sabato 5 novembre 2011

Nuova evangelizzazione e dialogo tra le religioni. Riunione del Consiglio speciale per l'America della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi

Riunione del Consiglio speciale per l'America della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi

Nuova evangelizzazione e dialogo tra le religioni

Nell'esortazione apostolica postsinodale Ecclesia in America diversi sono i richiami al dialogo interreligioso e alla nuova evangelizzazione. Argomenti che rivestono una grande attualità, sia alla luce della recente Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo, convocata lo scorso 27 ottobre ad Assisi da Benedetto XVI, sia in vista della XIII assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi su «La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana». Su questi temi si sono concentrati i lavori della sedicesima riunione del Consiglio speciale per l'America della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi, svoltasi nei giorni 27 e 28 ottobre nella sede della Segreteria generale. Oltre agli argomenti citati, l'ordine del giorno prevedeva, tenendo conto dell'Ecclesia in America, la considerazione della situazione sociale ed ecclesiale nei diversi Paesi del continente.
Per introdurre la discussione il segretario generale del Sinodo dei vescovi, l'arcivescovo Nikola Eterović, si è riferito al tema del dialogo interreligioso, al quale l'esortazione apostolica dedica una notevole attenzione. A questo proposito, prendendo spunto dall'incontro di Assisi, il presule ha segnalato la necessità e l'importanza del dialogo della Chiesa cattolica con altre Chiese e comunità ecclesiali, così come con gli ebrei, con i musulmani e con rappresentanti di altre religioni non cristiane. In questo senso, è stato notato che l'Ecclesia in America ripresenta per la situazione del continente americano i criteri di valutazione delle religioni non cristiane già espressi nella dichiarazione Nostra aetate, del concilio ecumenico Vaticano II, secondo i quali la Chiesa cattolica non respinge niente di quello che di vero e santo esiste nelle religioni non cristiane, ma afferma la specificità originale del cristianesimo.
Nella successiva discussione sono apparsi molti segni positivi ma anche altri che destano preoccupazione, sia dal punto di vista della vita della Chiesa sia dal punto di vista sociale. Proprio nell'ambito del dialogo ecumenico e interreligioso, è stata rilevata in certi casi un'interferenza dello Stato, che da una parte si autoproclama laico ma dall'altra mantiene nella pratica una linea di condotta orientata a considerare la Chiesa cattolica come una tra le tante denominazioni religiose, ignorando in questo modo la sua vera natura e il ruolo storico indiscutibile che essa ha avuto nella prima evangelizzazione del continente, come pure nella formazione dell'identità delle singole nazioni. Alla stregua di questa strategia seguita dalle autorità civili, il dialogo ecumenico e interreligioso viene sostituito con il concetto generico di «rapporti interreligiosi». In questo modo, non solo tutte le religioni sono considerate come fenomeni di natura spirituale a parità di condizioni, ma si tenta di vedere la religione come uno strumento al servizio della vita politica. Invece, la Chiesa in America è determinata a continuare con attività ecumeniche e interreligiose nella linea pastorale tracciata dal Vaticano II e dal magistero successivo. In questo senso, si ottengono buoni frutti attraverso il dialogo con le altre confessioni cristiane, con ebrei, così come con le religioni non cristiane, specialmente i musulmani, anche se questi ultimi non rappresentano un gruppo numericamente importante nella maggioranza dei Paesi. Molto significativa in varie nazioni è la presenza di religioni indigene, preesistenti alla prima evangelizzazione. In esse la Chiesa cattolica cerca di riscoprire elementi compatibili con il Vangelo, di purificarli e di integrarli convenientemente nella vita delle comunità ecclesiali locali. Più complesso diventa il rapporto con le sette, vera sfida per la Chiesa nel processo della nuova evangelizzazione. Infatti, le sette attraverso un forte proselitismo si estendono velocemente nelle grandi città e laddove la Chiesa ha una presenza debole.
