Il Papa "scomunica" l'Europa
Va dalla Cina all’Europa il monito di Benedetto XVI sulla libertà religiosa, pronunciato nel consueto incontro di inizio anno con gli ambasciatori. "Educazione sessuale e laicismo contrari alla fede cristiana".
Andrea Gagliarducci
Cristiani uccisi nelle chiese in Iraq, Egitto, Nigeria. Cristiani messi in minoranza in Paesi dove il monopolio dello Stato sulla società, compreso il fenomeno religioso, è totale, come in Cina. Cristiani che si trovano in minoranza anche in Europa, dove si tende a dare sempre meno importanza al fenomeno religioso.
Va dalla Cina all’Europa il monito di Benedetto XVI sulla libertà religiosa, pronunciato nel consueto incontro di inizio anno con gli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, 180, se si includono Ue e Ordine di Malta. A loro, il Papa chiede di riconoscere «il contributo che le comunità religiose hanno avuto nella società», e fa l'esempio di Madre Teresa, universalmente apprezzata da civili e religiosi. E accusa: «Non si può creare una sorta di scala nella gravità dell'intolleranza verso le religioni», come succede con «gli atti discriminatori contro i cristiani che sono considerati meno gravi, meno degni di attenzione da parte dei governi e dell'opinione pubblica».
«La dimensione religiosa - dice Benedetto XVI - è una caratteristica innegabile e incoercibile dell'essere e dell'agire dell'uomo, la misura della realizzazione del suo destino e della costruzione della comunità a cui appartiene». La giornata mondiale della Pace è stata dedicata alla libertà religiosa, perché «la pace si costruisce e si conserva solamente quando l'uomo può liberamente cercare e servire Dio nel suo cuore, nella sua vita e nelle sue relazioni con gli altri». È un passaggio diplomatico che imposta in maniera nuova il problema. Il Papa ha usato il termine «cristianofobia» nel suo discorso alla Curia, ma la prima stesura parlava di «Cristofobia». Perché la volontà è quella di puntare e sottolineare sul diritto «personale» di ciascuno di vivere liberamente la propria religione, al di là dei diritti comunitari espressi dalle varie fobie (si parla di cristianofobia, come di islamofobia) delineate dalle organizzazioni internazionali. Una minaccia è quella del laicismo.
«Penso - dice il Papa - a Paesi nei quali si accorda una grande importanza al pluralismo e alla tolleranza, ma dove la religione subisce una crescente emarginazione. Si tende a considerare la religione, ogni religione, come un fattore senza importanza, estraneo alla società moderna o addirittura destabilizzante, e si cerca con diversi mezzi di impedirne ogni influenza nella vita sociale». Il Papa condanna poi la pretesa che «i cristiani agiscano nell'esercizio della loro professione senza riferimento alle loro convinzioni religiose e morali, e persino in contraddizione con esse, come, per esempio, là dove sono in vigore leggi che limitano il diritto all'obiezione di coscienza degli operatori sanitari o di certi operatori del diritto».
E per Benedetto XVI questo plaude alla «adozione da parte del Consiglio d'Europa di una Risoluzione che protegge il diritto del personale medico all'obiezione di coscienza» ed esprime apprezzamento ai venti Paesi (nessuno dei quali membro storico dell'Ue, dal cui calendario mancava persino la festività del Natale) che si sono associati al governo italiano nella «ben nota causa» sull'esposizione del crocifisso in luoghi pubblici. Il Papa si focalizza anche sul Vicino Oriente, sull'Iraq ove «gli attentati hanno seminato morte, dolore e smarrimento tra i cristiani», «al punto da spingerli a lasciare la terra dove i loro padri hanno vissuto lungo i secoli», sulla strage di Alessandria in Egitto, fatti che sono «un segno ulteriore della necessità per i governi della Regione di adottare misure efficaci per la protezione delle minoranze religiose».
E una menzione speciale va al Pakistan: Benedetto XVI chiede di «abrogare» la legge sulla blasfemia, «tanto più che è evidente che essa serve da pretesto per provocare ingiustizie e violenze contro le minoranze religiose». Ma il Papa pensa anche alla difficile situazione dei cattolici cinesi, e chiede «in particolare che sia garantita dovunque alle comunità cattoliche la piena autonomia di organizzazione e la libertà di compiere la loro missione». La libertà religiosa è minacciata, però, anche dove non viene garantito che «le comunità religiose possano operare liberamente nella società, con iniziative nei settori sociale, caritativo od educativo», ad esempio con «progetti di legge che rischiano di creare una sorta di monopolio statale in materia scolastica, come si constata ad esempio in certi Paesi dell'America Latina».
Ma è una minaccia viva anche in Europa, «là dove è imposta la partecipazione a corsi di educazione sessuale o civile che trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, ma che in realtà riflettono un'antropologia contraria alla fede e alla retta ragione». La religione, conclude «con forza» il Papa «non costituisce per la società un problema, non è un fattore di turbamento o di conflitto» e «la Chiesa non cerca privilegi, né vuole intervenire in ambiti estranei alla sua missione, ma semplicemente esercitare questa missione con libertà».
© Copyright Il Tempo, 11 gennaio 2011 consultabile online anche qui.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
OT.
Il famoso convertito Fr. John Corapi: "Rifiutare il Magistero del successore di Pietro significa rifiutare l'Insegnamento di Gesù Cristo".
http://www.courageouspriest.com/father-corapi-the-catholic-church-ultimately-cannot-fail-in-her-mission
Alberto
Raffa, una news che riguarda il Prof. Introvigne dal blog di Tosatti:
Italiano il nuovo rappresentante OSCE contro la persecuzione religiosa
http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=196&ID_articolo=1174&ID_sezione=&sezione=
Alessia
Posta un commento