare coram Deo, tempi, etc.) e questa è una prima indicazione. 2- Le bizzarrie liturgiche e nei paramenti non si sono verificate pre-Marini e soprattutto si sono accentuate in maniera esponenziale con la malattia del Papa e l'aumento di potere dei tre "gestori" più importanti della vita quotidiana (ma anche "esterna") del S. Padre: Navarro Valls, don Stanyslaw e, appunto, mons. Marini. 3- Dai biografi più importanti non si evince assolutamente ciò (cfr. anche Weigel nella sua monumentale biografia). Il che non vuol dire che qualche brandello di vero ci sia (forse per omissione?): ma, devo dire, non mi convince assolutamente. Altro è dire che l'interesse liturgico del Papa era forse "modesto", orientato soprattutto alla devozione personale al SS. Sacramento. Ma i suoi tempi liturgici per esempio (molto dilatati nelle sue liturgie privati e molto più lenti rispetto a BXVI) o l'inginocchiamento continuo, mal si adattano con la tesi di Marini (che invece, p.e., è tra i fautori di eliminare o quasi gli inginocchiamenti, visti come poco compatibili con la "liturgia della gioia"). Notate anche la differenza - nei paramenti - pre e post Marini e pre e post malattia. Mi chiedo invece il motivo per cui Rodari faccia pubblicità a queste miserande tesi scritte da un uomo che è stato cacciato dalle sue funzioni proprio per le sue idee liturgiche.

Francesco B. ha detto...

Sulle gravi affermazioni dei sacerdoti veneziani circa l'inopportunità del latino per la Messa papale, credo se ne occuperà, nei prossimi giorni, il blog Messainlatino. Personalmente, ho scritto una lettera a Gente Veneta e allo stesso Gazzettino. Comunque, l'iperprogressismo del clero veneto è ormai divenuto quasi leggendario.

Caterina63 ha detto...

Wojtyla sacro show...

che tristezza!!!! tutto ciò che è definito SHOW non può mai essere riletto in chiave sacra o liturgica!!
ma da un Piero Marini che ha DEVASTATO la Liturgia del Pontefice me l'aspettavo..... una LITURGIA SHOW..... che tristezza!!!

E' facile scrivere ora un libro per il quale il Papa non può rispondergli.... Giovanni Paolo II LO LASCIAVA FARE come ha lasiato fare per molte altre cose, ma questo non significa che fosse d'accordo altrimenti non avrebbe scritto la Redemptoris Sacramentum, NON AVREBBE FONDATO LA FSSP (san Pietro) che si occupa di allevare un Clero TRADIZIONALE, non avrebbe avviato la normalizzazione fatta da Benedetto XVI della Messa antica avviandola con l'indulto dell'Ecclesia Dei....

caro mons. Piero Marini, lei navigava verso altre rive, non addossi la responsabilità al defunto Pontefice che ha commesso l'errore di darle così tanta fiducia e quel consenso che il SUCCESSORE PONTEFICE VIVENTE LE HA TOLTO...
si metta l'anima in pace e faccia ammenda delle sue presunzioni...
e celebri la Messa COME CRISTO COMANDA attraverso il SUO VICARIO in terra...
Amen!

gemma ha detto...

ma perchè ad ogni uscita papale i sacerdoti devono sempre polemizzare? O sulla liturgia, o su ciò che non ha detto...E perchè devono politicizzare un evento sacro? Se mi alzo la mattina presto per partecipare ad una messa, ci vado per pregare, non per tenere il ritmo o per esternare. Per quello ci sono altri momenti della vita, e penso che la maggior parte dei giovani oggi sappia distinguere tra l'uno e l'altro. Mi colpiscono sempre i riti sacri altrui, che trovano non si sa perchè più rispetto mediatico dei nostri. Un rito ebraico, musulmano o buddista non credo che per essere vicini ai giovani abbiano bisogno di somigliare ai concerti, molti sacerdoti invece ritengono ancora che per attrarli ci sia bisogno di questo, ma preghiera ed eventi di intrattenimento non necessariamente sono in competizione, oggi si può partecipare all'uno e domani all'altro, senza bisogno di trasferire il ritmo sull'altare. In quanto ai volantini, c'è un altro momento anche per quelli

Piero ha detto...

