Benedetto XVI: non gli interessi economici ma le comuni radici cristiane renderanno uniti i popoli europei
Non bastano gli interessi economici per dare basi solide alla nuova Europa, ma è necessario far leva sulle comune radici cristiane: è quanto ha affermato il Papa ricevendo stamane, separatamente, le delegazioni della Bulgaria e della ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, giunte a Roma in occasione della Festa - domani nella Chiesa ortodossa - dei Santi Cirillo e Metodio, patroni d’Europa. Il servizio di Roberta Gisotti:
“Illustri e benemeriti pionieri dell’evangelizzazione dell’Europa”, Cirillo e Metodio, onorati sia in Oriente che in Occidente. La loro testimonianza e il loro insegnamento – ha osservato Benedetto XVI rivolto alla delegazione macedone, guidata dal capo di Stato, Gjorge Ivanov – “sono ancora attuali” anche per quanti “sono chiamati a governare le sorti delle Nazioni”. Nel disegno salvifico di Dio, “i popoli possono ritrovare i fondamenti sui quali edificare civiltà e società pervase dallo spirito di riconciliazione e di convivenza pacifica”:
“Non vi può essere unità reale senza il rispetto per la dignità di ogni persona umana e dei suoi diritti inalienabili”.
Avevano ben compreso Cirillo e Metodio, “inviati ai popoli slavi”, “tra tante difficoltà”, che il Vangelo di Cristo “è capace di illuminare ogni ambito e dimensione dell’esperienza umana…”:
“La Parola di Dio chiama continuamente alla conversione del cuore, perché ogni decisione, ogni scelta siano purificati da interessi egoistici; ed è proprio da questa permanente conversione a Dio che è possibile far nascere un’umanità nuova”.
“Ai popoli europei che in questi anni si aprono a nuove prospettive di cooperazione, - ha poi aggiunto il Papa ricevendo la delegazione bulgara guidata dalla presidente del Parlamento, Tsetska Tsacheva - questi due grandi Santi ricordano che la loro unità sarà più salda se basata sulle comuni radici cristiane”, “elemento centrale e qualificante” se “la fede cristiana ha plasmato la cultura del vecchio Continente e si è intrecciata in modo indissolubile con la sua storia”.
Da qui l’auspicio “che l’Europa cresca anche nella dimensione spirituale, sulla scia della sua storia migliore”. “L'unità del Continente, che sta progressivamente maturando nelle coscienze e si sta definendo anche sul versante politico, rappresenta - ha sottolineato il Santo Padre - una prospettiva di grande speranza”. Quindi il suo ammonimento:
“Per edificare su solide basi la nuova Europa non basta fare appello ai soli interessi economici, ma è necessario far leva piuttosto sui valori autentici, che hanno il loro fondamento nella legge morale universale, inscritta nel cuore di ogni uomo”.
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