venerdì 7 gennaio 2011

Quella carezza del Papa a Benedetta, una delle piccole degenti del Policlinico Gemelli (Ponzi)

Quella carezza a Benedetta

«Tu sarai benedetta per sempre».
Parole mormorate dal Papa mentre, con tenerezza, sfiora il volto sfigurato di Benedetta, un anno di vita interamente vissuto nel suo lettino d'ospedale.
I prelati che lo accompagnano nella visita al Gemelli, si chinano su quella culla; sguardi attoniti, pieni di compassione. E una personalità del seguito mormora commosso: «Ecco il volto del Cristo sofferente».
Il segretario particolare del Pontefice indugia davanti a quella culla; continua ad accarezzare le manine inerti mentre ripete: «Sei bella Benedetta, sei bella» e non riesce quasi a venir via. Stanza 22, reparto pediatria, quinto piano del policlinico universitario Gemelli di Roma. Qui si è scritta la pagina forse tra le più belle e toccanti di queste giornate natalizie.
È la vigilia dell'Epifania del Signore e Benedetto xvi decide di fare un po' di compagnia ai piccoli ricoverati nel nosocomio romano. L'occasione è la benedizione del nuovissimo centro per la cura e l'assistenza dei bambini con spina bifida. Il Pontefice giunge poco dopo le 17 e sale direttamente al quinto piano, reparto pediatria. Porta con sé un dono per ognuno dei piccoli ricoverati. Entra stanza dopo stanza. Inizia da Suami, una bambina peruviana.
Le regala un orsacchiotto in peluche: è più grande di lei ma Suami lo stringe a sè. È felice.
Per Andrea, un bimbo filippino, e per Paolo ci sono un trenino e un telefono parlante. Edoardo piange a dirotto. Il Papa lo guarda un po' interdetto, non sa cosa fare: avvicinarsi? accarezzarlo per cercare di calmarlo? Poi gli mette tra le mani il pupazzo colorato di topo Gigio. Edoardo smette di piangere e il Papa lo bacia.
Nella stanza di Samuele è la mamma Chiara che lo accoglie: Samuele è attaccato a una macchina ed è immobile sul lettino. «Grazie infinite Padre» lo saluta Chiara. Non ha dimestichezza con le gerarchie ma sa riconoscere un gesto d'affetto solo per lei e per il suo piccolo. Accoglie la carezza del Papa come quella di un padre.
Evelina è impegnata a gestire l'enorme coniglio di peluche che il Pontefice ha appena lasciato nelle sue mani; è visibilmente emozionata. «Pensa, mamma — dice guardandola fissa negli occhi — potrò dire alle mie amichette di scuola che ho baciato il Papa».
E poi Benedetto xvi entra in quella stanza numero 22.
C'è Benedetta. È nata un anno fa con una gravissima malformazione cerebrale.
I genitori, vedendola nascere così sfigurata hanno pensato di abbandonarla. E sono fuggiti dall'ospedale. Le infermiere del reparto hanno accolto Benedetta, le hanno dato questo nome. La curano come fosse la figlia di ciascuna di loro. La circondano d'amore. «È un miracolo che sia ancora viva» dice Claudia, ma potrebbe essere Santina, o Maria o qualsiasi altra delle tante mamme di Benedetta.
Il Papa si è commosso nell'ascoltare la storia di Benedetta. L'ha accarezzata a lungo, teneramente. Ha segnato con la croce la fronte e poi le ha sussurrato: «Tu sarai sempre benedetta».
La visita prosegue. Gli occhi del Papa restano velati di tristezza. Si riaccendono quando si trova circondato da altri bambini, giù nella hall del policlinico dove è previsto il discorso. Scambia ancora doni con loro: dolci e peluche in cambio di tre statuine dei Magi e tanti disegni che il Papa mostra di gradire in modo particolare.
Poi Francesca, 15 anni, affetta da spina bifida, lo saluta e lo abbraccia per tutti.
Gli confida tutte le loro speranze. Hanno appena saputo che la mirra rappresenta la sofferenza. «Ecco la nostra mirra — dice al Papa — la mettiamo nelle tue mani, Padre Santo, perché la porti a Gesù. Noi pregheremo per te. Per la tua salute e perché la nostra preghiera ti aiuti a reggere il peso dei grandi problemi che devi affrontare ogni giorno».
Quindi il congedo. Così come lo avevano accolto salutano il Papa il cardinale vicario Vallini, il vescovo delegato per l'assistenza religiosa negli ospedali della diocesi monsignor Brambilla, il rettore Ornaghi e tutto lo staff dell'università.
Benedetto xvi rientra in Vaticano con le personalità del seguito che lo hanno accompagnato, tra le quali il sostituto della Segreteria di Stato, arcivescovo Filoni, il prefetto della Casa Pontificia, arcivescovo Harvey, il segretario particolare monsignor Gänswein, il medico personale Polisca e il direttore del nostro giornale.
(mario ponzi)

(©L'Osservatore Romano - 7-8 gennaio 2011)

7 commenti:

mariateresa ha detto...

sono OT , scusatemi, ma ogni tanto devo darmi un pizzicotto: ma che fine ha fatto wikileaks? Sembrava che dovesse cadere il mondo e invece non odo squilli di tromba...

Raffaella ha detto...

Forse al momento non serve :-)
R.

sonny ha detto...

Dai tempo al tempo, Mariateresa......arriverà il cable giusto al momento opportuno!

laura ha detto...

La partecipazione e la commozione del Papa sono contagiose.Fanno venire i birividi. Quando sta con i bambini si trasforma. Son sicura che le imagini della visita al Gemelli abbiano fatto cadre mille pregiudizi. Non ho mai visto nessuno così dolce e affettuoso come Lui!

mariateresa ha detto...

hai ragione Laura. Mi sono commossa alle lacrime letteralmente.
Scusate per il mio OT ma ogni tanto mi chiedo in che razza di commedia viviamo.
E' decisamente meglio pensare a quei bambini e alla dolcezza del nostro Benedetto.

sonny ha detto...

Hai ragione Laura, sono stati momenti bellissimi e veramente toccanti, in barba a tanti bla bla mediatici.

Maria Domenica ha detto...

Dopo la morte di Papa Wojtyla che ho tanto amato e ammirato, mi è rsultato difficile affezionarmi a Papa Benedetto e per questo non mi davo pace.
Poi quasi per ....caso o per "fortuna" dopo aver pianto sulla tomba del Santo Padre Giovanni Paolo II, i miei occhi hanno incontrato i Suoi e le mie mani hanno sfiorato le Sue, aveva appena benedetto i miei figli, io ero nascosta dietro di loro, e Sua Santità mi ha cercato e ci siamo finalmente "trovati".
Grazie!
Mille volte grazie!
Il mio viaggio a Roma per la Santa Messa dell'Epifania, e l'incontro con il Santo Padre Benedetto resteranno per sempre nel mio cuore.
Maria Domenica