Papa: 'Ogni sforzo contro precariato Politica superi contrapposizioni'
di Giovanna Chirri
ROMA - Le forze politiche, si augura Benedetto XVI, "superino pregiudiziali contrapposizioni", e politici e amministratori non sfruttino la propria "posizione per interesse personale o sete di potere". Nord e Sud collaborino. Politica e imprenditoria combattano il lavoro precario. I cattolici contribuiscano al bene comune anche promuovendo vita e famiglia. Davanti all'antichissima icona di "Maria Salus Populi Romani", alla quale la devozione popolare è ricorsa nei momenti più drammatici della storia, dalle guerre alle calamità naturali, il Papa e i 220 vescovi italiani si sono ritrovati per affidare l'Italia alla Madonna e rinnovare l'impegno per il bene comune, la giustizia e la pace.
Lo hanno fatto perché, come ha ricordato Benedetto XVI "la fede non è alienazione, sono altre le esperienze... che inquinano la convivenza sociale". Lo hanno fatto a 150 anni dall'unificazione, di fronte a una situazione sociale e politica difficile, tra crisi economica e scadenze elettorali, e a una diffusa disaffezione per la politica, che contagia anche gli ecclesiastici. Dopo la recita del rosario in Santa Maria Maggiore, la prima basilica che in Occidente sia stata dedicata alla madre di Gesù, è toccato al Papa tracciare delle piste di riflessione. In prima fila i cardinali Angelo Bagnasco, Dionigi Tettamanzi, Angelo Scola, Camillo Ruini, Carlo Caffarra. Rapporto tra Nord e Sud, politica senza contrapposizioni, e non per interesse personale, impegno contro il precariato, questi dunque i punti principali su cui ha insistito papa Ratzinger, primate d'Italia, compiendo l'atto di affidamento alla Vergine, gesto altamente simbolico per i cattolici.
Ha insistito sulla necessità che il "progetto di Dio" non rimanga una idea astratta" e ha rivendicato il contributo della Chiesa alla costruzione del Paese. Ha rivendicato il valore delle "istanze etiche" per il bene comune, l'impegno per la promozione di vita e famiglia. Ha fatto proprio l'appello dei vescovi contro il precariato, che mina il futuro della società e dei giovani. Il Nord riscopra lo spirito solidaristico, e il Sud i suoi tratti di accoglienza e ospitalità, ha auspicato papa Ratzinger, che ha infine rilanciato il proprio invito alle forze politiche, a 150 anni dall'unità, a "superare ogni pregiudiziale contrapposizione". Nel saluto iniziale il card. Bagnasco aveva chiesto un "sussulto di responsabilità" soprattutto alla politica e invitato i giovani a sperimentare l'impegno politico. Mai come in questi tempi i vescovi italiani hanno manifestato distacco dagli schieramenti politici in campo, - e rigettato i tentativi di schierarli, soprattutto rispetto al ballottaggio per il Comune di Milano - ragionando piuttosto su una nuova fase politica, con nuovi attori e motivazioni. Quella nuova leva di cattolici, e di giovani cattolici, che concretizzi il dibattito riconducendolo al dialogo e ai fatti concreti. Il modello è Giuseppe Toniolo, uno dei padri fondatori del cattolicesimo sociale. "Incoraggiate le iniziative di formazione ispirate alla dottrina sociale della Chiesa - ha raccomandato il Papa ai presuli - affinché chi è chiamato a responsabilità politiche e amministrative non rimanga vittima della tentazione di sfruttare la propria posizione per interessi personali o per sete di potere". Il rito di oggi è stato un po' il fulcro della Assemblea della Cei che si concluderà domani, e i cui lavori a porte chiuse hanno fatto trapelare comunque una certa vivacità del dibattito sia sui temi economici che sulla pedofilia e la fase politica.
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