sabato 22 gennaio 2011

Il richiamo del Papa, aspettando Bagnasco (Valli)

Il richiamo del Papa, aspettando Bagnasco

Aldo Maria Valli

La Chiesa ha rotto il silenzio sulla questione morale del premier: attesa per Ancona
Il cardinale Bagnasco è solito limare con particolare scrupolo i suoi discorsi. L’attesa per ciò che dirà lunedì ai vescovi riuniti nel consiglio permanente della Cei si è fatta quasi spasmodica, dopo che il cardinal Bertone giovedì e Benedetto XVI, ieri, sono intervenuti per richiamare la politica ai suoi doveri. «La società e le istituzioni pubbliche ritrovino la loro “anima”, – ha detto il papa – le loro radici spirituali e morali, per dare nuova consistenza ai valori etici e giuridici di riferimento e quindi all’azione pratica». La parola al centro dell’attenzione dei lavori di Ancona sarà moralità.
Non ci può essere una politica svincolata dai principi morali, e non ci può essere una morale ad assetto variabile.
L’unicità della persona umana è un caposaldo della dottrina cattolica. I principi da rispettare sono gli stessi in casa propria, nel parlamento e nel governo, e la coerenza è un valore decisivo. E poi ci sarà l’appello al rispetto degli elettori e del paese, offesi da rappresentanti delle istituzioni che non possono dimenticare di ricoprire un ruolo importante anche dal punto di vista educativo.
La Chiesa non è un agente politico, come ha più volte detto il papa, ma mai rinuncerà a indicare le basi morali necessarie per una politica dalla parte di tutti e non di un’oligarchia.
In questi giorni non pochi vescovi hanno espresso il loro disagio per il rubygate e alcuni lo hanno manifestato apertamente.
Come Domenico Mogavero, Bruno Forte, Domenico Sigalini, e come Giancarlo Maria Bregantini, che ha parlato di “crimine” educativo considerati i modelli di potere, ricchezza e sfruttamento della donna che vengono proposti dal premier.
«Da questo punto di vista – commenta Luigi Alici, docente di filosofia morale e già presidente dell’Azione cattolica italiana – si nota una certa ripresa di soggettività da parte delle chiese locali, dopo lunghi anni di centralismo, il che consente di dire che forse non tutti i mali vengono per nuocere, almeno in una prospettiva ecclesiale. In ogni caso la situazione fa capire che una Chiesa credibile deve essere profetica, e per essere profetica deve essere libera, e mai può vendere la propria libertà distribuendo attenuanti o aggravanti a seconda delle convenienze».
Sulla stessa lunghezza d’onda un laico cattolico come Ernesto Olivero, impegnato da più di quarant’anni con il suo Servizio missionario giovani in un lavoro di aiuto ai più bisognosi: «In queste situazioni emerge più che mai la necessità che la Chiesa torni, con tutte le sue voci, all’evangelico “sì sì no no”, senza guardare in faccia a nessuno.
Dio è sì misericordioso, ma è anche molto chiaro quando ricorda che cosa è bene e che cosa è male. E la chiarezza è senz’altro un principio evangelico».
Nei sacri palazzi non è stata presa bene la dichiarazione di Berlusconi, fatta ieri in consiglio dei ministri, secondo la quale ambienti vaticani gli avrebbero fatto sapere che le dure parole pronunciate dal cardinale Bertone erano «un ragionamento di carattere generale», non riferibile al premier. Presidenza del consiglio e Segreteria di stato vaticana si sono parlati a più riprese in questi giorni, con il solito Letta nel ruolo di tessitore, ma quando poi il cardinale Bertone (anche per ribadire, nei confronti di Bagnasco, il suo ruolo di interlocutore numero uno rispetto alla politica italiana) si è pronunciato chiedendo più moralità, è risultato evidente che le manovre del sottosegretario Letta non hanno ottenuto i risultati sperati. In questo momento, osserva il professor Alici, mentre la partita appare così aperta, il paese è diviso e cresce il disorientamento, la comunità cristiana ha una responsabilità tutta particolare.
Quella di richiamare continuamente al bene comune, senza il quale il sistema bipolare non sta in piedi, e quella di sottolineare quanto siano irrinunciabili i valori morali come “pavimento” su cui costruire le diverse case della politica.

© Copyright Europa, 22 gennaio 2011 consultabile online anche qui.

4 commenti:

laura ha detto...

Che tristezza!

Fabiola ha detto...

A me non interessa difendere Berlusconi.
Premessa indispensabile e di rito.
Ma è sconfortante che anche Valli (o il suo titolista) attribuisca al Papa l'intenzione di richiamare solo Berlusconi.
E' sconfortante che tutti, (cattolici in primis), dovunque si collochino, non riescano a testimoniare una visione equilibrata della vicenda, obbedendo al richiamo della foresta della parte per cui fanno il tifo.
Basta leggere i nomi dei Vescovi che si sono pronunciati esplicitamente col pollice verso e i laici di scorta. Domenico Mogavero, Bruno Forte, Domenico Sigalini, Giancarlo Maria Bregantini e i vari Alici e Olivero). Gente che, quasi tutti, hanno brillato per il loro assordante silenzio, in un'infinità di altre occasioni, a mio modesto e insignificante parere, anche più decisive per il bene comune del paese. Leggi Dico, caso Englaro,affare Sapienza et similia.
Non parliamo poi di quanto abbiamo sentito loro prese di posizione pubbliche quando si è trattato di difendere Benedetto XVI.
Sì, oggi sono arrabbiata.

Raffaella ha detto...

Eh, cara Fabiola, con me sfondi una porta aperta.
Ho sempre in mente Annozero...
R.

Alice ha detto...

Caso Ruby:il Papa, Bertone e Bagnasco



http://blog.ilgiornale.it/tornielli/2011/01/22/caso-ruby-il-papa-bertone-e-bagnasco/