venerdì 7 gennaio 2011

La «cristianofobia» fa breccia negli Usa. Sui media è ormai diventata un argomento di confronto dopo un decennio di sola «islamofobia» (Mastrofini)

La «cristianofobia» fa breccia negli Usa

Sui media è ormai diventata un argomento di confronto dopo un decennio di sola «islamofobia»


DI FABRIZIO MASTROFINI

«Cristianofobia»: il dibattito si va sviluppando sui media statunitensi, che con la strage ad Alessandria d’Egitto hanno scoperto un nuovo argomento di discus­sione. Mentre i giornali d’informazione, come il po­polare Usa Today, riportano la cronaca e le denunce del Papa, periodici di approfon­dimento e siti Internet met­tono in relazione i fatti con il discorso del Papa alla Cu­ria del 20 dicembre. In quel testo Benedetto XVI parlava della «grande tribolazione» alla quale i credenti sono e­sposti in questi anni in varie parti del mondo.
E Louis Ruprecht, sul pro­gressista Religion Dispat­ches, nota come nella perce­zione anglosassone si stia compiendo una inversione di termini. «La Chiesa – scri­ve – diventa ora una vittima essa stessa».
Per il mondo anglosassone segnato dagli scandali della pedofilia la Chiesa «sembrava una car­nefice ». Ma quando «il Papa parla della situazione in al­tre parti del mondo la Chie­sa è vittima» anzi, nota Ru­precht chiosando il Papa, «la maggiore vittima del mon­do di oggi». Altri giornali e siti Internet, come Get Religion , ripren­dono, pubblicano e tradu­cono una mappa delle per­secuzioni contro i cristiani pubblicata a fine 2010 dal quotidiano francese Le Fi­garo.
Sul San Francisco Ch­ronicle il dibattito si accen­de quando un lettore fa no­tare che la «cristianofobia» è negli Usa una scoperta re­cente, che fa seguito ad un decennio di «islamofobia».
«Dunque perché stupirci – dice –, considerando che molto spesso i governi sta­tunitensi hanno dato ap­poggio politico e militare a regimi politici del mondo a­rabo violenti e del tutto osti­li alle richieste delle loro stesse popolazioni?
Ovvio che si sviluppi un’ondata di reazione contro l’Occidente cristiano». E la stessa Cnn si è occupata dell’argomento dando la parola a dieci «e­sperti » per rispondere alla domanda: come saranno i rapporti tra le religioni nel 2011?
«C’è una nuova gene­razione di musulmani che vuole discutere e non accet­ta più emarginazione e faci­li etichette» nota Wajahat Alì, esperto di diritto. E John Al­len, vaticanista di spicco e commentatore molto ri­chiesto, sottolinea che il 2011 dovrà vedere lo sposta­mento «dal dialogo interre­ligioso al dialogo intercultu­rale in senso ampio».
Quanto alla cristianofobia, «se la sopravvivenza dei cri­stiani è in discussione in molti Paesi, come farà la Santa Sede a parlare a favo­re della giustizia sociale e del progresso in quegli stessi Paesi?». Resta da vedere – ag­giunge – quale sarà lo svi­luppo della tematica nel 2011 e quale impostazione darà la Santa Sede.

© Copyright Avvenire, 7 gennaio 2011

1 commento:

mariateresa ha detto...

anche Guenois esprime lo stesso concetto

http://blog.lefigaro.fr/religioblog/2011/01/pourquoi-les-chretiens-devienn.html
E' evidente che le denunce di papa Benedetto hanno sturato delle orecchie ben tappate e illuminato tanti occhi cecati