lunedì 6 dicembre 2010

Dolore e preoccupazione del Papa per la sorte dei profughi eritrei (Sir)

BENEDETTO XVI

La voce nel deserto

Dolore e preoccupazione per la sorte dei profughi eritrei

All'Angelus di oggi Benedetto XVI ha rivolto un appello affinché nel mondo cessino situazioni di violenza e intolleranza, ricordando gli attentati in Iraq, gli scontri in Egitto e il dramma dei profughi eritrei tenuti in ostaggio nel deserto del Sinai.

La stella di san Giovanni Battista. “La figura di san Giovanni il Battista” è al centro del “Vangelo di questa seconda domenica di Avvento”, ha ricordato il Papa, affacciandosi alla finestra del suo studio nel Palazzo apostolico vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in piazza San Pietro. “San Gregorio Magno – ha detto il Pontefice – commenta che il Battista ‘predica la retta fede e le opere buone... affinché la forza della grazia penetri, la luce della verità risplenda, le strade verso Dio si raddrizzino e nascano nell’animo onesti pensieri dopo l’ascolto della Parola che guida al bene’. Il Precursore di Gesù, posto tra l’Antica e la Nuova Alleanza, è come una stella che precede il sorgere del Sole, di Cristo, di Colui, cioè, sul quale – secondo un’altra profezia di Isaia – ‘si poserà lo Spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore’”.

In ascolto della voce di Dio. “Nel Tempo dell’Avvento – ha osservato il Santo Padre –, anche noi siamo chiamati ad ascoltare la voce di Dio, che risuona nel deserto del mondo attraverso le Sacre Scritture, specialmente quando sono predicate con la forza dello Spirito Santo. La fede, infatti, si fortifica quanto più si lascia illuminare dalla Parola divina, da ‘tutto ciò che – come ci ricorda l’apostolo Paolo – è stato scritto prima di noi... per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza’”. Il modello dell’ascolto, ha sottolineato Benedetto XVI, “è la Vergine Maria: ‘contemplando nella Madre di Dio un’esistenza totalmente modellata dalla Parola, ci scopriamo anche noi chiamati ad entrare nel mistero della fede, mediante la quale Cristo viene a dimorare nella nostra vita. Ogni cristiano che crede, ci ricorda sant’Ambrogio, in un certo senso concepisce e genera il Verbo di Dio’”.

La decisione della fede. “La nostra salvezza poggia su una venuta – ha detto ancora il Papa ricordando le parole di Romano Guardini –. Il Salvatore è venuto dalla libertà di Dio... Così la decisione della fede consiste... nell’accogliere Colui che si avvicina. Il Redentore viene presso ciascun uomo: nelle sue gioie e angosce, nelle sue conoscenze chiare, nelle sue perplessità e tentazioni, in tutto ciò che costituisce la sua natura e la sua vita”. “Alla Vergine Maria, nel cui grembo ha dimorato il Figlio dell’Altissimo, e che mercoledì prossimo, 8 dicembre, celebreremo nella solennità dell’Immacolata Concezione – ha affermato il Pontefice –, chiediamo di sostenerci in questo cammino spirituale, per accogliere con fede e con amore la venuta del Signore”.

Pregare per chi soffre. Dopo l’Angelus l’appello del Santo Padre a pregare per quanti soffrono a causa di attentati, violenze e drammatiche forme di sfruttamento: “In questo tempo di Avvento, in cui siamo chiamati ad alimentare la nostra attesa del Signore e ad accoglierlo in mezzo a noi, vi invito a pregare per tutte le situazioni di violenza, di intolleranza, di sofferenza che ci sono nel mondo, affinché la venuta di Gesù porti consolazione, riconciliazione e pace”. “Penso – ha chiarito Benedetto XVI – alle tante situazioni difficili, come i continui attentati che si verificano in Iraq contro cristiani e musulmani, agli scontri in Egitto in cui vi sono stati morti e feriti, alle vittime di trafficanti e di criminali, come il dramma degli ostaggi eritrei e di altre nazionalità, nel deserto del Sinai”. Per il Papa, “il rispetto dei diritti di tutti è il presupposto per la civile convivenza. La nostra preghiera al Signore e la nostra solidarietà possano portare speranza a coloro che si trovano nella sofferenza”.

Preparare il cuore al Signore. Nei saluti in varie lingue, rivolgendosi ai pellegrini polacchi, il Pontefice ha detto: “Nella Messa della seconda Domenica d’Avvento veniamo esortati alla conversione dei cuori, rivoltaci da Giovanni Battista, il Profeta della riva del Giordano. Egli ricorda a tutti che ‘il Regno dei cieli è vicino!’”. Di qui l’auspicio: “L’Avvento sia per noi occasione per ‘preparare nel cuore la via al Signore’. La mia benedizione vi accompagni nella realizzazione di tale compito”. In italiano ha salutato in particolare i fedeli provenienti dalla provincia di Taranto e da Rocca di Papa. E a tutti ha augurato “una buona domenica e una buona settimana”.

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