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Qualche riflessione.
Con tutto il rispetto per le vittime, non credo che sia opportuno lamentarsi perche' Cantini e' stato "solo" ridotto allo stato laicale. Ricordiamo che il Papa ha preso questa decisione non ritenendo necessario nemmeno un processo canonico e si tratta della sanzione piu' grave che possa essere comminata. Vista la gravita' dei fatti, Benedetto XVI ha fatto il massimo che poteva per risolvere la situazione.
Come giustamente osservata Tornielli a Matrix, non c'e' piu' uno Stato Pontificio ed il Santo Padre non dispone di carceri e di polizia. Per questo c'e' lo Stato Italiano.
E qui veniamo al secondo punto, che per me e' essenziale. Ha assolutamente ragione il portavoce delle vittime di Cantini: quando si subisce un abuso, si vada immediatamente alla polizia, alla caserma dei carabinieri, in procura, e solo dopo dal confessore, all'eventuale sportello diocesano e dal vescovo. Questo perche' la violenza, l'abuso, lo sfruttamento di minori non e' solo un peccato ma anche un reato. Le vittime, in modo sacrosanto, reclamano giustizia. Lo Stato Italiano deve garantirla e ci si deve rivolgere alle autorita' prima che sia tardi. Sottoscrivo in pieno, quindi, il consiglio di Aspettati.
R.
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5 commenti:
anch'io lo sottoscrivo.
Così deve essere perché la pedofilia è un crimine oltre che un gravissimo peccato. E per completare le associazioni delle vittime dovrebbero far pressione sullo Stato italiano perché innalzi il periodo di prescrizione. La Chiesa cattolica l'ha già fatto e spesso e volentieri la giustizia arriva solo la Lei.
Alessia
Esattamente!
Fare pressione e' l'unico modo per innalzare le pene per questi reati e per allungare i termini di prescrizione.
R.
Purtroppo, quando non si sa cosa dire e s'ha voglia di parlar solo per dar aria alla bocca, si scrivono scemenze. Forse qualcuno pensa ancora che i preti malvagi si possan rinchiudere in qualche cella sotterranea, murati vivi (come la monaca di Monza ad es) o mandar al rogo. La pena canonica, e giustamente s'è sottolineato, senz'aspettar neppur un regolare processo, è quello che la Chiesa doveva e poteva fare. I ritardi sappiamo a chi si debbono.
Osservo tuttavia che la denuncia agli organismi civili e penali competenti non esclude l'apertura di "sportelli" come da proposta di mons. Simoni: l'importante è che non s'intralcino o si elidano. A volte una famiglia può magari voler dapprima esser confermata e consigliata dal proprio Pastore (sempre che lo sia).
Chiedo venia: nella fretta ho indicato mons. Simoni anziché mons. Bianchi quale vescovo di Pistoia. Mons. Simoni è vescovo di Prato.
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