martedì 8 novembre 2011

Blasfemia, i vescovi francesi adottano il politicamente corretto "ma anche"

Francia: i vescovi deplorano le offese al sentimento religioso dei credenti

Preoccupazione per le sempre più ricorrenti offese arrecate al sentimento religioso dei credenti in nome della libertà di espressione, ma anche condanna di ogni reazione violenta di chi sente la propria fede oltraggiata.
È la posizione ribadita dai vescovi francesi a margine della loro plenaria in corso in questi giorni a Lourdes in merito alle aspre polemiche in Francia sull’opera teatrale di Romeo Castellucci, "Sul concetto di volto nel figlio di Dio”.
La pièce – come è noto - è diventata oggetto di vivaci proteste anche violente di alcuni gruppi militanti cattolici, perché considerata blasfema e cristianofoba. A suscitare indignazione è la scena finale dello spettacolo in cui una riproduzione gigante del volto del Cristo, il ‘Salvator Mundi’ di Antonello da Messina, viene cosparsa di escrementi.
I vescovi francesi, pur deplorando l’offesa ai sentimenti religiosi dei cristiani, hanno preso una netta e ferma distanza da ogni reazione aggressiva. “La Chiesa cattolica in Francia - ha dichiarato il portavoce della Conferenza episcopale mons. Bernard Podvin – non è né integralista, né oscurantista. I cattolici aspirano, come cittadini, ad essere rispettati nella loro fede”.
Una linea ribadita in questi giorni da diversi vescovi citati dall’agenzia Apic che hanno peraltro ammesso la loro difficoltà a decidere la strategia migliore di fronte alle azioni denigratorie mosse contro la Chiesa.
Il silenzio, infatti, rischia di esasperare i sentimenti di molti fedeli e quindi di legittimare ai loro occhi le azioni dei gruppi cattolici estremisti. Per altro verso, il presidente della Conferenza episcopale cardinale André Vingt-Trois ha messo in guardia da una strategia difensiva dettata da una sorta di sindrome da minoranza.
Un’evoluzione in questo senso - ha ammonito - è contraria alla tradizione di un cristianesimo che rivendica un ruolo più ampio nel dibattito sociale e politico. In altri termini, come ha affermato il cardinale Jean-Pierre Ricard, i vescovi francesi hanno davanti due possibilità: “costruirsi un carapace attorno che tuttavia può essere distrutto appena viene perforato. Oppure irrobustire la colonna vertebrale per affrontare in modo più deciso queste critiche, restando aperti al dialogo con la società”. (L.Z.)

© Copyright Radio Vaticana

Leggo:

"Il silenzio, infatti, rischia di esasperare i sentimenti di molti fedeli e quindi di legittimare ai loro occhi le azioni dei gruppi cattolici estremisti".

Appunto! Quindi si esca dal politichese, dal linguaggio diplomatico e dal tante volte sentito "ma anche...".
Francamente avrei voluto leggere per due volte la parola "condanna". Invece da una parte c'e' solo una preoccupazione e dall'altra una condanna
.
R.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Quindi la preoccupazione dei vescovi sarebbe influenzata non dall´indignazione per la terribile offesa commessa nei confronti di Dio, ma dalla loro paura che il gregge si rivolga ad altri che invece attaccano questi atti blasfemi?

jacu

Raffaella ha detto...

Esatto, caro Jacu!
Ci rendiamo conto? Poi PER FORZA che i fedeli si rivolgono altrove ed in Francia la fuga verso i Lefebvriani e' sotto gli occhi di tutti.
R.

DANTE PASTORELLI ha detto...

Il comportamento dei vescovi francesi è deprecabile e tale da confondere e disperder il gregge.
La tremenda offesa a Nostro Signore - alla Sua persona attraverso l'immagine - ha suscitato naturali reazione. Non mi sento di condannar questi giovani, anzi: certo debbo evitar ogni forma di protesta violenta, per non passar dalla parte del torto, ma è sacrosanta la loro ira e la loro strenua difesa dell'unico vero Dio.
Se fosse stato lordata l'immagine di Maometto i vescovi ad una voce avrebbero gridato allo scandalo e la loro condanna sarebbe stata definitiva.
Altrove ho ricordato un mio zio acquisito che bestemmiava come un turco. Quando lo si rimproverava rispondeva in dialetto brindisino: se lo bestemmio vuol dire che credo alla sua esistenza e gli voglio bene.
Non mi meraviglierebbe se qualcuno dei vescovi vedesse in questo spettacolo un oltraggio prodotto da troppo amore.

Andrea ha detto...

Il punto è sempre quello del soggettivismo massonico: stiamo parlando del "nostro dio" (Dio di un particolare gruppo umano), o stiamo parlando di Dio Vivo e Vero?
Cristo è vivo oggi, o è un "riferimento culturale"?

Citavo, nella discussione di ieri, i numerosissimi casi di Immagini della Vergine che si sono mostrate "vive" (sanguinamenti, movimento degli occhi, lacrimazioni.. anche in assenza di intenti blasfemi).