L'omelia e l'Angelus nel giorno del Battesimo del Signore e l'attesa del discorso al Corpo Diplomatico
(AGI) - CdV, 9 gen.
(di Salvatore Izzo)
Il tema della liberta' religiosa, messa a rischio in molti paesi dal fondamentalismo islamico, ma che per il Papa e' sotto attacco anche in Europa, in nome di una malintesa laicita' che sconfina nel laicismo, sara' al centro dell'atteso discorso che rivolgera' domani mattina al Corpo Diplomatico.
Il legame tra questi due fattori anticristiani non e' stato colto in modo univoco da media e commentatori occidentali, ma appare molto chiaro al mondo musulmano che si meraviglia non poco della mancata difesa delle radici cristiane della Ue e della visione relativista che sembra affermarsi da noi sui temi dell'etica e della famiglia.
Benedetto XVI ha molto chiaro invece che la difesa dei cristiani del Medio Oriente e del Nord Africa non puo' essere affidata solo a azioni politiche o diplomatiche di vertice, anche se sono importanti, come testimonia il saluto rivolto a un gruppo di circa 200 parlamentari italiani accompagnati dal cappellano di Montecitorio, mons. Lorenzo Leuzzi, ai quali ha detto grazie per le mozioni promosse nei giorni scorsi a seguito dell'attentato ad Alessandria d'Egitto.
Dobbiamo - e' il suo richiamo costante - metterci in gioco come societa' fondata sui valori cristiani, testimoniando coerenza e un'identita' ben salda, pur nel rispetto di tutte le fedi e le opinioni. E non e' un caso, dunque, se alla vigilia del discorso di domani, il Pontefice teologo ha raccomandato ai futuri genitori di non dare ai propri figli nomi che non siano compresi nel martirologio rinunciando a nomi diversi, anche se di gran moda.
Infatti, ha spiegato ai 50 mila fedeli presenti oggi in piazza San Pietro per l'Angelus, "ogni battezzato acquista il carattere di figlio a partire dal nome cristiano, segno inconfondibile che lo Spirito Santo fa nascere 'di nuovo' l'uomo dal grembo della Chiesa" e di fatto, come diceva Rosmini, "il battezzato subisce una segreta ma potentissima operazione, per la quale egli viene sollevato all'ordine soprannaturale, vien posto in comunicazione con Dio".
Viviamo in un "contesto sociale, in cui l'istituto familiare e' minacciato da piu' parti e si trova a far fronte a non poche difficolta' nella sua missione di educare alla fede", ha denunciato inoltre nell'omelia pronunciata in Sistina dove ha battezzato 21 neonati figli di dipendenti vaticani (e tutti, anche la piccola Melissa, con il nome di un santo, o di un profeta, come Natan).
"Il venir meno di stabili riferimenti culturali e la rapida trasformazione a cui e' continuamente sottoposta la societa', rendono davvero arduo - ha detto - l'impegno educativo. Percio', e' necessario che le parrocchie si adoperino sempre piu' nel sostenere le famiglie, piccole Chiese domestiche, nel loro compito di trasmissione della fede". Per Benedetto XVI, dunque, "e' quanto mai necessaria nella situazione attuale la collaborazione tra comunita' cristiana e famiglia".
"Carissimi genitori - ha aggiunto il Pontefice che ha utilizzato oggi l'altare originale della Sistina, appoggiato sulla parete con l'affresco michelangiolesco del Giudizo Universale, e per questo, durante la consacrazione, ha dato le spalle ai fedeli come si usa nel rito antico - ringrazio con voi il Signore per il dono del Battesimo di questi vostri figlioli; nell'elevare la nostra preghiera per loro, invochiamo abbondante il dono dello Spirito Santo, che oggi li consacra ad immagine di Cristo sacerdote, re e profeta".
"Affidandoli alla materna intercessione di Maria Santissima, chiediamo per loro vita e salute, perche' - ha auspicato - possano crescere e maturare nella fede, e portare, con la loro vita, frutti di santita' e d'amore".
"Ricevendo il Battesimo, questi bambini ottengono in dono un sigillo spirituale indelebile, il 'carattere', che segna per sempre la loro appartenenza al Signore e li rende membra vive del suo corpo mistico, che e' la Chiesa", ha aggiunto ricordando che "mentre entrano a far parte del Popolo di Dio, per questi bambini inizia oggi un cammino di santita' e di conformazione a Gesu', una realta' che e' posta in loro come il seme di uno splendido albero, che deve essere fatto crescere. Percio', comprendendo la grandezza di questo dono, fin dai primi secoli si ha avuto la premura di dare il Battesimo ai bambini appena nati".
"Certamente - ha rilevato il Pontefice - ci sara' poi bisogno di un'adesione libera e consapevole a questa vita di fede e d'amore, ed e' per questo che e' necessario che, dopo il Battesimo, essi vengano educati nella fede, istruiti secondo la sapienza della Sacra Scrittura e gli insegnamenti della Chiesa, cosi' che cresca in loro il germe della fede che oggi ricevono e possano raggiungere la piena maturita' cristiana". E da parte sua, "la Chiesa, che li accoglie tra i suoi figli, deve farsi carico, assieme ai genitori e ai padrini, di accompagnarli in questo cammino di crescita".
"Cari genitori - ha sottolineato infine Benedetto XVI sempre rivolto alle coppie presenti - i vostri figli sono un dono prezioso del Signore, il quale ha riservato per se' il loro cuore". Infatti, "donandoci la fede, il Signore ci ha dato cio' che vi e' di piu' prezioso nella vita, e cioe' il motivo piu' vero e piu' bello per cui vivere". Voi ora, ha concluso ancora rivolto alle famiglie dei dipendenti vaticani, "chiedete alla Chiesa di accogliere nel suo seno questi bambini, di dare loro il Battesimo; e questa richiesta la fate in ragione del dono della fede che voi stessi avete, a vostra volta, ricevuto.
Attraverso il lavacro dell'acqua, i vostri figli vengono inseriti nella vita stessa di Gesu', che e' morto sulla croce per liberarci dal peccato e risorgendo ha vinto la morte. Percio', immersi spiritualmente nella sua morte e resurrezione, essi vengono liberati dal peccato originale ed in loro ha inizio la vita della grazia, che e' la vita stessa di Gesu' Risorto".
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