martedì 18 gennaio 2011

Benedetto Cammino. Il commento di Paolo Rodari

Su segnalazione di Alessia ed Alice leggiamo:

Benedetto Cammino

di Paolo Rodari

Fu negli anni in cui era cattedratico di Dogmatica e Storia del dogma a Ratisbona che Joseph Ratzinger incontrò i fondatori del Cammino neocatecumenale, Kiko Argüello e Carmen Hernández.
Da questo incontro nacque l’idea di portare il Cammino in Germania. Fu il primo passo di Ratzinger verso il Cammino, un passo al quale ne sono seguiti altri e che ha portato l’attuale Pontefice, ieri, a ricevere nell’aula Paolo VI i membri delle comunità per comunicare loro l’approvazione del Direttorio catechetico del Cammino stesso. Dopo la promulgazione dello Statuto avvenuta nel 2008, quello di ieri è “un altro passo significativo”, ha detto il Papa.
La notizia di un Ratzinger vicino al Cammino fin dai tempi di Ratisbona l’ha raccontata lo stesso Kiko Argüello durante una conferenza stampa tenuta ieri nei pressi del Vaticano. Kiko e Carmen hanno ricevuto un manipolo di giornalisti fumando Lucky Strike. Sigarette pesanti per un argomento di non facile dipanazione: sfatare la vulgata che vuole il Ratzinger “watchdog della fede” critico nei confronti del Cammino. Non è così. Ratzinger ha seguito fin quasi dagli inizi l’avventura incredibile di un uomo, Kiko, che negli anni Sessanta prese il Vangelo alla lettera: lasciò tutto e andò a vivere nelle baraccopoli fuori Madrid. Qui fondò la prima comunità. Qui conobbe Carmen. Qui tutto ebbe inizio: un Cammino d’iniziazione cristiana al quale ieri il Vaticano ha dato un ulteriore sigillio a beneficio di tutti.
Certo, gli attriti con la curia romana non sono mancati. “Non con la curia romana”, dice Carmen senza paura di andare oltre il consentito. “Semmai con il cardinale Francis Arinze, prefetto del Culto divino dal 2002. La chiesa, invece, ci ha sempre appoggiato”.
Il Papa ha invitato il Cammino a superare le divisioni. “In questa luce”, ha detto Benedetto XVI, “vi esorto a ricercare sempre una profonda comunione con i pastori e con tutte le componenti delle chiese particolari e dei contesti ecclesiali, assai diversi, nei quali siete chiamati a operare”.

Pubblicato sul Foglio martedì 18 gennaio 2011

© Copyright Il Foglio, 18 gennaio 2011 consultabile online anche qui.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutta colpa di Arinze allora.
Ma il Papa poco dopo la famosa lettera che sembra si voglia far passare come espresseione privata del cardinale africano, non disse direttamente in alua Paolo VI qualcosa del tipo: " Il cardinale Arinze vi ha scritto per conto mio e sono sicuro che seguirete quelle direttive"?

Caterina63 ha detto...

e si che lo disse:

ecco le sue parole:
Proprio per aiutare il Cammino Neocatecumenale a rendere ancor più incisiva la propria azione evangelizzatrice in comunione con tutto il Popolo di Dio, di recente la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti vi ha impartito a mio nome alcune norme concernenti la Celebrazione eucaristica, dopo il periodo di esperienza che aveva concesso il Servo di Dio Giovanni Paolo II. Sono certo che queste norme, che riprendono quanto è previsto nei libri liturgici approvati dalla Chiesa, saranno da voi attentamente osservate. Grazie all'adesione fedele ad ogni direttiva della Chiesa, voi renderete ancor più efficace il vostro apostolato in sintonia e comunione piena con il Papa e i Pastori di ogni Diocesi. E così facendo il Signore continuerà a benedirvi con abbondanti frutti pastorali.


http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2006/january/documents/hf_ben-xvi_spe_20060112_neocatecumenali_it.html

NESSUNO, neppure il cardinale Canizares, secondo quanto riportato da Kiko, potrebbe dire che queste parole NON VALGONO NULLA e che quella Lettera "è superata"....essa sarà superata solo quando il CnC applicherà le richieste del Pontefice INCLUSE QUESTE RICHIESTE...

;-)

Anonimo ha detto...

Purtroppo dipenderà dai vescovi diocesani vigilare sull'applicazione delle direttive impartite dal Papa tramite Arinze, e questo significa che i Neocat continueranno a fare come vogliono, visto lo stato disastroso della liturgia e della catechesi nelle diocesi e nelle parrochie. E questo disastro non è certo colpa dei NC, che sono invece un sintomo e un tentativo di supplire a una carenza della Chiesa territoriale, discutibile quanto si vuole, discutibilissimo infatti, ma non la causa del problema.

Certo, se non applicheranno queste norme, e continueranno i "segreti", sarà difficile continuare a far finta di niente.