Presentate dall'arcivescovo Eterović
Struttura e idee operative del documento
«Affidando i risultati pastorali di Africae munus all'intercessione di tutti i santi e sante di questa terra, specialmente della Beata Vergine Maria, Madre dell'Africa, ho il grande onore di invitare Vostra Santità a dar compimento al lungo processo sinodale, firmando l'esortazione apostolica». Lo ha chiesto al Papa l'arcivescovo Eterović, segretario generale del Sinodo dei vescovi, sabato 19, a Ouidah, dove il documento è stato reso pubblico.
Nella circostanza il presule ha presentato struttura e scopo di Africae munus.
Composta di due parti, è preceduta da una introduzione e seguita da una conclusione. La prima parte ha due capitoli: «Al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace» e «I cantieri per la riconciliazione, la giustizia e la pace». La seconda ne ha tre: «I membri della Chiesa»; «Principali campi di apostolato» e «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». Il segretario generale ha quindi illustrato le idee portanti e operative del documento. Nella prima parte, infatti, si fa il discernimento delle strutture portanti della missione ecclesiale nel continente che aspira alla riconciliazione, alla giustizia e alla pace e che ha, quale sorgente, la persona di Gesù Cristo. Pertanto si indicano i cantieri per la riconciliazione, la giustizia e la pace, quali un'autentica conversione, il Sacramento della penitenza, una spiritualità di comunione, l'inculturazione del Vangelo, la protezione della vita, i migranti, i profughi e i rifugiati, il buon governo, il dialogo ecumenico e interreligioso, soprattutto con le religioni tradizionali e l'islam. Nella seconda parte, tutti i membri della Chiesa sono invitati a contribuire alla comunione e alla pace nella Chiesa e nella società. Inoltre, sono indicati i campi di apostolato: la Chiesa come presenza attiva ed efficace di Gesù Cristo; il mondo dell'educazione, della salute e dei mezzi di comunicazione sociale. In pratica l'esortazione apre gli orizzonti della speranza all'Africa che accogliendo Gesù Cristo deve emanciparsi dalle forze che la paralizzano. L'Africae munus, del resto, si situa in continuità con l'Ecclesia in Africa, frutto della prima assemblea Speciale per l'Africa, che ha dato un grande impulso alla crescita della Chiesa nel continente.
Quanto alle guide pratiche per l'attività pastorale nei prossimi decenni, il segretario generale del Sinodo dei vescovi ha sottolineato come in Africa rimanga «impellente l'evangelizzazione ad gentes, l'annuncio del Vangelo a coloro che tuttora non conoscono Gesù. È la priorità pastorale che coinvolge tutti i cristiani africani». Inoltre, «occorre animare sempre meglio l'evangelizzazione ordinaria nelle rispettive Chiese particolari». Ed «è urgente, poi, adoperarsi nella nuova evangelizzazione in Africa, in particolare in favore di coloro che si sono allontanati dalla Chiesa o non seguono la condotta cristiana». Infine i «cristiani africani sono chiamati ad appoggiare la nuova evangelizzazione anche nei Paesi secolarizzati».
Quanto alle varie proposte operative dell'Africae munus, monsignor Eterović ha segnalato la necessità di riscoprire i santi. «La Chiesa -- ha detto -- deve ritrovare un nuovo ardore, proprio dei numerosi santi e martiri, confessori e vergini del Continente. Per avere ulteriori esempi attuali, ottenendo anche nuovi intercessori in cielo, si incoraggiano i Pastori delle Chiese particolari “a riconoscere fra i servitori africani del Vangelo coloro che potrebbero essere canonizzati”». In secondo luogo «bisogna rafforzare ulteriormente i legami di comunione tra il Santo Padre e i vescovi dell'Africa, come pure tra i vescovi del continente a livello nazionale, regionale e continentale». Quindi si auspica che «i vescovi si impegnino anzitutto a promuovere e sostenere il Simposio delle Conferenze episcopali dell'Africa e del Madagascar (S.c.e.a.m.)» e per approfondire maggiormente il mistero dell'Eucaristia e accrescere la devozione eucaristica, si rilancia la proposta dei padri sinodali «di celebrare un Congresso eucaristico continentale», con l'incoraggiamento alla celebrazione annuale nei singoli Paesi di «un giorno o una settimana di riconciliazione, durante l'Avvento o la Quaresima». E, infine, in accordo con la Santa Sede, lo S.c.e.a.m. potrà contribuire alla realizzazione di un Anno della riconciliazione a livello continentale.
(©L'Osservatore Romano 20 novembre 2011)
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