lunedì 3 gennaio 2011

L'ambasciatore d'Italia presso la Santa Sede: La strage ad Alessandria d'Egitto è l'ultima aggressione in ordine di tempo contro i Cristiani, una comunità sempre più vessata nei Paesi dove è minoranza. L'Europa potrebbe fare di più (Racano)

CRISTIANI: AMBASCIATORE PRESSO S.SEDE, UE PUO' FARE DI PIU'

(AGI) - CdV, 3 gen.

(di Lucio Racano)

La strage ad Alessandria d'Egitto e' l'ultima aggressione in ordine di tempo contro i cristiani, una comunità sempre piu' vessata nei Paesi dove è minoranza.
Papa Benedetto XVI ha parlato di "cristianofobia" e si e' appellato alla sensibilita' di capi di Stato e di governo.
L'Agi ha chiesto al nuovo ambasciatore italiano presso la Santa Sede, Francesco Greco, se l'Europa, e l'Italia in particolare, abbiano margini d'azione per aiutare quelle comunita'. "Abbiamo ancora davanti agli occhi le tragiche immagini della strage di Alessandria d'Egitto che, purtroppo, ha seguito a breve distanza quella di Baghdad. Ma la violenza contro i cristiani", ha detto l'ambasciatore, "la comunita' religiosa in assoluto piu' perseguitata, non si esaurisce in fatti di sangue di matrice terroristica.
Vi sono mille modi per impedire a una minoranza di professare la sua fede: intimidazioni, limitazioni per i cristiani al godimento dei diritti civili o politici, vessazioni di altra natura. L'Italia fa molto e l'azione condotta dal ministro Frattini e dal governo serve da stimolo sul piano politico e su quello del diritto internazionale. La politica da noi avviata sul piano bilaterale -si pensi ai passi fatti in Pakistan a favore di Asia Bibi- e su quello multilaterale in sede Ue e Onu ha trascinato molti altri Paesi a votare in favore di risoluzioni in sostegno della liberta' religiosa.
L'Europa potrebbe fare di piu' e ci siamo adoperati affinche' tra i compiti dei funzionari del nuovo servizio diplomatico europeo rientri anche quello di un rigoroso monitoraggio sul rispetto di tale liberta'".
Anche la Santa Sede, pur essendo un piccolo Stato all'interno della capitale italiana, aprendosi sul mondo in quanto centro del cattolicesimo romano conta molto sulla propria iniziativa diplomatica per placare le tensioni e non cadere nella trappola dello scontro tra civilta'. Abbiamo chiesto all'ambasciatore Greco se il segreto della diplomazia millenaria della Santa Sede sta solo nella forza del messaggio della Chiesa o in una scuola di nunzi apostolici, che si e' affinata nei secoli?
"Il segreto risiede in entrambi i fattori: un "impero informale" come la Chiesa non avrebbe potuto sopravvivere se non avesse avuto una missione e valori universali e questo tipo di missione ha generato una naturale capacita' di dialogo. Certo, la storia della Chiesa e' stata segnata nei secoli da momenti complicati e controversi (come scismi, crociate, inquisizione), ma la forza dell'attuale diplomazia vaticana risiede nella bonta' del messaggio e nella bonta' della sua formazione".
Anche su questo piano, prosegue l'ambasciatore Greco, l'azione di Benedetto XVI sara' molto incisiva: "Papa Ratzinger e' uno dei piu' grandi intellettuali del nostro tempo. Ma il suo pensiero e il modo in cui si articola e si manifesta, oltre all'essenzialita' del suo approccio, ne fanno anche uno straordinario Pastore e un impareggiabile diplomatico. Un protagonista non della geopolitica tradizionale, ma di una geopolitica spirituale che puo' ispirare credenti e non credenti in tempi difficili e di poche certezze, come quelli che stiamo attraversando". Dunque i rapporti tra Santa Sede e l'Italia. Ai Patti Lateranensi del 1929 sono seguiti gli accordi, chiamati anche un nuovo Concordato, firmati nel 1984 dall'allora presidente del Consiglio Bettino Craxi e dal cardinale Agostino Casaroli. Lei condivide il giudizio che questi ultimi accordi abbiano "laicizzato" i rapporti tra la Santa Sede e lo Stato italiano? "Il giudizio sui Patti e sul nuovo Concordato lo dara' la Storia", afferma l'ambasciatore, "a me personalmente sembra che questo modello di Concordato si sia rivelato molto positivo: e' un Concordato 'aperto' che non ambisce a regolare tutte le materie di potenziale disaccordo, ma da' vita a una cornice, il cui contenuto e' rappresentato dall'attivita' delle varie Commissioni. E' un modello che funziona e al quale si sono ispirati altri Paesi". Ma con la Santa Sede e' piu' facile per un ambasciatore un atteggiamento da laico o da credente? "Se nella nostra attivita' quotidiana riusciamo a mantenere fermi certi principi etici, la differenza tra fede civile e fede religiosa di fatto si annulla", assicura Greco.

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