Nell'ambito sociale poi, diversi segni di preoccupazione, come il diffondersi della povertà, della violenza, dei valori contrari al rispetto della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale, sono stati considerati quali risultati dell'influsso negativo del processo di secolarizzazione che si sta estendendo dal nord al sud. È stata poi segnalata la difficile situazione sociale di Haiti, conseguenza del terremoto, che si protrae nel tempo, aggravata dalle malattie e da una realtà sociale di forte disagio per la popolazione locale. Si spera che la solidarietà manifestata concretamente da Governi e istituzioni internazionali e da organismi ecclesiali produca migliori frutti in collaborazione con gli enti locali.
A questa realtà specifica e geograficamente delimitata si aggiunge, anche nel contesto sociale, un altro fenomeno di vaste proporzione che coinvolge tutto il Continente: il movimento migratorio, che rappresenta oggi una delle sfide più pressanti per la nuova evangelizzazione. In questo campo, la Chiesa è impegnata nella promozione di programmi sociali e di assistenza religiosa agli immigrati, allo scopo di aiutare l'integrazione culturale e la pace sociale. Se da una parte occorre notare le gravi difficoltà che incontrano gli immigrati in situazione irregolare, dall'altra è necessario rilevare gli aspetti positivi del fenomeno migratorio, che portano sia a una maggiore integrazione dei diversi popoli nell'unità dello stesso Continente, sia alla consapevolezza della necessità di percorrere la via della solidarietà per risolvere i problemi in modo globale ed efficiente.
Nel campo ecclesiale, motivo di consolazione è l'aumento delle vocazioni al sacerdozio, anche se assai diversificato sia nei Paesi sia nelle diocesi. Si verifica un aumento delle vocazioni maschili al sacerdozio e alla vita consacrata, mentre la vita religiosa femminile cresce più moderatamente e in alcuni ambienti diminuisce. In genere si constata una buona disposizione all'accoglienza della fede da parte delle nuove generazioni, che necessitano di una solida formazione umana e cristiana.
Inoltre, la v Conferenza generale dell'episcopato latinoamericano e dei Caraibi, svoltasi dal 13 al 31 maggio 2007 a Aparecida, continua a portare notevoli frutti. Sono stati avviati ovunque programmi pastorali a livello locale per applicare le relative linee pastorali del documento conclusivo di Aparecida, in continuità con gli orientamenti della Ecclesia in America. Di particolare importanza è la coscienza che tutta la Chiesa nel continente deve essere in stato di missione. I risultati di tale opera di evangelizzazione sono assai positivi. Ad accrescere questo nuovo slancio missionario contribuisce la speranza suscitata dalla buona accoglienza dei Lineamenta della XIII assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi che avrà luogo dal 7 al 28 ottobre 2012. Infatti, il tema «La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana» non solo trova eco nella Ecclesia in America, ma è già una costante preoccupazione dei pastori in America e perciò diventa assai appropriato per favorire la discussione nelle Chiese particolari. Per questo motivo, le conferenze episcopali stanno preparando sollecitamente le risposte al documento di preparazione, mettendo in evidenza le urgenze pastorali delle diverse realtà locali.
Ulteriori sviluppi della vita della Chiesa nel continente saranno oggetto della prossima riunione del Consiglio speciale per l'America della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi, che si terrà dal 20 al 21 novembre 2012.
La riunione si è conclusa con la preghiera, affidando all'intercessione della beata Vergine Maria, nostra Signora di Guadalupe, il compito della nuova evangelizzazione del continente americano.

(©L'Osservatore Romano 5 novembre 2011)

1 commento:

mariateresa ha detto...

la storia degli auguri rifiutati secondo la Sala Stampa è una bufala
http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/9660/

anche se è una fanfaluca. e io credo che lo sia, la dice lunga sul clima rilassato che c'è in Egitto ai tempi della primavera.
E la dice lunga anche sul fatto che è molto facile costruire delle fanfaluche su papa Benedetto. Tanto si è creato il clima perchè siano ritenute plausibili. Uno schifo.