PAPA: NONOSTANTE TUTTO ALLA FINE VINCE L'AMORE, VINCE CRISTO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 16 nov.
"Nonostante tutte le cose che ci fanno dubitare sull’esito della storia, alla fine vince l’amore, vince il Cristo Re".
Lo ha affermato Benedetto XVI nella catechesi tenuta all’Udienza Generale di oggi, che il numero di fedeli presenti, circa 25mila, ha imposto di tenere in piazza San Pietro nonostante il freddo pungente di questa mattina. Nei giorni scorsi erano stati in 11mila a prenotarsi presso la Prefettura della Casa Pontificia. "Nel mondo c’e’ tanto male", e nel "drammatico combattimento" tra il bene e il male "il male sembra piu’ forte".
Ma "no", in realta’ "piu’ forte e’ il Signore, nostro vero re e sacerdote, Cristo, e nonostante tutte le cose che ci fanno dubitare dell’esito positivo della storia, vince Cristo e vince il bene, vince l’amore e non l’odio", ha detto testualmente il Papa spiegando il senso della Signoria di Cristo sulla storia. Gesu’ Cristo, ha osservato parlando a braccio, "e’ il nuovo Davide, che ha vinto la morte e partecipa alla gloria di Dio, e’ il nostro Re, che ci da’ la vita eterna", e’ "il mediatore di santita’ e di salvezza, che realmente viene da Dio, e’ la luce che porta divina al mondo".
Nel discorso all’Udienza Generale, il Papa ha commentato il salmo 110, dove "il Re cantato dal salmista e’ Cristo, il Messia che instaura il Regno di Dio e vince le potenze del mondo, e’ il Verbo generato dal Padre prima di ogni creatura, il Figlio incarnato morto e risorto e assiso nei cieli, il sacerdote eterno che, nel mistero del pane e del vino, dona la remissione dei peccati e la riconciliazione con Dio, il Re che solleva la testa trionfando sulla morte con la sua Risurrezione".
"L’esercizio del potere - ha spiegato Benedetto XVI - e’ un incarico che il Re riceve direttamente dal Signore, una responsabilita’ che deve vivere nella dipendenza e nell’obbedienza diventando cosi’ segno, all’interno del popolo, della presenza potente e provvidente di Dio. Il dominio sui nemici, la gloria e la vittoria sono doni ricevuti, che fanno del sovrano un mediatore del trionfo divino sul male". Il Re, in questo modo, "e’ ammesso a partecipare alla Signoria Divina, di cui e’ mediatore presso il popolo", e la "Signoria del Re" si concretizza anche "nella vittoria sugli avversari, che vengono posti ai suoi piedi da Dio stesso; la vittoria sui nemici e’ del Signore, ma il re e’ fatto partecipe e il suo trionfo diventa testimonianza e segno del potere divino".
"Dobbiamo guardare a Cristo - e’ stata infine l’esortazione del Pontefice teologo ai fedeli - per comprendere il senso della vera regalita’, da vivere nel servizio e nel dono di se’, in un cammino di obbedienza e di amore portato fino alla fine".
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PAPA: CONCLUDO CICLO SU SALMI, MA USATELI PER PREGARE
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 16 ott.
"Pregare di piu’ con i salmi, magari abituandosi a utilizzare la Liturgia delle Ore, le Lodi al
mattino, i Vespri alla sera, la Compieta prima di addormentarsi".
Lo ha chiesto il Papa ai 25 mila fedeli presenti in piazza San Pietro all’Udienza Generale di oggi, con la quale ha concluso il ciclo di catechesi dedicate al commento dei salmi, che ha definito "preziose preghiere che troviamo nella Bibbia e che riflettono le varie situazioni della vita e i vari stati d’animo che posiamo avere verso Dio".
"Il nostro rapporto con Dio non potra’ che essere arricchito nel quotidiano cammino con Lui", ha assicurato Benedetto XVI ricordando la centralita’ di queste preghiere bibliche nella liturgia della Chiesa. Soffermandosi poi sul salmo scelto per la catechesi odierna, il numero 110 (secondo la tradizione ebraica, 109 secondo quella latina), ha osservato che si tratta di un testo "molto amato dalla Chiesa antica e dai credenti di ogni tempo", al centro del quale c’e’ la "celebrazione del Messia vittorioso, glorificato alla destra di Dio".
"La tradizione della Chiesa ha tenuto in grande considerazione questo salmo come uno dei piu’ significativi testi messianici", ha ricordato poi il Papa teologo, sottolineando che "i Padri vi hanno fatto continuo riferimento in chiave cristologica". In esso, infatti, e’ prefigurato il
sacerdozio cristiano perche’ evoca il legame tra la figura di Cristo e quella di Melchisedek, "sacerdote per sempre", in cui "potere regale e potere sacerdotale convergono", facendo di lui
il "mediatore della presenza divina in mezzo al suo popolo, tramite della benedizione che viene da Dio e che nell’azione liturgica si incontra con la risposta benedicente dell’uomo".
"Gesu’ - ha concluso Papa Ratzinger - e’ il vero e definitivo sacerdote, che porta a compimento i tratti del sacerdozio di Melchisedek rendendoli perfetti", attraverso il "gesto eucaristico" con cui Cristo, offrendo se stesso nel pane e nel vino, vince la morte e "porta alla vita tutti i credenti".
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PAPA: RICORDA IL MARCHIGIANO PIO VIII E SALUTA VESCOVO MACERATA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 16 nov.
Nato 250 anni fa a Cingoli, Francesco Saverio Castiglioni, che fu Papa con il nome di Pio VIII per appena un anno e mezzo, precisamente dal 31 marzo 1829 fino alla morte, avvenuta il primo dicembre 1830, e’ stato ricordato oggi da Benedetto XVI al termine dell’Udienza Generale alla
quale partecipavano 400 fedeli della diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, giunti in pellegrinaggio a Roma in occasione dell’anniversario. Papa Ratzinger ha voluto salutarli ricordando il loro "concittadino" il cui ricordo, ha auspicato, "ravvivi in ciascuno il desiderio di approfondire sempre piu’ la vita di fede". I pellegrini erano accompagnati dal loro vescovo, l’ex portavoce della Cei, monsignor Claudio Giuliodori, che ha poi conversato brevemente con il Pontefice.
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