sabato 13 agosto 2011

Il significato profondo della Gmg. Un commento di Andrea Bevilacqua

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La Giornata mondiale della gioventù non è rock

di Andrea Bevilacqua

Mancano oramai pochi giorni alla Giornata Mondiale della Gioventù in programma in Spagna a Madrid. Benedetto XVI decollerà il 18 agosto da Roma, ma ben prima di partire ha voluto rimarcare cosa egli intenda debba essere la Gmg: non un festival rock, un grande spettacolo la cui star è il Papa, quanto un momento di immersione nel mistero della fede. La Gmg, ha detto, non è «una specie di festival rock modificato in senso ecclesiale con il Papa quale star», oppure «un grande spettacolo, anche bello, ma di poco significato per la domande sulla fede».
La puntualizzazione che il Papa ha voluto fare da Castel Gandolfo dove si trova per trascorrere i mesi estivi non è secondaria. In passato fu lo stesso Joseph Ratzinger, e con lui diversi esponenti della curia romana, ad esprimere alcune perplessità sui grandi raduni ideati dal Papa carismatico e grande comunicatore Giovanni Paolo II. Ratzinger non viveva con animo tranquillo quei raduni, come pure “quello stato di celebrazione permanente” che Giovanni Paolo II aveva di fatto portato all'interno della chiesa in occasione del grande giubileo del 2000. In molti quando Ratzinger salì al soglio di Pietro pensarono che l'era di questi grandi raduni era definitivamente tramontata. In realtà le cose non sono andate così. Benedetto XVI non ha eliminato nulla di quanto ideato e voluto dal suo predecessore. Semmai ha cercato di far rivivere alla chiesa quanto il suo predecessore aveva voluto, spiegandone con maggiore forza e insistenza il loro significato profondo. Questa di Madrid, infatti, è ormai già la terza Gmg alla quale Benedetto XVI partecipa, dopo quella di Colonia del 2005 e quella di Sydney del 2008. In tutte le Gmg Ratzinger ha introdotto novità significative. Scrive il vaticanista Sandro Magister sul suo blog: «Da Colonia in poi l'adorazione silenziosa e prolungata dell'eucaristia. E a Madrid la confessione sacramentale di alcuni giovani, da parte del Papa in persona». Le obiezioni, comunque, non sono sparite. Anche in campo cattolico gli scettici continuano a essere numerosi. Ritengono che le Gmg siano un festival rock del quale diffidare.
Per il Papa il vero senso di questi raduni è uno: «Servire la presenza di Dio nell'attuale ora della storia». Nei viaggi papali, infatti, «la chiesa si rende pubblicamente percepibile, con essa la fede e perciò almeno la questione su Dio. Questo manifestarsi in pubblico della fede chiama in causa tutti coloro che cercano di capire il tempo presente e le forze che operano in esso». E ancora: «Le Giornate solenni sono soltanto il culmine di un lungo cammino, col quale si va incontro gli uni agli altri e insieme si va incontro a Cristo. In Australia non per caso la lunga via crucis attraverso la città è diventata l'evento culminante di quelle giornate. Essa riassumeva ancora una volta tutto ciò che era accaduto negli anni precedenti ed indicava colui che riunisce insieme tutti noi: quel Dio che ci ama sino alla croce. Così anche il papa non è la star intorno alla quale gira il tutto. Egli è totalmente e solamente vicario. Rimanda all'Altro che sta in mezzo a noi».

© Copyright Italia Oggi, 13 agosto 2011 consultabile online anche qui.

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