Su segnalazione di Alessia leggiamo:
I grandi discorsi di Benedetto XVI al centro di tre incontri al Vicariato di Roma
Un ciclo di tre letture teologiche basate sui grandi discorsi di Benedetto XVI pronunciati a Ratisbona, Parigi e a Londra. E’ l’iniziativa promossa dall’Ufficio diocesano per la Pastorale Universitaria che partirà domani sera alle 20 nel Palazzo del Vicariato di Roma e proseguirà per i prossimi due giovedì. Al primo appuntamento, sul discorso all’Università di Ratisbona, interverranno mons. Enrico Dal Covolo, rettore della Pontificia Università Lateranense, Francesco D’Agostino, docente all’Università di Tor Vergata, e Giorgio Israel, docente alla Sapienza. Marina Tomarro ha intervistato il prof. Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte Costituzionale Italiana e moderatore del ciclo d'incontri:
R. – L’idea di fondo non è solamente leggere, ma approfondire il contenuto di questi tre importanti discorsi di Benedetto XVI e farlo in un contesto che tende ad invitare il mondo scientifico, il mondo accademico a prendere sul serio questi discorsi e perciò discuterli con una lettura che parta, ovviamente, da una riflessione teologica. Questo significa anche l’inserimento della cultura teologica nel contesto della cultura universitaria: nel nostro Paese manca questa prospettiva e mi pare molto positivo che si apra questa discussione.
D. – Possiamo trovare un filo conduttore tra questi tre grandi discorsi?
R. – Certamente! Le occasioni sono diverse. Il discorso all’Università di Ratisbona è in un contesto pienamente accademico, anzi molto speciale, perché è l’Università nella quale il Papa aveva insegnato come professore di teologia ed è sulla linea dell’approfondimento del rapporto tra fede e ragione; è un’apertura della ragione che non deve essere limitata alla sperimentazione: da un’apertura della ragione ad una concezione più ampia. Quel discorso è davvero la base, forse, di tutto il percorso. Il secondo incontro è dedicato al discorso tenuto a Parigi ed è un rapporto con la cultura. Il terzo, quello tenuto a Londra, è sul rapporto tra l’etica e le autorità civili. Sullo sfondo, complessivamente, c’è questo ridare all’elemento religioso uno spirito di libertà e di ricerca della verità e il posto che ha nella vita dell’uomo e nella vita sociale.
D. – A chi sono rivolti in particolare questi tre incontri?
R. – Questi tre incontri sono rivolti anzitutto alle comunità universitarie. Da tempo, a Roma, c’è un lavoro comune, non solamente tra le Università dello Stato e le Università libere, ma anche con le Università ecclesiastiche. Roma è un grande bacino di presenza universitaria, ed è prezioso mettere in contatto tutto questo. L’incontro, tuttavia, è aperto al mondo sociale, al mondo politico istituzionale e tende ad approfondire questi aspetti anche per sviluppare un impegno, non solo nel settore formativo, ma anche nel settore socio-politico ed economico. L’Università del resto non può vivere chiusa in se stessa e allora, anche in questo caso, c’è un’apertura al contesto nel quale ci si muove. (ap)
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