giovedì 13 gennaio 2011

Libertà religiosa, passa la mozione bipartisan. Documento delle Camere contro la cristianofobia. Astenuti i radicali (Santamaria). Nota: al Senato l'astensione equivale ad un voto contrario

Libertà religiosa, passa mozione bipartisan

Documento delle Camere contro la cristianofobia. Astenuti i radicali

L’Aula impegna il governo a far valere con la pressione diplomatica il diritto al libero credo

DA ROMA GIANNI SANTAMARIA

Sulle misure necessarie a far cessare le violenze contro i cristiani nel mondo è arrivata ieri la for­te presa di posizione del Parlamento italiano. Tanto più significativa per la quasi totale unanimità, registrata sia nell’aula della Camera (al mattino) sia quella del Senato (in serata), nell’approvare due mo­zioni unitarie, pressoché analoghe. Messe per una vol­ta da parte le fisiologiche divergenze e spaccature, e accantonate le mozioni di partito presentate in par­tenza, il testo di Montecitorio è passato con 504 voti a favore e nove astensioni.
Bocciata, invece, una risolu­zione presentata dai radicali, che sul testo comune si sono astenuti.
A Palazzo Madama specularmente so­no stati tre in tutto a non votare «sì».
Il voto «è la di­mostrazione del valore che il Parlamento italiano at­tribuisce a un tema così delicato», ha commentato il sottosegretario agli Este­ri Alfredo Mantica.
Il Parlamento impegna il governo «a far valere con ogni forma di legittima pressione diplomatica ed economica il diritto alla libertà religiosa, in parti­colare dei cristiani e di al­tre minoranze persegui­tate, laddove risulti mi­nacciata o compressa per legge o per prassi, sia di­rettamente dalle autorità di Governo, sia attraverso un tacito assenso e l’im­punità dei violenti». Poi «a promuovere in Italia, nel­le scuole e in ogni ambito culturale, la sensibilità alle tematiche della libertà religiosa e della cristianofo­bia ». A livello diplomatico deve essere fatta valere «la necessità di un effettivo impegno degli Stati per la tol­leranza e la libertà religiosa, fino al diritto sancito al­la libertà di cambiare religione o credo». Infine ad «a­doperarsi affinché analogo principio sia fatto valere a livello di Unione europea e di qualsiasi altro organi­smo internazionale per l’assegnazione di aiuti agli Sta­ti ». Mentre a livello di Nazioni unite si deve puntare a un effettiva messa in pratica della risoluzione sulla li­bertà religiosa negli Stati membri, promuovendo a tal fine «la costituzione di un organismo dedicato».
Sull’onda dell’emozione, dell’indignazione, e della ri­flessione suscitata dagli ultimi fatti di Egitto e Nigeria, nelle due assemblee - attraverso un dibattito alto e partecipato - è stata fatta una radiografia delle vio­lenze contro le comunità cristiane. Ma si è fatto an­che il punto sullo stato della libertà religiosa nel mon­do (dal Pakistan, alla Cina al Sud Sudan ora al voto, di cui il Senato chiede l’immediato riconoscimento) e allo stesso tempo sulla situazione culturale che si re­gistra oggi in Europa, con troppi silenzi e omissioni sui massacri compiuti in nome della religione. Sintetizza il vicepresidente della Camera, Rocco Buttiglione: i cristiani vengono colpiti perché «segno di una mo­dernizzazione », perché identificati con l’Occidente e perché «noi non sentiamo affatto il diritto-dovere di difenderli». Il finiano Roberto Menia cita Benedetto Croce e il suo «non possiamo non dirci cristiani», per affermare che «tutti noi credenti o non credenti ci sen­tiamo colpiti, offesi e umiliati di fronte all’immagine di Cristo imbrattato di sangue nella cattedrale di A­lessandria d’Egitto». Concordano sul fatto che finora ci sia stata troppa indifferenza anche due dei firma­tari delle mozioni, Antonio Mazzocchi (Pdl) e Giu­seppe Fioroni (Pd). Tra i senatori, è Francesco Rutelli (Api) a richiamare la «debolezza della politica dell’Ue, addirittura afona rispetto a fenomeni di questa straor­dinaria gravità». Mentre è Giorgio Tonini (Pd) a ricor­dare con forza l’allarme per le «violazioni sistemati­che e ripetute» della libertà religiosa che «è storica­mente la madre di tutte le libertà e un principio fon­dante per tutti i diritti umani». Un richiamo al ruolo dei media è venuto dal capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri che ha sottolineato come «serve una reazio­ne collettiva, non solo delle istituzioni». Il suo vice, Gaetano Quagliariello, individua due ragioni per un fe­nomeno che «non nasce oggi». La prima geopolitica (fine della guerra fredda), la seconda culturale: quell’«odio di sé» dell’Occidente che porta alla tolle­ranza o addirittura al plauso verso «offese al cristia­nesimo, ai suoi simboli e alle sue tradizioni», in nome.

© Copyright Avvenire, 13 gennaio 2011

2 commenti:

mariateresa ha detto...

Guenois, le Figaro sull'agenda dell'Europa monca. L'istituzione che ha curato l'abortino editoriale ha nel proprio statuto la dicitura di non voler essere partigiana, come leggerete.

http://blog.lefigaro.fr/religioblog/2011/01/le-christianisme-est-il-un-acc.html

capito? Non hanno parlato del Natale perchè tanto hanno pensato che lo conoscevano tutti.Frasi da Scaramacai che era un pagliaccio se vi ricordate.

Infine è' ufficiale: dopo questa ultima dei radicali in Parlamento non aprirò più nemmeno per sbaglio la loro radio.Mi dispiace per Bordin che è un signore anche se è un testone.
Se pensano si tenere vivi i brandelli del partito con uno come Maurizio Turco, auguri, anzi meglio così. Pfui.

Anonimo ha detto...

Frattini se la prende con la UE, Eufemia
CRISTIANI: FRATTINI, MOLTO FIACCA REAZIONE UE A PERSECUZIONI

(ANSA) - BERLINO, 14 GEN - La reazione dell'Ue nei confronti
delle persecuzioni di cristiani in molte parti del mondo e'
''veramente molto fiacca'': lo ha detto il ministro degli
Esteri, Franco Frattini, nel corso di un'intervista al
quotidiano tedesco Die Welt pubblicata oggi.
''Non abbiamo ancora capito che la liberta' di religione
rappresenta il presupposto in funzione del quale possiamo godere
di tante altre liberta''', ha commentato Frattini. ''Sarebbe un
grande errore ritenere la religione e la liberta' di religione
delle questioni private'', ha aggiunto.
E sull'invito del papa al governo egiziano a fare di piu' per
tutelare i cristiani alla luce dell'attentato nei confronti dei
copti, Frattini lo ritiene in linea con il ''compito'' del Santo
padre ''in quanto autorita' morale''. ''Il compito di noi
politici invece e' un altro: dobbiamo favorire e intensificare
il dialogo tra i diversi governi'', ha concluso il
ministro.(ANSA).