domenica 16 gennaio 2011

Il Papa: Il primo maggio prossimo avrò la gioia di proclamare Beato il Venerabile Giovanni Paolo II, mio amato predecessore (Ansa)

Il Papa ricorda Wojtyla 'Una gioa proclamarlo beato'

Pellegrini polacchi con bandiere in piazza San Pietro. Il pontefice celebra la giornata del migrante

ROMA - ''Il primo maggio prossimo avro' la gioia di proclamare Beato il Venerabile Giovanni Paolo II, mio amato predecessore''. Lo ha detto papa Benedetto XVI, dopo l'Angelus, a proposito dell'annunciata beatificazione di Wojtyla. ''La data scelta - ha ricordato - e' molto significativa: sara' infatti la seconda Domenica di Pasqua, che egli stesso intitolo' alla Divina Misericordia, e nella cui vigilia termino' la sua vita terrena. Quanti lo hanno conosciuto, quanti lo hanno stimato e amato, non potranno non gioire con la Chiesa per questo evento''.
Il papa ha ricordato ancora la beatificazione di Giovanni Paolo II nel salutare i molti pellegrini polacchi presenti per la preghiera dell'Angelus in piazza San Pietro, dove oggi spiccavano molte bandiere bianche e rosse, i colori della Polonia. ''Cari fratelli e sorelle Polacchi - ha detto - saluto cordialmente tutti voi, qui a Roma, in Polonia e nel mondo intero. Condivido con voi la gioia per l'annuncio della beatificazione del Santo Padre Giovanni Paolo II, che avra' luogo il primo maggio prossimo. Questa notizia era molto attesa da tutti e, in modo particolare, da voi, per i quali il Venerabile mio Predecessore e' stato la guida nella fede, nella verità e nella liberta'. Vi auguro una profonda preparazione spirituale a questo evento, e di cuore tutti vi benedico''.

PELLEGRINI POLACCHI CON BANDIERE IN PIAZZA S.PIETRO

Diversi gruppi di pellegrini polacchi erano presenti oggi per l'Angelus in piazza San Pietro: un piccolo assaggio di quello che certamente si potra' vedere il primo maggio, giorno della beatificazione di papa Wojtyla. I fedeli provenienti dalla Polonia si vedevano a colpo d'occhio tra la folla radunata davanti alla Basilica, ben visibili grazie alle bandiere polacche, bianche e rosse, sventolate, distese a mo' di striscione o quasi indossate, da qualcuno, come un mantello. Al termine della preghiera dell'Angelus, durante la quale il Papa ha espresso la sua gioia per la prossima beatificazione di Wojtyla, molti di loro hanno continuato a sostare sulla piazza e poi si sono messi in fila per entrare in San Pietro. Lo stesso percorso che tanti pellegrini, polacchi e non, si troveranno a fare il primo maggio per raggiungere la cappella di San Sebastiano, nella navata destra, vicino alla Pieta' di Michelangelo, dove gia' sono in corso i lavori per la tomba di Giovanni Paolo II, il cui corpo sara' traslato qui dalle Grotte vaticane.

PAPA: IMMIGRAZIONE SPESSO FORZATA PER GUERRE E PERSECUZIONI

Il fenomeno dell'immigrazione e' troppo spesso causato da guerre e persecuzione. E' il messaggio lanciato oggi dal papa all'Angelus, in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Una ricorrenza, ha detto Benedetto XVI, che ''ogni anno ci invita a riflettere sull'esperienza di tanti uomini e donne, e tante famiglie, che lasciano il proprio Paese in cerca di migliori condizioni di vita''. ''Questa migrazione - ha sottolineato il Pontefice - a volte e' volontaria, altre volte, purtroppo, e' forzata da guerre o persecuzioni, e avviene spesso, come sappiamo, in condizioni drammatiche''. ''La Chiesa, da sempre, vive al proprio interno l'esperienza della migrazione''. Lo ha detto il Papa che all'Angelus, in occasione di questa domenica in cui ricorre la Giornata mondiale del migrante, ha ricordato come anche i cristiani siano spesso costretti a vivere da migranti. ''Talvolta, purtroppo, - ha detto Benedetto XVI - i cristiani si sentono costretti a lasciare, con sofferenza, la loro terra, impoverendo cosi' i Paesi in cui sono vissuti i loro avi''. C'e' pero' anche un altro aspetto che il Pontefice ha messo in evidenza. ''D'altra parte - ha sottolineato infatti - gli spostamenti volontari dei cristiani, per diversi motivi, da una citta' all'altra, da un Paese all'altro, da un continente all'altro, sono occasione per incrementare il dinamismo missionario della Parola di Dio e fanno si' che la testimonianza della fede circoli maggiormente nel Corpo mistico di Cristo, attraversando i popoli e le culture, e raggiungendo nuove frontiere, nuovi ambienti''. Anche per questo, ha detto il Papa, ''e' fondamentale che i cristiani, pur essendo sparsi in tutto il mondo e, percio', diversi per culture e tradizioni, siano una cosa sola, come vuole il Signore''.

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