La cosa più probabile è che Marini il vecchio non menta ma ometta. Del resto, il Papa prevedibilmente da delle disposizioni orientative, mentre le disposizioni esecutive dipendono dal maestro. La soluzione delle domande, quindi, non consiste nel detto di Marini ma in ciò che lo stesso non dice, abilmente.

Vatykanista ha detto...

" In his powerful 2003 encyclical Ecclesia de Eucharistia (Church of the Eucharist) Pope John Paul II accused rampant liturgical abuse of jeopardizing "the very validity of the Eucharist". In his letter, the Holy Father promised a follow-up document to demand a point-by-point return to Eucharistic reverence, devotion and true doctrine. Well now that document, Redemptionis Sacramentum (Sacrament of Redemption) is finally here! And this new audio series from Fr. Peter Stravinskas is your key to understanding what the Vatican's new instruction really means to you!

Rome has Spoken - Is Anybody Listening? "


http://www.saintjoe.com/prodinfo.asp?number=6889

Anonimo ha detto...

Il problema non è il tanto latino, che non tutti comprendono, ma che non si offra a che va a messa il testo tradotto.

Jacu

Andrea ha detto...

Risposta a Gemma: perché alcuni sacerdoti ritengono la liturgia "oggetto nelle proprie mani", anziché "azione sacramentale divina", cioè avente direttamente Cristo come protagonista.
Purtroppo !!

Anonimo ha detto...

mai lette tante banalità tutte insieme!!
se mons Piero marini, arcivescovo e liturgista, è rimasto al suo posto è segno che andava bene, anzi benissimo. Di solito i Maestri non sono mai rimasti troppo a lungo, invece Mons. piero Marini, arcivescovo e dottore in liturgia e non amante di pizzi e trine, è rimasto a lungo.
L'unica incongruenza che ho sempre contestato è che un vescovo facesse da cerimoniere ad un altro Vescovo. Il resto sono gratuite affermazioni, mi stupisce tutta quella gente che ha affollato aule, ossequiato, salutato, corteggiato Mons. Marini, arcivescovo, improvvisamente hanno voltato le spalle...... era amore x la Liturgia, o captatio benevolentiae?
Chi decideva tutto era il potente segretario, e se qualcosa non gli piaceva, diceva: il Papa ama fare in questo modo!
Il nuovo marini, fosse meno ipocrita e dicesse chiaramente cosa ha fatto e cosa sta facendo....
Si è preso pure un bel titolo di "ignorante" in una pubblica circostanza.

don Marco

Maria R. ha detto...

Non mi è chiaro se qualcuno stia sputando nel piatto in cui ha mangiato per anni...sottoscrivo il commento di Caterina dalla prima all'ultima riga!

Andrea ha detto...

Per don Marco: pizzi, trine, oro (calice), arte liturgica e materiali preziosi in genere, fanno riferimento al concetto che Dio sia ricco ("da ricco che era...") e generoso (Mt 20, 15).
L'alternativa (Dio "povero") sbocca nelle scatole di cemento MILIARDARIE tipo "Santo Volto" di Torino.

Anonimo ha detto...

