martedì 25 gennaio 2011

Ecumenismo, il Papa: l'unità fra i Cristiani resta lontana nonostante i passi avanti. Vincere la tentazione della rassegnazione e del pessimismo (Izzo)

ECUMENISMO: PAPA, UNITA' RESTA LONTANA NONOSTANTE PASSI AVANTI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 25 gen.

"Nel corso degli ultimi decenni, il movimento ecumenico ha fatto significativi passi in avanti, che hanno reso possibile raggiungere incoraggianti convergenze e consensi su svariati punti, sviluppando tra le Chiese e le Comunita' ecclesiali rapporti di stima e rispetto reciproco, come pure di collaborazione concreta di fronte alle sfide del mondo contemporaneo".
Lo ha riconosciuto Benedetto XVI nell'omelia della celebrazione ecumenica presieduta questa sera nella Basilica di San Paolo "Sappiamo bene, tuttavia, che siamo ancora lontani da quella unita' per la quale Cristo ha pregato" e che "non puo' ridursi ad un riconoscimento delle reciproche differenze ed al conseguimento di una pacifica convivenza", ha poi aggiunto Papa Ratzinger, sottolineando che "il cammino verso questa unita' deve essere avvertito come imperativo morale, risposta ad una precisa chiamata del Signore".
Al rito, a conclusione della Settimana di preghiera per l'unita' dei cristiani, hanno partecipato i delegati delle altre chiese cristiane, tra i quali c'erano anche il metropolita Ghennadios, arcivescovo ortodosso d'Italia e di Malta, e il pastore Richardson rappresentante personale del primate anglicano, che hanno pronunciato ciascuno una lettura liturgica o una preghiera.

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ECUMENISMO: PAPA, VINCERE TENTAZIONE DELLA RASSEGNAZIONE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 25 gen.

Nel dialogo ecumenico "occorre vincere la tentazione della rassegnazione e del pessimismo, che e' mancanza di fiducia nella potenza dello Spirito Santo".
Lo ha detto il Papa nell'omelia della celebrazione ecumenica che ha presieduto questa sera nella Basilica di San Paolo fuori le mura.
"Il nostro dovere - ha spiegato - e' proseguire con passione il cammino verso questa meta con un dialogo serio e rigoroso per approfondire il comune patrimonio teologico, liturgico e spirituale; con la reciproca conoscenza; con la formazione ecumenica delle nuove generazioni e, soprattutto, con la conversione del cuore e con la preghiera".
In proposito, il Pontefice ha citato il Concilio Vaticano II che definisce "santo" il proposito di "riconciliare tutti i cristiani nell'unita' di una sola e unica Chiesa di Cristo", e sottolinea che si tratta di uno sforzo che "supera le forze e le doti umane".

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1 commento:

Anonimo ha detto...

La Chiesa Cattolica dovrebbe decidersi, una volta per tutte, a dichiarare espressamente come gli incontri ecumenici servano solo ed esclusivamente per far avanzare, in tempi rapidi e non secolari, un cammino di "riunificazione delle Chiese Cristiane" sotto l'egida della Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Ciò non deve essere interpretato in senso offensivo verso le altre confessioni cristiane, né essere inteso come una totale mancanza di rispetto e di considerazione verso le altre confessioni cristiane. Il dovere dei cristiani, secondo il Vanfelo, è di essere "una cosa sola" e questo "dettaglio" non deve restare un'astrazione lessicale.
La Chiesa Cattolica deve procedere come "un panzer" (carri armati tedeschi della II G.M.) nel senso che deve smetterla di organizzare inconcludenti incontri "di amicizia" con le altre confessioni cristiane, incontri che - cene a parte - si concludono senza sostanziali risultati e qualche comunicato sbiadito, buono per tutto e per tutti, privo di conclusioni concrete e verificabili.
Il Papa a differenza di non pochi suoi subalterni e di qualche laico cattolico, laico cui l'autoesaltazione personale ed un ego possente devono averlo convinto di essere "un nuovo Messia" in terra, idoneo a riconciliare in breve tempo il diavolo e l'acqua santa, a riportare tutte le greggi all'unico ovile - è uomo razionale e comprende perfettamente che deve passare ancora parecchia acqua sotto i ponti, prima dell'unità nella fede cristiana. Per questo è più cauto e meno sognatore di altri. Ma se vuole proseguire nell'operazione "ecumenica" verso i cristiani, deve decidere, costi quello che costi, a "parlare forte e chiaro", senza troppo preoccuparsi delle reazioni degli altri. Qualsiasi atteggiamento diverso non porterà alcun risultato, salvo qualche episodico teatrino di "presunte buone intenzioni".