Condivido il commento di Caterina. Non posso accettare come credibili le affermazioni del vescovo Marini su un presunto appoggio di GPII alla liturgia papale e a quelle novità e creatività coinvolgenti create dallo stesso vescovo. La storia, purtroppo, si ripete: c'è gente e uomini di chiesa in particolare, che amano ripararsi o giustificarsi dietro le spalle dei Pontefici defunti con i quali hanno collaborato. Sul beato Giovanni XXIII, ad esempio, abbondano le pubblicazioni di memoriali nei quali si trascina (e si abusa) il beato come sostenitore di proprie tesi sulla Chiesa, sulla liturgia etc. etc. La stessa cosa stanno facendo con GPII e la cosa che più irrita è che in tanti abboccano snaturando così tutto l'operato di GPII. Servirsi di chi non può più replicare è la cosa peggiore che un cristiano possa fare e non è certo un servire la verità ma adulterarla. Quanto ai commenti di alcuni sacerdoti veneti sulla Messa Papale e sull'uso del latino, ricordo che con GPII vi erano gli stessi commenti, non sul latino o sulla liturgia che non era certo "ingessata" , come si vorrebbe definire quella dell'attuale Pontefice; bensì sul troppo chiasso dell'enorme assemblea di fedeli convenuti alle Messe di GPII, sul poco rispetto del silenzio, la troppa distrazione dei giovani convenuti, le lunghe omelie di GPII interrotte da applausi...E chi, specie tra i sacerdoti, si lagnava sotto il pontificato di GPII, oggi lo osanna e preferisce attaccare "l'ingessato" Benedetto XVI! Credo che manchi una solida vita di preghiera in chi predilige mormorare sulle liturgie papali passate e attuali: non è il latino il problema, ma cercare di far pregare i fedeli che partecipano ad una Messa con il Papa. Benedetto XVI con la sua umiltà è riuscito a far pregare migliaia di fedeli cattolici.

Caterina63 ha detto...

Trovo VERGOGNOSE le parole di chi si firma "don Marco" con l'auspicio che magari non è propriamente un sacerdote, perchè se davvero lo fosse, ci sarebbe da stare poco allegri!

le elenco le sue di banalità:

1) mons. Piero Marini NON è rimasto al suo posto, è stato tolto, semmai le fosse sfuggito! e subito dopo questo spostamento, nelle Liturgie del Pontefice si sono visti RADICALI CAMBIAMENTI...

2) mons. Guido Marini, in più occasioni ha sottolineato come SIA IL PONTEFICE, NEL SUO CASO, a gestire il cerimoniale Liturgico, CONSULTANDOSI con lui, egli parla di RECIPROCA ATTENZIONE E VALUTAZIONE CON L'USO DEI TESTI NORMATIVI...

3) gentile don Marco, chi sta SPUTANDO VELENI è Piero Marini, semmai le fosse sfuggito!!

4) CHI NON AMA LA BELLEZZA LITURGICA, caro don Marco, non ama LA DONNA= LA CHIESA, LA LITURGIA (TUTTO AL FEMMINILE COME VEDE ^__^) sa, il Signore ha voluto CHE ANCHE L'OCCHIO GODESSE DELLA SUA PARTE.... persino una Tunica, senza cuciture, è diventata strumento di alta teologia del Vangelo....perfino L'INCENSO, perfino l'ORO che donato al Bambino Gesù, non viene rigettato dai Genitori....perfino LO SPRECO DELL'OLIO viene difeso da Gesù...lei ha un concetto troppo MATERIALISTA della Liturgia....provi a guardare una trina di merletto in controluce e con lo sguardo del CUORE, vada oltre...

4) mi piace questa difesa a Piero Marini per poi SCARAVENTARSI sull'ex segretario del Papa e, ciliegina sulla torta, mons. GUIDO Marini sarebbe ora l'ipocrita!! ma che carino detto da un prete!! ^__^ come vede don Marco, siamo ALLE OPINIONI E AL RELATIVISMO, lei non difende LA RIFORMA DI BENEDETTO XVI, ma difende la sua personale OPINIONE.... forse rifugiarsi in sacre letture quali sant'Alfonso e il santo Curato d'Ars sulla LITURGIA, la potranno aiutare a RIFORMARSI DAL DI DENTRO.... diversamente non credo che lei possa essere d'aiuto ai fedeli....

Anonimo ha detto...

Caterina, è meglio stare zitti e passare da sciocchi che aprire bocca e levare ogni dubbio.
Dubito che, in quanto donna, tu abbia mai avuto a che fare con quell'Ufficio, io, tuo malgrado, si.
Ergo, di ciò di cui non si può parlare, è bene tacere (L. Wittgenstein)

don Marco

Andrea ha detto...

Lei, don Marco, ha come "sommo della sapienza" Wittgenstein?
Saprà che la "Aeterni Patris" ci indica, nel pieno della crisi "moderna", ben diverso Dottore.

Già prima di San Tommaso, comunque, la Cavalleria aveva concepito il modo di rapportarsi a una donna degno di un cristiano.